martedì 22 luglio 2008

L'Università verso il collasso

Scusate se vi tedio, ma non mi pare che i due TG di regime abbiano speso neppure una parola sul movimento che sta sconvolgendo la sonnacchiosa Università italiana (proprio tutti, dai Rettori ai Ricercatori precari) contro i tagli minacciati dal sor Tremonti. L'unico resoconto che ho trovato è dell'Unità (sarà un caso?). Blocco delle assunzioni, riduzione dei trasferimenti statali, aumento delle tasse di iscrizione... La ricerca a puttane, e studierà chi se lo può permettere...

I difensori della Verità

Giusto in nome della libertà e dell'autonomia di coscienza, vi allego le ineffabili regole di un blog(Totustuus) che si propone di promuovere la conoscenza della Verità.


Ragazzi, ma quanta gente c'è che pensa in questo modo? E come si fa a ragionarci?

giovedì 17 luglio 2008

Eluana Englaro: la Legge e la Grazia

"Alimentare è un elemento essenziale per ogni essere umano affinché rimanga in vita. Anche la mamma obbliga a mangiare il piccolo che fa i capricci. Eluana è in coma da lungo tempo, ma darle cibo e acqua è ciò che si dà a ogni persona".


Dopo la decisione del tribunale che ha autorizzato la sospensione della nutrizione artificiale mediante sonda di Eluana Englaro, in stato vegetativo permanente da 16 anni, queste sono state le parole di Mons. Fisichella, presidente dell'Accademia Pontificia della Vita (Repubblica, 10.07.2008).


In me hanno suscitato insieme un potente misto di rabbia e riso amaro. Perchè



  1. evidentemente i difensori della vita non hanno idea di cosa sia una vita che cresce: ogni mamma sa che non è possibile "obbligare" nessun bimbo a mangiare (tubo in gola? minacce?), casomai mandarlo a letto senza cena...

  2. checché i benpensanti cattolici ne possano dire, la nutrizione artificiale (altrimenti detta, non a caso, "nutrizione clinica") è una terapia, e per fortuna non è certo "ciò che si dà ad ogni persona". Come per tutte le terapia, le linee guida mediche invitano a considerare indicazioni e controindicazioni. Come per ogni terapia è precondizione per metterla in atto, quando è possibile, il consenso del paziente;

  3. e soprattutto, diavolo!, ha il tono di Piero Angela in "Quark"! Ma che paragone è? Sta parlando di vita, morte, persone, o sta facendo una lezioncina di biologia per la Scuola Media?! Mi risulta che faccia il prete: non sarebbe suo dovere calarsi almeno un po' in quelle viscere umane che il Cristo di Dio volle sue, per patire e gioire insieme a noi?


Contrappongo a queste le parole di Beppino Englaro (padre di Eluana), sulla pagina a fianco dello stesso quotidiano:


"La misericordia delle suore che la curano è ineccepibile, ma - mi scusi, a volte io parlo così - a loro stesse dicevo: "Se mia figlia potesse, vi prenderebbe a pedate". Loro ridevano, il mio grazie è sentito, ma finalmente possiamo dire basta, "no grazie"".


Sofferenza misurata, affetto, dolcezza, ironia, dignità. Grazia. Che ai difensori della Legge, evidentemente, è preclusa.

mercoledì 2 luglio 2008

"Dio non è cattolico" (C.M. Martini)

"Ho sognato una Chiesa nella povertà e nell’umiltà, che non dipende dalle potenze di questo mondo. Una Chiesa che concede spazio alla gente che pensa più in là. Una Chiesa che dà coraggio, specialmente a chi si sente piccolo o peccatore. Una Chiesa giovane. Oggi non ho più di questi sogni. Dopo i settantacinque anni ho deciso di pregare per la Chiesa". Sono le parole del card. Carlo Maria Martini raccolte nei “Colloqui notturni a Gerusalemme", libro recentemente edito in Germania dalla casa editrice Herder.


L’81enne gesuita, già arcivescovo di Milano, tira le somme di un’esistenza trascorsa nella costante e travagliata ricerca di Dio, vissuta dentro la Chiesa. E confida queste riflessioni all’amico padre Georg Sporschill, anch’egli gesuita, in un testo che assume la forma del colloquio o dell’intervista. I 7 capitoli del volume affrontano questioni profonde di fede, di etica, di società e di Chiesa.


A quest’ultima Martini indirizza un accorato appello per una rapida e profonda riforma. Ad esempio, di fronte alla crisi vocazionale che investe la Chiesa cattolica soprattutto in Occidente, considera inefficaci le soluzioni proposte fino ad ora delle gerarchie. "La Chiesa dovrà farsi venire qualche idea", afferma, come ad esempio "la possibilità di ordinare viri probati" (uomini sposati ma di provata fede, ndr) o di riconsiderare il sacerdozio femminile, sul quale riconosce la lungimiranza delle Chiese protestanti.


Ricorda persino di aver incoraggiato questa posizione in un incontro con il primate anglicano George Carey: "Gli dissi di farsi coraggio - spiega Martini - che questa audacia poteva aiutare anche noi a valorizzare di più le donne e a capire come andare avanti".


Se le sue tesi sull’organizzazione della Chiesa appaiono già fortemente riformatrici, ancora più avanti guarda nell’affrontare i temi etici legati alla sessualità. Critica l’Humanae Vitae di Paolo VI sulla contraccezione, enciclica scritta "in solitudine" dal papa e che proponeva indicazioni poco lungimiranti.


"Questa solitudine decisionale a lungo termine non è stata una premessa positiva per trattare i temi della sessualità e della famiglia". Sarebbe opportuno, afferma, gettare "un nuovo sguardo" sull’argomento. La Bibbia, in definitiva, non condanna a priori né il sesso né l’omosessualità.


È la Chiesa, invece, che nella storia ha spesso dimostrato insensibilità nel giudizio della vita delle persone. Tra i miei conoscenti - ricorda ancora Martini - ci sono coppie omosessuali. Non mi è stato mai domandato né mi sarebbe venuto in mente di condannarli". Dunque la Chiesa, invece di educare il popolo di Dio alla libertà e alla "coscienza sensibile", ha preferito inculcare nel credente una dogmatica moralistica ed acritica.


Il contatto con le altre religioni, saggiato in prima persona durante il lungo soggiorno a Gerusalemme, ha rappresentato per Martini un punto di non ritorno, una scuola di vita e di fede. La ricerca di Dio in quelle terre - peraltro, come lui stesso afferma, estremamente travagliata ed attraversata spesso da lunghe ombre - costringe a ripensare il dialogo interreligioso perché, dice, "Dio non è cattolico", "Dio è al di là delle frontiere che vengono erette".


È l’uomo che sente la necessità di razionalizzare in apparati normativi e istituzionali la gestione del sacro.


In realtà, le istituzioni ecclesiastiche "ci servono nella vita, ma non dobbiamo confonderle con Dio, il cui cuore è sempre più largo". Incontrare e (perché no) pregare insieme all’amico di altra religione, dice, "non ti allontanerà dal cristianesimo, approfondirà al contrario il tuo essere cristiano". E invita: "Non aver paura dell’estraneo".


Il grande comandamento invita ad amare l’altro come se stessi. "Ama il tuo prossimo - afferma - perché è come te". Il "giusto" - e in questo caso Martini prende in prestito la II sura del Corano - è colui che "pieno di amore dona i suoi averi ai parenti, agli orfani, ai poveri e ai pellegrini".


* Articolo di Giampaolo Petrucci tratto da Adista n.41 del 31 Maggio 2008

Robin tax? Un bluff

Lo dice la Corte dei Conti...


Sono troppo di parte se dico che si confermano disonesti, presuntuosi e poco capaci?