martedì 23 settembre 2008

Nuovo stadio di Firenze

stadio di firenzeQuesta è bella: prima l'assessore comunale alla cultura, riferendosi al progetto dei Della Valle per il nuovo stadio di Firenze, dice: "La mia opinione molto sfumata è che i Della Valle possono arrotolare il loro progetto e ficcarselo su per le trombe del cosiddetto" ... e meno male che è assessore alla CULTURA; poi, probabilmente dopo una bella mazzetta, assicura di aver parlato da privato cittadino e che in giunta comunale voterà a favore!!!













 

sabato 20 settembre 2008

Pantalone paga, altri si arricchiscono...

Crisi della finanza americana e crisi Alitalia. Mi pare di vedere un punto in comune. La gestione spregiudicata (Borse d'affari americane) o incapace (Alitalia) di alcuni manager ha sputtanato l'economia di grandi aziende e, nel caso delle bancghe americane, rischia di mettere a rischio la finanza mondiale oltre che i quattrini di milioni di risparmiatori e investitori.


Soluzione: lo stato liberista (Bush e Berlusconi) paga i debiti, i privati (finanzieri soprattutto) ripartono a far profitti. Paga Pantalone. Non si parla (mi pare) di "cambiare le regole" del mercato e della finanza. La sinistra (Obama in testa), impaurita, tace o acconsente.


Ma se lo Stato deve pagare e i profitti vanno ai finanzieri, allora era meglio il socialismo reale, almeno era direttamente lo stato a pianificare l'economia!


E, scusate, in questo contesto, possiamo (dobbiamo) stare zitti quando ci dicono che non ci sono i soldi per la sanità, la scuola, l'università, la polizia, la giustizia, l'ambiente?...

lunedì 15 settembre 2008

L'assedio o la laicità?

Tanto per avere un  idea di chi è Giuseppe Betori, nuovo arcivescovo di Firenze, un estratto della sua omelia del 2007 in onore di S. Ubaldo, patrono di Gubbio, noto per aver difeso la sua città dall'assedio dei nemici. In grassetto il "tono" dei miei commenti, le parole sono testuali.


[...] il momento centrale del rapporto tra Sant’Ubaldo e la sua città: “Premuroso di impedire la caduta del suo popolo fortificò la città contro un assedio”. [...] Molto può insegnare anche per la condizione odierna della nostra società. Nuovi nemici tentano di espugnare le nostre città, di sovvertire il loro sereno ordinamento e di creare turbamento alla loro vita. Questi nuovi nemici si chiamano il nichilismo e il relativismo, che in modo più o meno esplicito nutrono le tendenze egemoni nella nostra cultura: fanno dell’embrione, l’essere umano più indifeso, un materiale disponibile per sperimentazioni mediche; danno copertura legale al crimine dell’aborto e si apprestano a farlo per le pratiche eutanasiche, infrangendo la sacralità dell’inizio e della fine della vita umana; introducono il concetto apparentemente innocuo di qualità della vita, che innesca l’emarginazione e la condanna dei più deboli e svantaggiati (!!!); coltivano sentimenti di arroganza e di violenza che fomentano le guerre e il terrorismo (???); delimitano gli spazi del riconoscimento dell’altro chiudendo all’accoglienza (???) di chi è diverso per etnia, cultura e religione; negano possibilità di crescita per tutti mantenendo situazioni e strutture di ingiustizia sociale; oscurano la verità della dualità sessuale in nome di una improponibile libertà di autodeterminazione di sé (!); scardinano la natura stessa della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna. [...] Anche noi oggi siamo chiamati a discernere e giudicare il presente con gli occhi di Dio e a chiedere a tutti, credenti e non credenti (!!!), di fare altrettanto se vogliamo salvare il nostro futuro, a vivere tutti – come ci ha invitato Benedetto XVI – “etsi Deus daretur”, “come se Dio esistesse”, ribaltando l’ipotesi che ha retto il pensiero e l’agire della modernità, l’“etsi Deus non daretur”, il “come se dio non ci fosse” che ha prodotto i forni di Auschwitz e i gulag della Siberia. [...] E il volto di Dio è l’amore, come ci ha ricordato il Santo Padre nella sua enciclica Deus caritas est. Non però l’amore debole che nasconde la verità, che crea ambiguità sotto il velo della falsa tolleranza, bensì quello esigente che non rinuncia a ferire per curare, a distinguere per poter allacciare ponti veri e non a voler rendere tutto fittiziamente omologo, a richiamare alla responsabilità senza indulgere in un buonismo alla fine perdente.


Mi piace contrapporre a queste parole battagliere (di fede??), quelle di un teologo protestante, che ho letto su Adista


Quando Bonhoeffer scriveva nelle sue lettere dal carcere che dobbiamo vivere “etsi deus non daretur”, che non dobbiamo più avere Dio come ipotesi di lavoro nel nostro argomentare pubblico, lui non pensava affatto ad una teologia della morte di Dio come poi si è detto negli anni Sessanta. Lui argomentava, da piissimo luterano quale era, a partire dalla teologia della Croce, cioè dal centro del Nuovo Testamento. Allora vi propongo una riflessione: non soltanto bisogna accettare la laicità, ma anche promuoverla come l’unico spazio in cui anche le religioni posso essere valorizzate. Perché quale religione può essere contenta se viene accettata perché presupposta, perché obbligatoria, perché fondativa? Il cristianesimo, semmai, dovrebbe essere il più convinto nel sostenere questo statuto, perché se Cristo è la rivelazione di Dio, mica si è messo d’accordo prima col sindaco di Gerusalemme per avere una scorta e per evitare che ci fosse qualche gruppo di omosessuali a sfottere lui e i suoi discepoli. Oggi c’è il terrore di ridurre tutto ad un’opinione, ma che cos’è il Golgota se non Dio in Cristo che si espone a due opinioni opposte, quella di chi gli sputa addosso e lo sbeffeggia e quella di chi dice “questi è veramente il figlio di Dio”? Tradurre il discorso cristiano in una presenza senza privilegi, senza tutele, senza rete, senza alcun presupposto non è soltanto una ragionevole soluzione moderna, ma dovrebbe essere - lo dico da teologo cristiano - l’immediata conseguenza del fatto che il mio discorso su Dio è legato al Golgota e non a qualche altra illuminazione. [...] Noi cristiani dovremmo avere il coraggio di cavalcare questa tigre e di essere i primi, proprio per quello che abbiamo capito di Dio, a promuovere libertà e anticlericalismo.


E voi, dove lo sentite soffiare, lo Spirito? Tra le mura dell'assedio o sul crinale di una ricerca "senza rete"?
Io sento tanta poca fede, nei sedicenti Difensori della Fede!...

giovedì 11 settembre 2008

i giovani

Ora che ho compiuto 35 anni e che mi sento oltre il mezzo del cammin della mia vita, voglio raccontarvi qualcosa che mi è successo pochi giorni fa.


Era una bella giornata e, da sopra un colle vicino Firenze, una mia pseudo nipote di 17 anni mi chiede, indicando una cupola verde:
-cos'è quella?
-è la sinagoga di Firenze
-ah, questi musulmani che vogliono prendere campo non li sopporto proprio!

Ira mi colse, ma mi trattenni e le spiegai che la sinagoga è il tempio ebraico, mentre i musulmani hanno la moschea, e che...
-vabbeh, musulmani, ebrei, sono la stessa cosa!

Ara sarebbe stata la giusta fine, un bel sacrificio nel tempio era quello che ci voleva; come si fa, così giovani, a non conoscere e ad avere il coraggio di arrabbiarsi in quel modo?! Ignoranza e rabbia che vanno di corsa insieme... Questa è la dimostrazione che la scuola non va bene; non servirebbe tanto per evitare di far fare delle figure del genere a dei giovani così, basterebbe far veder loro dei bei film... non dico "Schindler's List", ma anche film più "semplici" tipo "Concorrenza sleale", che ho visto di recente ed ho molto apprezzato...
Visto che il mio cognome è tra i più tipici, se non il più tipico dei cognomi ebraici, non mi sono esentato da farle notare almeno che bella figura di merda avesse fatto!
A proposito, chioso:

Ura: Unione delle Repubbliche Arabe, non è uno scherzo, esiste davvero...