sabato 15 novembre 2008

Vaticano e morte cerebrale

Non so se avete seguito la querelle. Se non la conoscete, smettete pure di leggere, non vale la pena.


Se invece avete sentito, come me, il recente intervento di Papa Ratzinger che insinua dubbi sui criteri di accertamento della morte cerebrale, con pericolosi effetti sulle donazioni di organi, e magari qualche dubbio è venuto anche a voi, seguitemi un attimo.


Quest'idea segue un filone di pensiero già espresso in un editoriale dell'Osservatore Romano di inzio settembre, che parte dalla posizione (ideologica) di chi contesta che la morte del cervello coincida con la morte tout-court, probabilmente pensando in questo modo di "difendere" meglio la vita in tutte le sue manifestazioni.


Bene, per quanto ne sappiamo non è così. E, per chi resta dubbioso, vi segnalo questo recente documento della Pontificia Accademia delle Scienze, che ho scaricato dal sito del Vaticano, è che chiarisce l'opinione unanime degli scienziati "vaticani" sul fatto che la morte cerebrale è morte e basta, e che lo stato vegetativo persistente (leggi Eluana) è tutt'altro.


Conclusioni:


1) c'è sempre qualcuno "più papista del papa", ma la totalità delle opinioni più autorevoli, anche in campo cattolico, è concorde sul fatto che se l'EEG è piatto, purtroppo, siamo morti, e che possiamo serenamente donare i nostri organi;


2) ganzo che chi propaganda granitiche certezze sulle qustioni più intime e controverse della vita personale metta poi in dubbio anche le poche vere certezze scientifiche che ci sono... Difendiamoci dalla malafede e dall'ignoranza!

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