martedì 30 dicembre 2008

Poi mi prendete per il culo...

Così ci si comporta...


"Montenero li 29.12.08


All’on.le Giuseppe Astore, Presidente ufficio politico regionale IDV - Campobasso
Al dott. Giuseppe Caterina, Segretario regionale IDV - Campobasso
Ai componenti Ufficio Presidenza IDV nazionale – Loro Sedi


Gentili amici,
ho fatto e faccio il mio dovere di consigliere comunale e provinciale senza mai aver infranto la legge (ed infatti nessuna autorità giudiziaria mi ha mai mosso alcun rilievo). Eppure mi ritrovo tutti i giorni sbattuto in prima pagina come se fossi un “appestato”.


La mia unica colpa è quella di essere “figlio di mio padre”: per colpire lui stanno colpendo me, mia moglie ed i miei tre figli, dimenticando che anche noi abbiamo la nostra dignità ed abbiamo il diritto di esistere.


Lascio l’Italia dei Valori e conseguentemente ogni incarico di partito ed anche il mio ruolo di Capogruppo al Consiglio provinciale di Campobasso, ove mi iscriverò al Gruppo misto. Lo faccio con sofferenza e dispiacere (soprattutto per la disumana ingiustizia che sto patendo) ma non voglio creare imbarazzo alcuno al partito.


Attenderò serenamente che la Procura di Napoli completi le indagini preliminari in corso (che peraltro nemmeno riguardano la mia persona) in esito alle quali ogni singola posizione personale potrà essere chiara a tutti. Poi, quando tutto sarà chiarito, ne riparleremo.


Un caro saluto ed un sincero augurio per un anno migliore,


Cristiano Di Pietro"

mercoledì 24 dicembre 2008

Procreazione assisitita... ma non troppo!

Devo proprio postare questa perla a margine della Dignitas personae, licenziata questo mese dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (l'ex-Sant'Uffizio, per intendersi), in difesa della persona umana (dicono...).


Resta però il fatto che, nell'elencazione minuziosa dei procedimenti leciti e non, si sfiori più volte il ridicolo. Durante la presentazione del documento nella Sala Stampa vaticana la professoressa Maria Luisa Di Pietro, presidente dell'Associazione Scienza & Vita ha infatti cercato di spiegare che da parte del Vaticano “non vi è rifiuto dell’artificialità in generale, ma di quella artificialità che stravolge il più personale degli atti umani, quello procreativo” e che quindi non tutte le tecniche di procreazione assistita sono proibite. Se, infatti, non si opera “una divisione tra l’unione dei coniugi e la possibilità di procreare” e quindi la nuova vita è effetto “di un incontro diretto e immediato dei coniugi” e non “risultato di una procedura tecnica che resta inesorabilmente impersonale”, allora la fecondazione assistita è lecita.


Come fare? Lo ha dettagliatamente spiegato la stessa Di Pietro: bisogna “prelevare il seme ottenuto durante l’atto coniugale con un Scd perforato (Semen Collection Device, una sorta di preservativo bucato, che fa salva la naturalità dell’atto sessuale irrinunciabile per la Chiesa, ndr) per veicolarlo, previa preparazione, nelle vie genitali femminili”. Questa procedura, precisa, “comporta un ricorso alla tecnica, ma l’intervento del medico è successivo – di aiuto – ad un atto coniugale già verificatosi” e quindi è in linea con quanto affermato dal punto 12 della Dignitas personae: “L’intervento medico è rispettoso della dignità della persona, quando mira ad aiutare l’atto coniugale sia per facilitare il compimento, sia per consentirgli di raggiungere il suo fine, una volta che sia stato normalmente compiuto”.


Fonte: Adista

martedì 9 dicembre 2008

Scusate se insisto sull'ambiente...

...ma altro che "non toccate Caino", qua si tratta di non toccare "il mio bambino"!
Abbiate la pazienza di seguire tutto il ragionamento... un saluto.




venerdì 5 dicembre 2008

Mancano i soldi per la pubblica istruzione ma...

La Conferenza Episcopale Italiana (Cei) si è detta preoccupata oggi riguardo il destino
delle scuole pubbliche non statali, riguardo tagli previsti dalla finanziaria 2009, e ha esortato
il governo a mettere in atto gli impegni assunti riguardo lo stanziamento di fondi da destinare
agli istituti paritari.

"Siamo preoccupati, come emerso anche di recente da diverse voci del mondo cattolico,
per il destino delle scuole pubbliche non statali", ha detto la Cei in una nota. "Tuttavia, pur
consapevoli del momento economico e sociale che il Paese sta attraversando, confidiamo
negli impegni che il governo ha assunto pubblicamente", ha aggiunto.

L'ufficio legislativo del gruppo del Pdl in Senato ha tuttavia precisato a Reuters, in risposta alle
preoccupazioni sollevate dai vescovi, che i fondi per le scuole private verranno ripristinati con
un emendamento che prevede lo stanziamento di 120 milioni per il 2009.


Il taglio originario era di circa 130 milioni di euro.


(da fonte Reuters ,ripresa dai principali quotidiani)


O come è che per questi si trovano su 2 piedi 120 milioni?

Ma se si facesse un bel decreto che abolisse l'istruzione obbligatoria non statale, dal momento che l'istruzione dovrebbe essere un diritto costituzionale garantito comunque per tutti dalla Repubblica?

giovedì 4 dicembre 2008

Un altro mondo è possibile?

L'11 dicembre i nostri governi decideranno la risposta europea al cambiamento climatico per i prossimi 12 anni. Se non si accorderanno sull'abbattimento di almeno del 30% delle emissioni di gas serra in Europa entro il 2020, non riusciremo a mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, e a impedire la catastrofe climatica.




Giorni fa, alla televisione, un rappresentante dell' ennesima associaizone dei consumatori proponeva un illuminato metodo di raggiro della crisi economica: anticipare i saldi  invernali, proprio come sta avvenendo in Inghilterra o nelgi Usa, per permettere alla gente di fare i regali di Natale e compreare il panettone.



ttp://www.corriere.it/cronache/08_novembre_19/Finti_saldi_contro_la_crisi



Nel frattempo veniamo letteralmente sommersi di pubblicità, a mio avviso oscene, trasudanti cibo, giocattoli, abiti, elettrodomestici, automobili, giochi virtuali (mai come quest'anno!), e quant'altro e sollecitati da un continuo "compra, compra, compra compra".

Ma vi sembra possibile che nessuno si domandi il senso di un sistema schiavo del consumo,  (se la gente non compra, le fabbriche chiudono, le botteghe chiudono, le banche falliscono, gli stati collassano, la genete perde lavoro, servizi, sicurezza, dignità ecc.....)? Per uscire dalla crisi noi chiediamo a questa realtà....Metteteci nelle condizioi di spendere di più?

E intanto alle nostre porte: i ghiacci si sciolgono, gli animali si estinguono, popoli muoiono nella fame e nella guerra  e noi.....mangiamo il panettone?

Buon appetito

Libertà di parola

Vi giro una petizione che mi è arrivata! Tempi duri anche per i Blog!  A quando Orwell?


"A tutto il popolo di Internet,

 

divulgate questo link

 

www.firmiamo. it/salviamointer net

 

 

A seguito della dichiarazione odierna di Berlusconi in merito alla proposta di "regolamentare Internet", 

e della proposta di legge Levi-Prodi, si ritiene doveroso e quanto mai opportuno sottoscrivere la suddetta petizione.

 

 

"Tuteliamo l'unico mezzo di comunicazione libero, ancora non controllato: non lasciamoci imbavagliare"


 

martedì 2 dicembre 2008

Meglio perseguitati che sposati...

Non bisognerebbe mai finire di stupirci.


Decine di paesi nel mondo ancora adottano politiche francamente persecutorie nei confronti degli omosessuali, dalla pena di morte ai lavori forzati.


In settembre la giovane Rama Yade, Ministro dei Diritti Umani della Francia di Sarkozy, ha proposto una petizione all'ONU per la depenalizzazione mondiale dell'omosessualità.


Ieri i massimi portavoce dello Stato Pontificio (dobbiamo chiamarla Chiesa, e per di più "cattolica"?) alle Nazioni Unite si sono detti nettamente contrari alla proposta, perché potrebbe costituire una indiretta legittimazione ai matrimoni gay.


Attendiamo ora con ansia dichiarazioni contrarie alla scuola pubblica perché sfavorisce quella privata, al pacifismo perché contrasta con Dio-Patria-Famiglia e all'attività fisica delle donne in gravidanza perché potrebbe aumentare il rischio di abortività.


Dobbiamo smettere di incazzarci o di prenderli sul serio?


L’Italia ha in agenda l’acquisto, di 131 F-35, ovvero cacciabombardieri americani supersonici (cioè capaci di oltrepassare in volo la barriera del suono)


 http://www.paginedidifesa.it/2008/pdd_081137.html



I veivoli in questione sono aerei creati per attaccare fulmineamente e in maniera da essere difficilmente identificabili da radar, in quanto dotati di "bassissima osservabilità".


Da più parti si è mossa un’obiezione all’acquisto italiano di questi strumenti di guerra per due motivazioni principali:



  1. L’Italia rifiuta nella Costituzione la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti, pertanto accetta l’impiego dei propri soldati solo in missioni di "difesa della pace" e non di attacco, che non giustificano, quindi, l’utilizzo degli F-35

  2. Il costo previsto per tale acquisto sarebbe onerosissimo ("25 ed i 30 mila miliardi delle vecchie lire") anche perché il costo di tale aerei è lievitato negli anni oltre il preventivo iniziale.


 http://www.francarame.it/node/529



L’Istituto per gli Affari Internazionali, in una relazione su IL PROGRAMMA F-35 JOINT STRIKE FIGHTERE L’EUROPA


 http://www.iai.it/pdf/Quaderni/Quaderni_31.pdf



Dichiara che il rifiuto di dotarsi di velivoli da attacco al suolo sarebbe frutto di " una visione ideologica, spesso permeata da un irrealistico isolazionismo, smentita dai fatti", propria di un " fronte pacifista", "antiamericana". sostenitore dell’assunto secondo il quale sono "le armi a creare le guerre e che esistano armi "difensive"e armi "offensive".



Nella stessa relazione si ricorda che L’avvio della partecipazione dell’Italia al programma F-35 fu decisa dal Governo D’Alema nel 1998 con un contributo di 10 milioni di dollari e proseguita dal governo Berlusconi, firmatario, nel 2002, di un accordo bilaterale con il Departmentof Defence statunitense, per l’avvio della fase System Design &Development (Sdd), costata all’Italia "circa 1.000 milioni di dollari, suddivisi in 11 anni a partire dal 2002"


 Al di là degli infiniti temi di discussione e approfondimento possibili a riguardo, io, da cittadina non competente di questioni militari e quindi disposta a mettermi in discussione, non posso fare a meno di chiedermi cosa significhi un impegno militare previsto possibile da una classe dirigente di sinistra prima, di destra dopo che, tutti i giorni, mi bombarda con allarmi sulla crisi economica e mette a rischio il mio posto di lavoro ventilando tagli agli sprechi individuati, almeno nel mondo della scuola, prevalentemente in risorse umane ("esuberi".)


Chi mi risponde?


 


 

Diritti universali?

Vi inoltro una petizione che mi  arrivata. Non ne sapevo nulla forse per mia negligenza, e mi ripropongo di approfondire.


http://appelli.arcoiris.tv/salute/


Possibile che queste cose avvengano tra le righe dell'informazione e senza la rilevanza che meritano? Mi sembra che cose del genere di mostrino in atto un cambiamento profondo e, a mio parere, tristissimo della mentalità e della cultura italiana. Non tanto la proposta fatta, ma l'assenza di una reazione  e di un dibattito da parte della comunità.


Forse, come me non ne sa niente?


Oppure è d'accordo: siamo tutti uguali ma qualcuno più degli altri e comunque a me che me ne frega!


Oppure siamo dentro un reality ma io non me ne ero accorta

giovedì 20 novembre 2008

Bollino SIAE - Buone nuove e nuove resistenze

Cambio argomento, per chi non ha seguito la questione: il bollino SIAE (quello adesivo sui supporti audio/video) è stato riconosciuto dall'europa un freno alla libera ciroclazione delle merci (un distributore per vendere in Italia deve pagare il bollino, e quindi i prodotti in Italia risultano maggiorati di una specie di tassa d'importazione), addirittura la federazione musicisti lo ritiene controproducente per i suoi interessi.

Fatta questa premessa torno sul tema del blog con la lungimirante risposta di un sindacato della SIAE:
<<<
Il dibattito si era finora concentrato sulla legittimità dell'attuale sistema di contrassegnatura e sulla sua utilità per l'industria della musica. Il sindacato autonomo SIAE-CONFSAL ora apre un nuovo fronte e ribatte a quello che definisce "un nuovo assalto alla SIAE": l'eventuale abolizione del bollino chiesta dalla FIMI, dicono, mette a rischio un comparto occupazionale. "Si tratta, evidentemente, di un nuovo rischio per la SIAE - scrivono in un comunicato i rappresentanti dei lavoratori - per le palesi conseguenze che il prevalere di una tale tesi avrebbe sul bilancio (e tutti sanno quanto in questo momento non ce ne sia bisogno) e sui livelli occupazionali (numerosi colleghi attualmente in SIAE si occupano della materia)". La soppressione del bollino, a parere del sindacato, impatterebbe sulle entrate della SIAE costringendola a sforbiciare fra la forza lavoro.
Il sindacato invita le autorità a mettersi una mano sulla coscienza: si tratterebbe di "una questione di estrema delicatezza che dovrà essere seguita con costante attenzione, mettendo in atto tutte le iniziative utili a scongiurare l'ipotesi di abolizione dell'obbligo del bollino".
>>> [fonte]


Di fronte ad un balzello che anche chi dovrebbe favorire non vuole più il sindacato che fa? ...supplica di mantenere lo status quo. Il risultato sarà che il bollino si toglierà ma solo in ritardo, i lavoratori in cassa integrazione e nel frattempo la gente vedrà i sindacati come organismo che danneggià tutti; il tutto a vantaggio di chi i sindacati li vuole eliminare davvero.

sabato 15 novembre 2008

Colaninno amoroso

Grande Crozza!


http://espresso.repubblica.it/multimedia/3353082

Vaticano e morte cerebrale

Non so se avete seguito la querelle. Se non la conoscete, smettete pure di leggere, non vale la pena.


Se invece avete sentito, come me, il recente intervento di Papa Ratzinger che insinua dubbi sui criteri di accertamento della morte cerebrale, con pericolosi effetti sulle donazioni di organi, e magari qualche dubbio è venuto anche a voi, seguitemi un attimo.


Quest'idea segue un filone di pensiero già espresso in un editoriale dell'Osservatore Romano di inzio settembre, che parte dalla posizione (ideologica) di chi contesta che la morte del cervello coincida con la morte tout-court, probabilmente pensando in questo modo di "difendere" meglio la vita in tutte le sue manifestazioni.


Bene, per quanto ne sappiamo non è così. E, per chi resta dubbioso, vi segnalo questo recente documento della Pontificia Accademia delle Scienze, che ho scaricato dal sito del Vaticano, è che chiarisce l'opinione unanime degli scienziati "vaticani" sul fatto che la morte cerebrale è morte e basta, e che lo stato vegetativo persistente (leggi Eluana) è tutt'altro.


Conclusioni:


1) c'è sempre qualcuno "più papista del papa", ma la totalità delle opinioni più autorevoli, anche in campo cattolico, è concorde sul fatto che se l'EEG è piatto, purtroppo, siamo morti, e che possiamo serenamente donare i nostri organi;


2) ganzo che chi propaganda granitiche certezze sulle qustioni più intime e controverse della vita personale metta poi in dubbio anche le poche vere certezze scientifiche che ci sono... Difendiamoci dalla malafede e dall'ignoranza!

Sentenza G8 Genova: c'è da aver paura...

...se la conclusione del giudici è che, per quanto riguarda i capi della polizia, non vi è alcuna responsabilità ("il fatto non sussiste").


Delle due l'una: o la Polizia (e la politica) sono state così abili a depistare le indagini da cancellare ogni ipotesi di responsabilità dei comandi, oppure da oggi sappiamo che ogni Reparto di polizia può avere l'iniziativa autonoma di inscenare autonomamente eventi mai accaduti e picchiare a sangue cittadini innocenti. Tanto l'Italia non ha ratificato la Convenzione dell'ONU sulla Tortura e il reato di tortura non esiste, e tutto va in prescrizione.


Vi sentite più sicuri?

venerdì 14 novembre 2008

Che furbetto quel Brunetta

dall'Espresso di oggi...
Che furbetto quel Brunetta
di Emiliano Fittipaldi e Marco Lillo

La trasferta a Teramo per diventare professore. La casa con sconto dall'ente. Il rudere che si muta in villa. Le assenze in Europa e al Comune. Ecco la vera storia del ministro anti-fannulloni
 






La prima immagine di Renato Brunetta impressa nella memoria di un suo collega è quella di un giovane docente inginocchiato tra i cespugli del giardino dell'università a fare razzia di lumache. Lì per lì i professori non ci fecero caso, ma quella sera, invitati a cena a casa sua, quando Brunetta servì la zuppa, saltarono sulla sedia riconoscendo i molluschi a bagnomaria. Che serata. La vera sorpresa doveva ancora arrivare. Sul più bello lo chef si alzò in piedi e, senza un minimo di ironia, annunciò solennemente: "Entro dieci anni vinco il Nobel. Male che vada, sarò ministro". Eravamo a metà dei ruggenti anni '80, Brunetta era solo un professore associato e un consulente del ministro Gianni De Michelis.

Ci ha messo 13 anni in più, ma alla fine l'ex venditore ambulante di gondolette di plastica è stato di parola. In soli sette mesi di governo è diventato la star più splendente dell'esecutivo Berlusconi. La guerra ai fannulloni conquista da mesi i titoli dei telegiornali. I sondaggi lo incoronano - parole sue - 'Lorella Cuccarini' del governo, il più amato dagli italiani. Brunetta nella caccia alle streghe contro i dipendenti pubblici non conosce pietà. Ha ristretto il regime dei permessi per i parenti dei disabili, sogna i tornelli per controllare i magistrati nullafacenti e ha falciato i contratti a termine. Dagli altri pretende rigore, meritocrazia e stakanovismo, odia i furbi e gli sprechi di denaro pubblico, ma il suo curriculum non sempre brilla per coerenza. A 'L'espresso' risulta che i dati sulle presenze e le sue attività al Parlamento europeo non ne fanno un deputato modello. Anche la carriera accademica non è certo all'altezza di un Nobel. Ma c'è un settore nel quale l'ex consigliere di Bettino Craxi e Giuliano Amato ha dimostrato di essere davvero un guru dell'economia: la ricerca di immobili a basso costo, dove ha messo a segno affari impossibili per i comuni mortali.

Chi l'ha visto Appena venticinquenne, Brunetta entra nel dorato mondo dei consulenti (di cui oggi critica l'abuso). Viene nominato dall'allora ministro Gianni De Michelis coordinatore della commissione sul lavoro e stende un piano di riforma basato sulla flessibilità che gli costa l'odio delle Brigate rosse e lo costringe a una vita sotto scorta. Poi diventa consigliere del Cnel, in area socialista. Nel 1993, durante Mani Pulite firma la proposta di rinnovamento del Psi di Gino Giugni. Nel 1995 entra nella squadra che scrive il programma di Forza Italia e nel 1999 entra nel Parlamento europeo.

Proprio a Strasburgo, se avessero applicato la 'legge dei tornelli' invocata dal ministro, il professore non avrebbe fatto certo una bella figura. Secondo i calcoli fatti da 'L'espresso', in dieci anni è andato in seduta plenaria poco più di una volta su due. Per la precisione la frequenza tocca il 57,9 per cento. Con questi standard un impiegato (che non guadagna 12 mila euro al mese) potrebbe restare a casa 150 giorni l'anno. Ferie escluse. Lo stesso ministro ha ammesso in due lettere le sue performance: nella legislatura 1999-2004 ha varcato i cancelli solo 166 volte, pari al 53,7 per cento delle sedute totali. "Quasi nessun parlamentare va sotto il 50, perché in tal caso l'indennità per le spese generali viene dimezzata", spiegano i funzionari di Strasburgo. Nello stesso periodo il collega Giacomo Santini, Pdl, sfiorava il 98 per cento delle presenze, il leghista Mario Borghezio viaggiava sopra l'80 per cento. Il trend di Brunetta migliora nella seconda legislatura, quando prima di lasciare l'incarico per fare il ministro firma l'elenco (parole sue) 148 volte su 221. Molto meno comunque di altri colleghi di Forza Italia: nello stesso periodo Gabriele Albertini è presente 171 volte, Alfredo Antoniozzi e Francesco Musotto 164, Tajani, in veste di capogruppo, 203.

La produttività degli europarlamentari si misura dalle attività. In aula e in commissione. Anche in questo caso Brunetta non sembra primeggiare: in dieci anni ha compilato solo due relazioni, i cosiddetti rapporti di indirizzo, uno dei termometri principali per valutare l'efficienza degli eletti a Strasburgo. L'ultima è del 2000: nei successivi otto anni il carnet del ministro è desolatamente vuoto, fatta eccezione per le interrogazioni scritte, che sono - a detta di tutti - prassi assai poco impegnativa. Lui ne ha fatte 78. Un confronto? Il deputato Gianni Pittella, Pd, ne ha presentate 126. Non solo. Su 530 sedute totali, Brunetta si è alzato dalla sedia per illustrare interrogazioni orali solo 12 volte, mentre gli interventi in plenaria (dal 2004 al 2008) si contano su due mani. L'ultimo è del dicembre 2006, in cui prende la parola per "denunciare l'atteggiamento scortese e francamente anche violento" degli agenti di sicurezza: pare non lo volessero far entrare. Persino gli odiati politici comunisti, che secondo Brunetta "non hanno mai lavorato in vita loro", a Bruxelles faticano molto più di lui: nell'ultima legislatura il no global Vittorio Agnoletto e il rifondarolo Francesco Musacchio hanno percentuali di presenza record, tra il 90 e il 100 per cento.
(13 novembre 2008)

giovedì 13 novembre 2008

Dobbiamo proprio tagliare sulla ricerca?

Fonte dati: rapporto ISTAT 2008 relativo alla percentuale del PIL dedicata a Ricerca e Sviluppo (R&S) nei diversi Paesi europei


ricercaScarica il file.ppt


ricerca italia








































C'è bisogno di spiegare perché domani c'è bisogno di manifestare? C'è bisogno di spiegare perché l'ulteriore taglio del 30% potrebbe essere fatale all'Università? Senz'altro si può spendere meglio, francamente non credo si possa spendere meno. Insisto, non è il problema di tirare la cinghia (che, comunque, toccherà a tutti): si tratta di decidere se vogliamo che l'Università pubblica sopravviva.


Tra parentesi, fa amarezza che un sindacato si sia ritirato dalla protesta avendo avuto qualche promessa sui salari. Qui ci si chiede come non far andare a fondo la nave e qualcuno è contento perché gli danno un po' di pane dalla cambusa...

Questa è bellina...

berlusconi e la ricerca
... non a caso ho taggato anche con "referendum"

italianfree blogger










A riguardo di truffolo... vi segnalo questo sito
http://www.notspeakinginmyname.com/
ecco cosa dicono di sé:

"La nostra e' una richiesta civile al nostro Presidente del Consiglio (di tutti gli italiani): La smetta di imbarazzarci.

Ci siamo imbarazzati per la battuta di Silvio Berlusconi su Barack Obama, in una conferenza stampa con giornalisti provenienti da tutto il mondo. Ci siamo imbarazzati quando il ministro finlandese  ha ufficialmente reclamato con il governo Italiano, chiamando il console italiano in Finlandia, per essere stata fatta oggetto di altra battuta di Berlusconi, che dichiaro' di aver usato le sue doti di seduttore (?) per ottenere un miglioramento dei rapporti di scambio a favore dell'Italia nella comunita' europea. Ci siamo VERGOGNATI quando durante una conferenza stampa con Vladimir Putin, ad una domanda diretta a Putin da una giornalista russa, Berlusconi ha mimato di imbracciare un fucile e sparare. Lo sai che negli ultimi 3 anni sono stati assassinati circa 15 giornalisti in Russia? Non si conoscono i mandanti degli omicidi ma non erano giornalisti che appoggiavano le politiche del presidente russo. Berlusconi avra' pensato ad una trovata divertente, ma era fuori luogo e drammatica, vista la situazione in Russia. Come Presidente del Consiglio che rappresenta tutti gli italiani, devi necessariamente riflettere prima di fare le corna durante lo scatto della fotografia ufficiale al summit dei leader piu' potenti d'occidente.

La nostra richiesta, fatta in modo civile, e': Presidente del Consiglio Berlusconi, la smetta di fare cose imbarazzanti che inevitabilmente finiscono per imbarazzare alcuni dei cittadini italiani che lei rappresenta in Italia e nel mondo.
Ci domandiamo  perche' non sia possibile che il nostro Presidente si conformi alle regole del buon senso istituzionale e della diplomazia, come tutti gli altri capi di stato, presidenti e governatori che ricoprono un ruolo istituzionale di tale portata.

E' un mio diritto comunicare un disagio verso chi mi rappresenta ed e' un fondamento della democrazia.

Il governo Berlusconi e' stato eletto dalla maggioranza relativa degli italiani, quindi ha il diritto di governare e il suo operato verra' giudicato al termine del suo mandato. Questo non e' un sito con valenza politica.

Inoltre, proprio per evitare di trascendere nella maleducazione e nelle inevitabili risse verbali, nessuno ha la possibilita' ,sul sito, di aggiungere commenti diversi dal messaggio che si vuole mandare. Non chiamiamo nessuno coglione, semplicemente non ci riconosciamo in nessuna delle cose ora descritte e che il nostro Presidente del Consiglio, che ci rappresenta in Italie a nel mondo, continua a dire e a fare."

venerdì 7 novembre 2008

Rai 3 Comunista?

Non che la cosa non mi faccia piacere, ma...
chi ha detto che Rai3 è in mano alla sinistra?

Un frame a caso da un film trasmesso su Rai 3 durante la notte...

rai3 comunista

mercoledì 5 novembre 2008

Le falsità e le mezze verità sul sistema di istruzione in Italia

Le falsità e le mezze verità sul sistema di istruzione in Italia
Documento approvato all’unanimità, su proposta del suo Presidente Prof. Massimo Marrelli, dalla Consulta del Polo delle Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II nella riunione di martedì 28 ottobre 2008


Uno stralcio:

Quanto si spende in proporzione al PIL?



  • La proporzione di tutta la spesa in istruzione sul PIL in Italia è pari al 4,9%, la media OCSE è pari al 6,2%; l'Italia è diciassettesima di 24 paesi in questa graduatoria. Tanto va detto per coloro che sostengono che da noi si spende più della media europea.

  • Per l'Università tale valore è pari allo 0,9 % del PIL mentre la media OCSE si attesta al 1,4%

  • Se si vuole ulteriormente analizzare il dato aggregato si osserva che questa percentuale per le materne è pari all'0,5% pari alla media europea, per le primarie e medie inferiori 2,1% contro il 2,5% della media e per le superiori è pari al 1,3% di nuovo uguale alla media. Per le Università, si è detto. Si osservi però che la durata istituzionalmente prevista degli studi dalle materne al diploma di scuola superiore è da noi maggiore della durata media degli studi nei paesi OCSE


Quanto si spende in Istruzione sul totale della Spesa Pubblica.



  • In Italia si spende il 9% della spesa pubblica in Istruzione; nei paesi OCSE il 12,4%.

  • In particolare per l'Università si spende solo il 1,6% del totale della spesa pubblica contro il 3,1% dei paesi OCSE. Se si tiene conto che la percentuale del totale della spesa pubblica sul PIL è una delle più alte dei paesi OCSE e quindi va ridotta, ci si chiede è proprio l'istruzione dove bisogna tagliare?


Per il resto...
http://www.innovazionediritto.unina.it/archivionewsletter/0808/evid_01a.html

lunedì 3 novembre 2008

Purtroppo si vede sempre tutto nero o tutto bianco

Ciao,

mi sono aggiornato un pò sui vostri ultimi post, ........ mi sembra però che si veda sempre tutto nero o tutto bianco.... mi sbaglierò ma non leggo una critica al centrosinistra ed al suo modo colpevolmente innocuo di fare opposizione.
Leggo critiche feroci ai vari Brunetta e Gelmini, che mi trovano d'accordo, ma in un modo penso più obbiettivo. Nei vostri commenti ci vedo gli stessi interessi di parte che le lobby degli avvocati, dei tassisti, dei notai avevano contro Bersani. Anche lì, c'era da scandalizzarsi perchè si osava dire che forse andava contrastata l'evasione fiscale...... Apriticielo!!!! Anche i ricchi piangano? Comunisti di merda! Come osi pensare che abbia la barca evadendo il fisco? Mi discrimini perchè dichiaro meno di un operaio ma, a differenza sua, non compro la Gazzetta delle Sport il lunedì e così ho messo i soldi da parte per la barca?

Ognuno qui si scalda non appena gli toccano l'orticello, come giustamente ho letto in una post di Utente anonimo. Sono antiberlusconiano, però mi chiedo perchè invece di scandarizzarsi per Brunetta, gli statali che da SEMPRE sono dei privilegiati non si fanno un esame di coscienza, e si chiedono se non sia il caso di guardarsi dentro ed iniziare a capire che forse non è giusto continuare a percepire una retribuzione a carico dei contribuenti e lavorare, diciamo, con pochissimi stress. Perchè non viene fatta un pò di sana autocritica? Perchè non vengono denunciati i casi di assenteismo, di malattia per farsi la settimana bianca, di doppio lavoro?
Dite che nella scuola ne verranno assunti 1 su 5? Ebbene almeno ai miei tempi l'Università era piena di Prof, Ricercatori, Assegnisti, che però portavano un contributo quasi nullo alla ricerca perchè non ci sono i laboratori, non ci sono contatti con il mondo del lavoro.... le persone più brave del mio corso se ne sono guardati bene dal rimanere in facoltà. Chi è rimasto è rimasto giusto per prendere uno stipendiuccio e non fare praticamente un cazzo..... siamo sinceri via.... Vogliamo parlare di Alitalia? I piloti sono nervosetti? Ci sono 13 piloti per aereo, questo vuol dire che mediamente un pilota lavora due tre giorni al mese, e guadagna 120000 Euro/anno (e si tromba le hostess).... e si lamenta!! Lui!E la sinistra lo difende!! Avete sentito dire qualcuno di prendere il contratto di Air-France, British, Lufthansa, (lasciamo fare le low-cost, quelli sono lavoratori da miniera, vero?), e di adeguarsi? Come stipendi, ma anche come lavoro? I nostri equipaggi vengono PAGATI per fare tutte le volte il viaggio da Roma a Milano in aereo/treno, vitto e alloggio, indennità di trasferta..... avete sentito qualche sindacato dire che era uno SPRECO ENORME?? Allora cari amici, se loro son così bravi, facciamo come Swiss Air e Sabena (Svizzera e Belgio, non Congo belga), che son fallite e dopo 3 giorni hanno ripreso a volare, e chi non era d'accordo si è cercato un altro lavoro.... Sono antidemocratico, fascista, antisociale? Provate a chiedervi cosa succede se chiude un'Azienda di 50 persone che magari hanno sempre lavorato bene generando un costante attivo di bilancio, ma il cui imprenditore ritiene più conveniente spostarsi in Ungheria (vedi Electrolux, Ciatti,...). Suvvia!!!!!!! Quindi, se vogliamo essere un paese civile, smettiamola di farci le barricate l'un l'altro qualunque cosa il nostro "avversario" dica..... non c'è più il muro di Berlino, nel frattempo c'è una crisi mondiale per cui se una persona comune, volenterosa e lavoratrice, con ottimo spirito d'iniziativa, volesse fare impresa e creare posti di lavoro, probabilmente si vedrebbe negare un qualunque prestito dalle banche. Lo stesso dicasi per tutte le persone/Aziende private sane che, in una giusta logica imprenditoriale (e non speculativa) si sono esposti con investimenti di vario tipo ed adesso si possono trovare in grave difficoltà finanziaria, mettendo in grave pericolo il tessuto socio-economico che si regge, passatemelo, sulla piccola/media impresa.
P.S. Dite ai vostri amici sindacalisti di andare una domenica mattina all'IKEA, prima di arrivarci sulla destra vedranno chiaramente dei magazzini dove centinaia di lavoratori cinesi vivono in regime di semischiavitù, senza i minimi requisiti di sicurezza. Tutto OK?

OK PANICO!!!




la notizia si commenta da sola...:


Berlusconi: Scommetto Sui 120 Anni, Ci Si Puo' Arrivare In Buona Salute


(ASCA) - Roma, 3 nov - Silvio Berlusconi non ha dubbi, i progressi compiuti dalla scienza permetteranno, in un prossimo futuro, di arrivare a 120 anni in buona salute. Il Presidente del Consiglio scrive un articolo su Kos - la rivista bimestrale dell'editrice San Raffaele, diretta da don Luigi Verze' - rilanciato dal Corriere della Sera e spiega che fare politica, fra l'altro, significa vivere a lungo per gli altri. ''Se la durata media della vita e' stata di poco superiore ai vent'anni sino all'Ottocento, di quarant'anni all'inzio del Novecento ed e' arrivata oggi a ottant'anni perche' - si chiede il premier - non si puo' davvero arrivare in un futuro prossimo a centovent'anni vissuti in buona salute?''. Per Berlusconi ''con la medicina preventiva, con il controllo a distanza, con l'esame del Dna, con l'utilizzo delle cellule staminali, con un conseguente razionale stile di vita ogni soggetto sara' nella condizione di conservarsi sano ed efficiente piu' a lungo''. La vita, sostiene il premier, e' un dono che ''ciascuno di noi deve saper spendere virtuosamente e intensamente''. La parola ''vecchio'', spiega Berlusconi, e' una scure che ''ancora fino a qualche anno fa poteva calare su un uomo di 60 anni ma oggi non sono poche le persone che a questa eta' intraprendono nuove avventure''. Berlusconi ricorda che Goethe ''si innamoro' come un ragazzino all'eta' di 72 anni, Tolstoj intono a quell'eta' approfondi' lo studio dell'ebraico, Prezzolini continuo' la sua produzione giornalistica anche dopo i cent'anni''. Insomma, ''sono certo che una vita piu' lunga di qualche decennio potra' diventare un obiettivo raggiungibile''. Berlusconi non ha dubbi, vivere piu' a lungo serve anche al politico e al suo impegno istituzionale. ''Chi si occupa di politica, cioe' degli altri - spiega il presidente del Consiglio - dovrebbe impegnarsi anche su questo fronte: perche' il tempo che l'uomo sta guadagnando si possa vivere nel migliore dei modi e con tutte le opportunita' possibili''.







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sabato 1 novembre 2008

Paradossi italiani del nuovo millennio

Tremonti (il profeta della "finanza creativa") esorta magistralmente a "costruire un mondo basato sul primato dell’etica" e "sul primato dei valori sugli interessi".


Il novantenne Licio Gelli fa lezione di storia del Novecento in TV. [Ricordo che, al di là di ogni doversoso giudizio, non è in carcere solo in virtù dell'età].


Attendiamo con fiducia che i superstiti della Banda della Magliana facciano un seminario sull'onestà ed il Cardinale Ruini scriva delle dispense sul Kamasutra.

giovedì 30 ottobre 2008

Pasolini e gli italiani...

Pier Paolo Pasolini
La poesia

Pasolini e gli italiani...



[...]
L'intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai


da uno dei milioni d'anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,


di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l'ha mai liberato.


Mostrare la mia faccia, la mia magrezza -
alzare la mia sola puerile voce -
non ha più senso: la viltà avvezza


a vedere morire nel modo più atroce 
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce.
[...]
(Da: "La Guinea", Poesia in forma di rosa, in "Bestemmia", volume primo, Garzanti, Milano 1993)



 







Audio e video: "Pasolini e gli italiani.ram" (Rai), dal finale del film di Marco Tullio Giordana, Pasolini, un delitto italiano (1995) (Youtube)


 
[Testo in inglese]


Intelligence will never have much value
in the collective judgment of this public's opinion.
Not even the blood of concentration camps


could draw from a million of our nation's souls
a clear judgment of pure indignation.
Each idea is unreal, every passion unreal,


in a people who lost their unity centuries ago
and use their gentle wisdom
only to survive, and not to gain freedom.


To show my face -my leanness-
to raise a single, childlike voice,
makes sense no longer. Cowardice accustoms us


to seeing others die atrociously,
locked in the strangest indifference.
So I die, and this too causes me pain.

domenica 26 ottobre 2008

«Veltroni  si dovrebbe rassegnare: ha perso e per cinque anni non c'è più niente da fare. Invece di fare manifestazioni, dovrebbe andarsi a riposare, per prepararsi a fare una bella campagna elettorale tra cinque anni, ci lascerebbe così lavorare meglio e con più profitto per gli italiani».


Queste le parole di un autentico democratico. E tanto per rassicurarci sul fatto che "lavora bene e con profitto", poco dopo soggiunge:


«Hanno usato strumentalmente la scuola. Pensate all'università, non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade con una strumentalizzazione difficilmente definibile anche di studenti e bambini».


Chissà se faceva qualcosa... ma lo sa che la legge 133 (di cui parlo in un post precedente) è già legge dello Stato da agosto 2008?

mercoledì 22 ottobre 2008

Il dialogo del premier con l'Università...

Berlusconi oggi: "Non permetterò l'occupazione delle Università. L'occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell'applicazione della libertà, non è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che vogliono studiare. Convocherò oggi  il ministro degli Interni, e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa succedere".


[Per la cronaca vi informo che buona parte delle occupazioni prevede la prosecuzione della didattica, una sua "trasformazione" per renderla visibile in piazza o un suo blocco solo temporaneo].


Lo stesso giorno, Napolitano scrive a studenti, dottorandi e ricercatori della Sapienza: "E' indispensabile che su questi temi non si cristallizzi un clima di pura contrapposizione, ma ci si apra all'ascolto reciproco, a una seria considerazione delle rispettive ragioni". "[Sulla] tematica degli ordinamenti e della gestione del sistema universitario è atteso un confronto tra il governo e gli organismi rappresentativi delle Università''.


Per la cronaca, se vi fosse sfuggito, a oggi non c'è nessun "tavolo" di discussione tra il Governo e l'Università sulla sedicente riforma.


E' troppo dire ci si avvicina pericolosamente a una concezione autoritaria dello Stato?

Università davvero in pericolo!

Spero che vi sia giunta all'orecchio la notizia della grande manifestazione in difesa della scuola e dell'Università di martedì scorso (40000-60000 persone solo a Firenze). Era da un po' che non tornavo in piazza, ma credo che stavolta sia proprio necessario mobilitarci.


In particolare per quanto riguarda l'Università e gli enti di ricerca pubblica, la legge 133 (già approvata alla chetichella in estate, coglioni noi...), mi pare rischi di essere proprio un "salto di qualità", non sono i "soliti" tagli... Nello specifico (cito da dica133)


1) riduzione del turn-over al 20% per le Università (su 5 che vanno in pensione 1 solo verrà assunto) nel periodo 2009-2013 con la seguente riduzione di finanziamento (-64 milioni-euro nel 2009, -190 milioni-euro nel 2010, -316 milioni-euro nel 2011, -417 milioni-euro nel 2012, -455 milioni-euro nel 2013).


2)  Il finanziamento dell’abolizione dell¹ICI sulla prima casa per le famiglie con redditi alti si basa tra gli altri sul decreto legge n. 93/2008 che ridurrà ogni anno (fino al 2013) di 467 MILIONI DI EURO il fondo statale di finanziamento ordinario delle università.


Sommando i soli tagli all¹università provenienti da ICI e turn-over si ha che nel quinquennio 2009-2013 ci sarà una riduzione di quasi 4 miliardi di euro (circa 8.000 miliardi delle vecchie lire!!).


3) Nella legge n. 133/08 viene inserita una norma che concede la possibilità alle università italiane di trasformarsi in fondazioni private. Sono del tutto evidenti i rischi per l¹autonomia degli atenei e dei docenti oltre che per quei settori e ambiti di ricerca che non sono appetibili sul piano economico. Di fatto il combinato disposto ­ taglio indiscriminato delle risorse e possibilità di trasformazione in fondazione privata ­ rischia di modificare il sistema universitario nazionale in un sistema di formazione estremamente
debole e con accessi differenziati in base al censo.


4) Concreto e prossimo rischio di licenzialmento per i precari. Infatti l’articolo 49 della legge 133/2008 non permette l’utilizzo del medesimo lavoratore con più tipologie contrattuali per periodi di servizio superiori al triennio nell’arco del quinquennio ultimo e il 37-bis inserito nel ddl 1441 in iter d¹approvazione parlamentare blocca la procedura delle stabilizzazioni. Come dire: lavoro precario non più, lavoro a tempo determinato mai più.


Oltre alla petizione che trovate sul sito che vi ho segnalato (fatto dai precari di Scienze Politiche di Firenze), non posso non ricordarvi


- la manifestazione nazionale per la scuola a Roma il 30.10 p.v.


- la manifestazione nazionale per l'Università e la ricerca a Roma il 14.11 p.v.


Temo che non riusciremo a fermarli, ma almeno credo ci si debba provare...

Sul ponte di Giussano noi ci darem la mano

Il ponte in questione è quello della cosiddette "classi ponte" previste da un recente emendamento proposto dalla Lega con il pretesto di favorire l'integrazione linguistica dei figli degli immigrati, necessaria per il loro corretto inserimento nella scuola italiana.
Anche oggi il Berlusca ripete:"la proposta delle 'classi ponte' per i figli di immigrati non è dettata da razzismo ma da buonsenso. Conoscere la lingua italiana è necessario".

Detta così uno cosa si immagina? Una specie di corso di lingua propedeutico.
Ed infatti il testo dell'emendamento recita:

"Il governo è impegnato a favorire, all'interno delle predette classi di inserimento, l'attuazione di percorsi monodisciplinari e interdisciplinari, attraverso l'elaborazione di un curricolo formativo essenziale, che tenga conto di progetti interculturali, nonché dell'educazione alla legalità e alla cittadinanza:

a) comprensione dei diritti e doveri (rispetto per gli altri, tolleranza, lealtà, rispetto della legge del paese accogliente);

b) sostegno alla vita democratica;

c) interdipendenza mondiale;

d) rispetto di tradizioni territoriali e regionali del Paese accogliente, senza etnocentrismi;

e) rispetto per la diversità morale e cultura religiosa del Paese accogliente"

Siamo veramente dei grandi: a questi bambini e ragazzetti immigrati offriamo non solo un corso di lingua, ma il pacchetto completo affinché imparino davvero a comportarsi bene e seguano l'esempio di noi che siamo già bravi!
Perché sicuramente l'Educazione non l'avranno imparata dai loro genitori, che provengono certamente da civiltà tribali (probabilmente da uno dei "paesi canaglia").

Si noti per altro che non si parla di età, per cui suppongo provvedimenti di cui sopra (educazione alla legalità, rispetto della legge del paese accogliente etc.) sarebbero rivolti anche a bambini piccoli...

Mi auguro che almeno di fronte a questo tema il Pastore Tedesco faccia una bella abbaiata (tanto deve comunque metter bocca nelle cose di casa nostra): ovviamente però non prima di aver risolto la pratica Eluana (ogni cosa ha la sua priorità...)

martedì 21 ottobre 2008

Gelmini la Brunetta

Ebbene sì, al fin giungo anch'io ad unirmi a questo covo di sovversivi (mi farà sentire un po' più giovane...)
Con un indubbio tocco di originalità vorrei dare anch'io qualche spunto di riflessione circa la riforma della scuola alla quale vedo che avete dedicato già qualche post.
Dunque, reduce da una serata di resistenza presso la Casa della Cultura di via Forlanini, vorrei sottolineare un aspetto del famoso decreto Brunetta che forse è passato inosservato ma al cui confronto secondo me la storia del maestro unico della Gelmini l'è roba da bambini.

Dunque, innanzi tutto ricordo che nella Costituzione (art. 77) sta scritto che:


"Il Governo NON può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.
Quando, in casi straordinari di necessità e d'urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni
."

mentre ultimamente questi decreti legge sono la norma (e non mi sembra che, ad esempio, il maestro unico del decreto Gelmini risponda a requisiti di urgente necessità).
Ma lasciamo pure fare questo aspetto...

Il fatto è che nel succitato Decreto Brunetta, al comma 4 dell'art. 64 (Disposizioni in materia di organizzazione scolastica), sta scritto:


"Per l'attuazione del piano di cui al comma 3, con uno o più regolamenti da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto ed in modo da assicurare comunque la puntuale attuazione del piano di cui al comma 3, in relazione agli interventi annuali ivi previsti, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui al citato decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, anche modificando le disposizioni legislative vigenti, si provvede ad una revisione dell'attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico, attenendosi ai seguenti criteri:

    a. razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell'impiego dei docenti;

    b. ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali;

    c. revisione dei criteri vigenti in materia di formazione delle classi;

    d. rimodulazione dell'attuale organizzazione didattica della scuola primaria;

    e. revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA, finalizzata ad una razionalizzazione degli stessi;

    f. ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, previsto dalla vigente normativa
."

Ovvero, una legge già di per sé approvata per decreto, prevede che, relativamente a tutto ciò che concerne il sistema scolastico (non so cosa resti del sistema scolastico al di fuori di quanto previsto dai punti a, b, c, d, e, f del succitato comma), il governo possa modificare il tutto "con uno o più regolamenti da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore... anche modificando le disposizioni legislative vigenti": ossia, la scuola può essere stravolta tramite dei semplici regolamenti del governo, al di fuori di qualunque discussione parlamentare...

Vien voglia di citare ancora il buon Calamandrei che sempre l'11 febbraio 1950 affermava:


"La scuola, come la vedo io, è un organo "costituzionale". Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. Come voi sapete (tutti voi avrete letto la nostra Costituzione), nella seconda parte della Costituzione, quella che si intitola "l'ordinamento dello Stato", sono descritti quegli organi attraverso i quali si esprime la volontà del popolo. Quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi. Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l'organismo costituzionale e l'organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell'organismo umano hanno la funzione di creare il sangue [...].
La scuola, organo centrale della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente. La formazione della classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, di quella classe cioè che siede in Parlamento e discute e parla (e magari urla) che è al vertice degli organi più propriamente politici, ma anche classe dirigente nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No. Nel nostro pensiero di democrazia, la classe dirigente deve essere aperta e sempre rinnovata dall'afflusso verso l'alto degli elementi migliori di tutte le classi, di tutte le categorie. Ogni classe, ogni categoria deve avere la possibilità di liberare verso l'alto i suoi elementi migliori, perché ciascuno di essi possa temporaneamente, transitoriamente, per quel breve istante di vita che la sorte concede a ciascuno di noi, contribuire a portare il suo lavoro, le sue migliori qualità personali al progresso della società [...].
A questo deve servire la democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità (applausi). Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale. La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico, perché solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali
."

Povera scuola: "organo costituzionale, organo centrale della democrazia", in balia di regolamenti del governo di turno...

Sono stato un po' lungo? Beh... è il mio primo intervento ma direi che mi son rifatto... almeno a quantità di parole!

P.S. 1 - sembra, tra l'altro, che questa pratica di delegificazione in base a cui la legge stessa demanda la sua funzione a regolamenti dell'esecutivo sia stata ereditata dal buon Bassanini del governo di centrosinistrorsa memoria (non sempre è tutta colpa di Silvio...)

P.S. 2 - sembra anche che, quando si fece la riforma scolastica che introdusse il "modulo" con la riforma dei programmi e i 3 insegnanti nelle elementari, se ne cominciò a parlare nella prima metà degli anni '80 e la cosa andò a regime solo negli anni '90; indubbiamente da questo punto di vista il Berlusca è molto più efficiente: in pochi mesi sistema tutto!

sabato 18 ottobre 2008

Gli scienziati americani ci vedono così...

La prestigiosa rivista scientifica americana "Nature" pubblica un editoriale, dal titolo "Tagli spietati", in riferimento alla politica del governo Berlusconi sulla ricerca, definita stolta (unwise) e poco lungimirante (short-sighted). 


Solida anche l'obiezione alla geniale affermazione di Brunetta ("i ricercatori sono un po' come capitani di ventura, se li stabilizziamo li facciamo un po' morire"), in cui si ricorda che, perché la ricerca sopravviva, è necessario mantenere un "sano" rapporto numerico tra personale stabilizzato e precario.


Saranno comunisti? O forse il fragile e criticabile sistema della ricerca in Italia è davvero a rischio?

Novità sulla scuola...

« "Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura.


Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece cha alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo apertamente trasformare le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tenere d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi, ve l'ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico.


Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico" »


Piero Calamandrei, Scuola Democratica, 20 marzo 1950. Discorso pronunciato al III Congresso dell’ Associazione a difesa della Scuola nazionale (Adsn), a Roma l’11 febbraio 1950.


Servono commenti?

Giù le mani dalla scuola

Cari amici del Blog! Finalmente riesco a riconnettermi (in più di un senso….) e…ma quanto avete scritto!!!!!!!!!!! Bravi!!!!!!!!!!!!!!!!! Sto per inondarvi di considerazioni sul caos per niente calmo in cui è piombata la scuola in questi giorni. Quindi, se  ripeto qualcosa di già scritto, perdonatemi, appena mi metto in pari a leggere i vostri articoli rispondo. Per ora….sopportatemi!!!!!!!


Intanto due informazioni riepilogative.


 


Decreto legge 25/giugno


http://www.camera.it/parlam/leggi/decreti/08112d.htm


 


Legge 133/08 6 agosto 2008


 http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm


 


Decreto legge 137/08 28/08/08 (Gelmini)


http://www.governo.it/Governo/Provvedimenti/testo_


 


Durante l’estate il governo, ovvero in questo caso Brunetta Tremonti e Gelmini, ha messo mano attraverso una serie di decreti leggi vari provvedimenti volti a risanare il bilancio italiano attraverso una  campagna contro gli sprechi e gli abusi (la polemica sui “fannulloni”) del servizio pubblico. 


 Per quanto attiene alla scuola, questo ha significato un piano di tagli molto ingenti decisi nel testo della finanziaria, (si parla di circa 8 miliardi), implicanti una stretta sul personale ATA (assistente tecnico amministrativo)  e Docente.


Il piano finanziario si è poi gemellato con quello che viene ormai chiamato “decreto Gelmini”, attualmente sul tavolo del Senato in attesa di approvazione, volto alla  riforma (ma il termine è discutibile) della scuola pubblica e dell’università. I cambiamenti preannunciati in questi testi di legge sembrano ispirati allo spirito di contenimento della spesa incoraggiato da Tremonti.


 


Il maestro unico alle elementari


Aumento del numero minimo degli studenti per istituto (accorpamenti degli istituti al di sotto)


Ridefinizione dei criteri di formazioni delle classi


L’aumento del numero massimo e minimo (E MINIMO!) degli alunni per classe


Blocco del turn over (cioè delle assunzioni dei precari)


Ridefinizione delle classi di concorso in funzione di una maggiore flessibilità del corpo docente


La possibilità di trasformazione degli atenei universitari in Fondazioni private


 


Certo anche molto altro, tra cui ad esempio: nuovi criteri di valutazione del comportamento degli studenti (bocciatura per il 5 in condotta), nuove norme in materia di scelta dei libri di testo volti a contenere le spese delle famiglie negli anni.


Vorrei commentare però solo alcuni aspetti di questa manovra articolata, la cui comprensione in toto non è facile, soprattutto per gli scenari nuovi che apre.


 


1.        Dopo tanti disastrosi tentativi, da destra e da sinistra, di riformare la scuola italiana, oggi assistiamo ad una novità: un progetto di riorganizzazione del sistema scolastico ispirato a criteri non pedagogici ma economici, unicamente economici: è Tremonti a indicare quanto e cosa tagliare, la quantità/la qualità


2.        Si procede per decreto legge palesando il  rifiuto di ogni contrattazione o problematizzazione della proposta fatta


3.        Lo spirito dei tagli rifugge ogni criterio qualitativo o meritocratico. Si taglia, attenzione, non posti in esubero, ma posti che risulteranno vacanti grazie all’accorpamento delle classi. Avremo classi più numerose e docenti di ruolo rimasti chiamati a coprire i buchi rimasti, con un evidente peggioramento della qualità del servizio offerto.


4.        Il maestro unico impiegato per 24 ore settimanali metterà e forte rischio il tempo pieno. Il ministro smentisce ma se si fanno sue conti…. Certo un maestro su tre resterà a disposizione per il pomeriggio, dati i tagli sul personale ma…con che criterio si scelgono i maestri del mattino e quelli del pomeriggio? Se le attività del maestro unico si svolgono la mattina il pomeriggio cosa diventa? Dopo scuola? Baby parking?


5.        Si parla di una globale riduzione del monte orario scolastico, nella scuola di Primo e di Secondo grado. Mi chiedo: a parte il fatto che un Paese dovrebbe puntare a tenere i figli a scuola più che meno, come reagiranno  tante famiglie  di fronte al problema di gestire la presenza del figlio a casa nel pomeriggio? Certo il governo ama e sostiene la famiglia modello presepe, ma qualcuno ha spiegato  loro che oggi il lavoro femminile non è più (ammesso che lo sia mai stato) un vezzo da casalinghe annoiate ma una scelta consapevole e per molte donne una vera necessità e che in aumento sono le disgregazioni dei nuclei familiari per i motivi più vari?


6.        Si parla di una scuola mangia soldi: bisogna risparmiare? Io nella pubblica ci lavoro e credetemi….non è una sala da tè del Lions. Mancano strutture, laboratori, computer, docenti (SIIIIIIIIIIIIIIIIIII QUELLIIIIIIIIIIIIIIIIIII), tecnici di laboratorio, materiali bibliografici, sostegno ai diversamente abili, fondi per le attività di recupero, e via dicendo….Su cosa di grazia risparmiare?


7.        Sui precari direte voi? Già anch’io, da giovane precaria,  lo so: se non c’è posto si cambia lavoro. A parte le difficoltà oggettive di questo. Tira via per persone come me, entrate a loro consapevole rischio e pericolo nella scuola, sapendo che avrebbe anche potuto essere una causa persa e pronte, quindi a reinventarsi….(anche se mi trema la mano nello scrivere sta frase). Ma la scuola campa da anni su precari definiti storici, perché ormai da 10, 20, anni in cattedra tutti i primi settembre, licenziati, a volte il 23 dicembre, per essere riassunti i 7 gennaio(::::), sfruttati perché meno costosi (I contratti annuali, scadono quasi sempre il 30 giugno. Quindi perché assumere, il supplente è più conveniente). Carne da lavoro. Dice la Gelmini non licenzieremo nessuno, il contratto pubblico non lo permette. Il precario , anche quando ha 55 anni e insegna da una vita e magari anche molto, molto bene, non occorre licenziarlo, basta non riassumerlo e tanti saluti.


8.        Si sostiene da parte della maggioranza che la strada di una progressiva privatizzazione del mondo della scuola e dell’università porterà ad un sistema più efficiente e produttivo. Non sono contro a priori ma….dov’è il privato in Italia? Chi sono i privati in Italia? Esiste un mercato libero in Italia? Quale pluralità nell’offerta formativa può esserci in Italia? La Chiesa e….? Berlusconi e…?


9.        Certo mi direte: ci sono tanti prof che non fanno il loro dovere, che rubano lo stipendio, che mandano i falsi certificati di malattia, certo! Ne conosco anche qualcuno…ma resteranno a scuola, sono di ruolo e nessun provvedimento di verifica della qualità della loro professionalità verrà messo in atto. Anche le SSIS  vengono chiuse. Se c’era una speranza che in Italia si affermasse l’idea che insegnare è una professione con competenze specifiche, didattiche, comunicative, relazionali oltre che culturali, adesso è affondata.


10.     Ultimo (ma ne avrei altre da dire….) Si deve tutti risparmiare no? Noi tagliamo i fondi alla pubblica istruzione ma manteniamo contingenti militari all’estero nel sostenere posizioni internazionali di dubbio valore etico. Spediamo l’esercito nel Sud ma tagliamo i fondi a chi,  a scuola, coltiva la  cultura della legalità, dell’integrazione, della pace. Meglio i muscoli dei libri? Forse…


11.     La Gelmini tuonerebbe a questo punto: Il primo punto del mio decreto rende obbligatoria la storia civica! A parte il fatto che la si insegna da sempre…che senso ha in un contesto in cui si propongono classi differenziali per immigrati, e si prospettano classi di 35 allievi ciascuna, per tenere buone le quali, certo che mi serve il 5 in condotta  e possibilmente anche di più (un mio collega filgovernativo trattandomi da idiota mi suggeriva la possibilità di utilizzare moderne tecnologie tipo….il microfono!!!!!!!!!!!!)


 


Chiudo, ma solo per il momento. Un’ultima riflessione.


 Il mondo della scuola si è svegliato (durerà?) in questi giorni. Gli studenti si sono per una volta ricordati che i prof non sono solo i protagonisti di You tube, ma anche  e spesso per la maggioranza, checchè se ne dica a giro,  i loro principali interlocutori nel mondo dell’istruzione, con capacità, competenze, dedizione, passione per loro, prima ancora che per le loro materie. SI occupa, si parla insieme, INSIEME, non solo CONTRO, ma anche PER.


Allora vi prego, visto che tutti o molti di noi abbiamo figli, o li avremo e apparteniamo a quella società civile che a scuola è cresciuta, nel bene e nel male. Sosteneteci. Come? Andando oltre il luogo comune, del prof fannullone..incontrateci, aiutateci a proporre, fatevi sentire senza giustizialismi emotivamente appaganti ma sterili. La scuola è nostra, è il nostro futuro, è il punto da cui ripartire. Giù le mani dalla scuola!


 

venerdì 17 ottobre 2008

FIDUCIA NEL GOVERNO: GELMINI UNA STAR

Sento un po di fiacca nel blog... provo a tornare niccurturale:

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Sondaggio Ipr marketing per Repubblica.it sulla fiducia al governo
Il Presidente del Consiglio mai così in alto da maggio. Stabile il governo


Il premier al massimo della fiducia
Tremonti, Gelmini, Brunetta: le star


Tra i partiti bene l'Udc e Di Pietro. Il Pd per la prima volta sotto il 30 per cento
di CLAUDIA FUSANI





Il premier al massimo della fiducia Tremonti, Gelmini, Brunetta: le star


ROMA - Un uomo solo al comando, si chiama Silvio Berlusconi: il 62 per cento degli italiani ha fiducia in lui come premier, come leader e come capo del governo. Nonostante la crisi economica, nonostante le pessime notizie che arrivano dal fronte della spesa pubblica, del costo della vita e dell'inflazione. Nonostante governi a colpi di decreti e fiducia, abbia traslocato Palazzo Chigi a palazzo Grazioli, la sua residenza privata, e tutto il modo di procedere di questo governo sia sempre più simile a una gestione aziendale e il consiglio dei ministri a un consiglio di amministrazione. Nonostante, ancora, i lodi che via via "salvano" lui in quanto premier (Alfano), i manager (lodo Cicolani-Paravia) e l'anziano giudice Corrado Carnevale, quello che in Cassazione "ammazzava" le sentenze di mafia, che definì Giovanni Falcone "un cretino" e che potrebbe diventare primo presidente della Cassazione.

Nonostante tutto questo, che sono i capi d'accusa secondo l'opposizione, il gradimento di Silvio Berlusconi cresce di due punti e non è mai stato così in alto dall'inizio della legislatura. Lo dice il sondaggio Ipr marketing per Repubblica.it. Le interviste sono state effettuate il 13 e il 14 ottobre, hanno coinvolto mille cittadini italiani residenti in Italia e disaggregati per sesso, età ed area di residenza. Ha risposto il 93 per cento degli intervistati. Il sondaggio misura la fiducia anche nel governo (costante, 54%) e in ogni singolo ministro. Nella squadra di Palazzo Chigi, Giulio Tremonti strappa il trono a Roberto Maroni grazie a un balzo in avanti di cinque punti percentuale.

Silvio, prima di tutto. Ipr marketing ha misurato con costanza mensile, dall'8 maggio giorno in cui il governo ha giurato, la febbre della fiducia nel premier da parte degli italiani. E mai era arrivata al 62 per cento, due punti percentuale in più rispetto al 15 settembre (60%), nove in più rispetto alla partenza. Il Cavaliere è stato sempre in costante crescita tranne nella rilevazione di metà luglio. Tiene anche la squadra di governo: il suo gradimento resta costante (54%) rispetto a un mese fa, a maggio era partita dal 49 per cento. In generale si può dire che il momento di maggiore difficoltà per il team di Berlusconi sia stato a luglio, nel pieno della discussione sulla legge sull'immunità alle più alte cariche dello stato.

Giulio batte Roberto. Piccoli terremoti in vetta alla classifica del gradimento nei confronti di ogni singolo ministro. Per la seconda volta Giulio Tremonti conquista il podio più alto (la prima fu a giugno) scalzando per un punto percentuale il collega dell'Interno Roberto Maroni. Il professore ha dimostrato, così almeno dice il sondaggio, di saper tenere dritta la barra nelle tempeste economiche e finanziarie di queste settimane. Soprattutto ha dimostrato che il suo pessimismo, quello per cui ha spiegato di aver blindato a luglio la finanziaria perché in autunno ci sarebbero state tempeste, era fondato e motivato. Gli italiani ricordano e lo premiano. E' sotto di un punto, ma costante rispetto al mese prima, Maroni che tiene duro su immigrazione, lotta alla criminalità e la spunta sul collega alla Difesa Ignazio La Russa circa l'impiego di militari lungo il litorale domizio per fronteggiare i casalesi.
<b>Il premier al massimo della fiducia<br/>Tremonti, Gelmini, Brunetta: le star</b>

Il ministro Brunetta prova i nuovi tornelli all'ingresso di palazzo Chigi




Brunetta incalza. A quanto pare possono di più i tornelli d'ingresso per i dipendenti di Palazzo Chigi, la campagna sui fannulloni e il piano di taglio dei costi della burocrazia che non la previsione di non assumere un terzo dei ricercatori con contratto a termine. O, in parte c'entra un po' anche lui, la privatizzazione delle università. Renato Brunetta, che firma entrambi i provvedimenti, cresce di due punti percentuale (60% di gradimento), sale al terzo posto della classifica, a parità con il titolare della Farnesina Franco Frattini (60%), e si conferma in assoluto il più gradito della squadra di governo. A maggio era al palo, al 45%, tra i più bassi. A giugno, con la campagna sui fannulloni, era già schizzato al sessantuno per cento, secondo solo a Berlusconi.

Stabili Sacconi e Alfano. Alitalia, nel cui decreto era stato infilato lo scherzetto del lodo salva-manager, e riforma della giustizia non pesano sul termometro della fiducia dei titolari del Welfare e Giustizia. La lunga e drammatica trattativa sulla cessione a Cai della compagnia aerea nazionale, il pugno di ferro di Sacconi contro quello di velluto di Letta (non misurato in quanto non è ministro) non spostano il gradimento (58 per cento) nei confronti del ministro del Lavoro. Gradimento che addirittura migliora (di due punti fino ad arrivare al 54%) nei confronti del ministro Guardasigilli.

Gelmini, è nata una stella. Proprio così, altro che grembiuli, maestri unici e otto miliardi di euro di taglio alla scuola pubblica. La giovane ministra della Pubblica Istruzione mette a segno in questo mese il balzo in avanti più consistente,quattro punti (42%) contro i cinque di Tremonti. Eppure le città sono piene di cortei, manifestazioni e sit-in. Tutti contro "Santa Ignoranza" che ha il volto gentile del ministro.

Carfagna, sempre meglio. Il ddl sul federalismo non porta voti ai leghisti: Bossi e Calderoli, che di quella legge sono i depositari, restano stabili, anzi il Senatur scende di un punto. Piacciono, invece, la legge sulla prostituzione e quella sullo stalking (minacce telefoniche), fiori all'occhiello del ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna che guadagna due punti, arriva al 44 per cento e non era mai stata così in alto nei sondaggi di Ipr marketing.

E nel dettaglio... Il sondaggio questa volta cerca di andare oltre la semplice fiducia e di individuarne i motivi sulla base di quattro indicatori: determinazione, sincerità, competenza e capacità comunicativa. Combinando i risultati, vince alla grande Renato Brunetta: è il più sincero e il più determinato; è al secondo posto per la competenza e al terzo per la capacità comunicativa. Un trionfo. Lo segue Maroni, grande comunicatore, semplice, schematico, la concessione dell'occhialino rosso che non guasta. Tremonti risulta il più competente ma resta in fondo (rilevate solo le prime cinque posizioni) su sincerità e comunicativa.

La fiducia nei partiti. La più premiata è l'Udc (ma non c'era ancora la notizia del sindaco arrestato in Calabria per collusione con l'ndrangheta) che sale di cinque punti percentuali (25%). Il partito di Casini resta ultimo preceduto dalla Lega stabile al 30%. Si muove la situazione in testa. Primo il partito del Popolo della Libertà (54%), seguito da Di Pietro il cui gradimento cresce di due punti (46%). Perde invece un punto e va per la prima volta sotto il 30 per cento il Partito Democratico. A maggio era al 38 per cento. Non bello un anno dopo il trionfo delle primarie.

[fonte: repubblica.it]
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Questo è un sondaggio commissionato da Repubblica, ma allora questo governo sta lavorando bene?

Cosa c'è che non quadra... a sentire gli interessati dei settori soggetti ai tagli traspare che le manovre del governo siano pazzesche, ma il consenso non accenna a calare, anzi per la Gelmini sale...

Mi chiedo perchè gli Univerisitari protestano contro il ministro che taglia e non chiedono le dimissioni dei Rettori e tutto il loro entourage (che sono quelli che così male hanno gestito i pochi soldi che c'erano)?

bye
Sauro