giovedì 4 dicembre 2008

Un altro mondo è possibile?

L'11 dicembre i nostri governi decideranno la risposta europea al cambiamento climatico per i prossimi 12 anni. Se non si accorderanno sull'abbattimento di almeno del 30% delle emissioni di gas serra in Europa entro il 2020, non riusciremo a mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, e a impedire la catastrofe climatica.




Giorni fa, alla televisione, un rappresentante dell' ennesima associaizone dei consumatori proponeva un illuminato metodo di raggiro della crisi economica: anticipare i saldi  invernali, proprio come sta avvenendo in Inghilterra o nelgi Usa, per permettere alla gente di fare i regali di Natale e compreare il panettone.



ttp://www.corriere.it/cronache/08_novembre_19/Finti_saldi_contro_la_crisi



Nel frattempo veniamo letteralmente sommersi di pubblicità, a mio avviso oscene, trasudanti cibo, giocattoli, abiti, elettrodomestici, automobili, giochi virtuali (mai come quest'anno!), e quant'altro e sollecitati da un continuo "compra, compra, compra compra".

Ma vi sembra possibile che nessuno si domandi il senso di un sistema schiavo del consumo,  (se la gente non compra, le fabbriche chiudono, le botteghe chiudono, le banche falliscono, gli stati collassano, la genete perde lavoro, servizi, sicurezza, dignità ecc.....)? Per uscire dalla crisi noi chiediamo a questa realtà....Metteteci nelle condizioi di spendere di più?

E intanto alle nostre porte: i ghiacci si sciolgono, gli animali si estinguono, popoli muoiono nella fame e nella guerra  e noi.....mangiamo il panettone?

Buon appetito

4 commenti:

  1. La mia sensazione è che siamo in mezzo a un guado e lontani da entrambe le rive. I sistemi socialisti, basati sulle necessità di ciascuno e non sul consumo, sono falliti. D'altra parte sembra che il sistema capitalista sia insostenibile dal punto di vista ambientale, dal punto di vista degli equilibri mondiali e, se la crisi di queti mesi è "vera", anche dal punto di vista finanziario all'interno degli stessi Paesi occidentali.
    Tutti oggi (a partire da San Giulio Tremonti sulla via di Damasco) sembrano d'accordo che la via d'uscita è "mettere regole al mercato". Basterà questo (ammesso e non concesso che lo vogliamo davvero...) a cambiare il senso dell'economia basata sul PIL e sui panettoni?

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  2. Scusate, l'autore del precedente sono io

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  3. Credo che vadano rifondate le regole della conivenza civile,richiarici il rapporto dell' individuo con lo Stato e con i suoi simili. Robetta vero? Qual'è oggi il limite tra ciò che mi spetta, in termini di proprietà, servizi, benessere e ciò che spetta agli altri e posso pensare che occuparmi solo del mio panettone mi renda davvero più sicuro e felice, se dietro la porta un mio simile (simile?) muore per un raffreddore? Ha senso che io mi senta povera se non posso rinnovare il guardaroba o comprarmi la playstation nuova versione?

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  4. D'accordo dal punto di vista etico. Resta il fatto, come dicevi tu, che se smettiamo tutti insieme di comprare playstation Nintendo licenzia (magari a Taiwan...) e gli operai sono per strada.
    Riusciamo a immaginare un sistema economico non fondato sulla tirannia del PIL? A investire in opere di pubblica utilità anziché in cazzate virtuali? Più stato e meno mercato? Perché io, da ignorante in materia, al mercato "etico" ci credo davvero poco (sarà che mi viene in mente la Compagnia delle Opere...)

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