L’Italia ha in agenda l’acquisto, di 131 F-35, ovvero cacciabombardieri americani supersonici (cioè capaci di oltrepassare in volo la barriera del suono)
http://www.paginedidifesa.it/2008/pdd_081137.html
I veivoli in questione sono aerei creati per attaccare fulmineamente e in maniera da essere difficilmente identificabili da radar, in quanto dotati di "bassissima osservabilità".
Da più parti si è mossa un’obiezione all’acquisto italiano di questi strumenti di guerra per due motivazioni principali:
- L’Italia rifiuta nella Costituzione la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti, pertanto accetta l’impiego dei propri soldati solo in missioni di "difesa della pace" e non di attacco, che non giustificano, quindi, l’utilizzo degli F-35
- Il costo previsto per tale acquisto sarebbe onerosissimo ("25 ed i 30 mila miliardi delle vecchie lire") anche perché il costo di tale aerei è lievitato negli anni oltre il preventivo iniziale.
http://www.francarame.it/node/529
L’Istituto per gli Affari Internazionali, in una relazione su IL PROGRAMMA F-35 JOINT STRIKE FIGHTERE L’EUROPA
http://www.iai.it/pdf/Quaderni/Quaderni_31.pdf
Dichiara che il rifiuto di dotarsi di velivoli da attacco al suolo sarebbe frutto di " una visione ideologica, spesso permeata da un irrealistico isolazionismo, smentita dai fatti", propria di un " fronte pacifista", "antiamericana". sostenitore dell’assunto secondo il quale sono "le armi a creare le guerre e che esistano armi "difensive"e armi "offensive".
Nella stessa relazione si ricorda che L’avvio della partecipazione dell’Italia al programma F-35 fu decisa dal Governo D’Alema nel 1998 con un contributo di 10 milioni di dollari e proseguita dal governo Berlusconi, firmatario, nel 2002, di un accordo bilaterale con il Departmentof Defence statunitense, per l’avvio della fase System Design &Development (Sdd), costata all’Italia "circa 1.000 milioni di dollari, suddivisi in 11 anni a partire dal 2002"
Al di là degli infiniti temi di discussione e approfondimento possibili a riguardo, io, da cittadina non competente di questioni militari e quindi disposta a mettermi in discussione, non posso fare a meno di chiedermi cosa significhi un impegno militare previsto possibile da una classe dirigente di sinistra prima, di destra dopo che, tutti i giorni, mi bombarda con allarmi sulla crisi economica e mette a rischio il mio posto di lavoro ventilando tagli agli sprechi individuati, almeno nel mondo della scuola, prevalentemente in risorse umane ("esuberi".)
Chi mi risponde?
E' lo stesso governo che nel decreto "anticrisi" ha deciso un robusto taglio agli sgravi fiscali sugli investimenti in efficienza ambientale (modifiche architettoniche, etc.).
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/ambiente/efficienza-energetica/sgravi-fiscali-difficili/sgravi-fiscali-difficili.html
Hanno la faccia come il c...