sabato 18 ottobre 2008

Giù le mani dalla scuola

Cari amici del Blog! Finalmente riesco a riconnettermi (in più di un senso….) e…ma quanto avete scritto!!!!!!!!!!! Bravi!!!!!!!!!!!!!!!!! Sto per inondarvi di considerazioni sul caos per niente calmo in cui è piombata la scuola in questi giorni. Quindi, se  ripeto qualcosa di già scritto, perdonatemi, appena mi metto in pari a leggere i vostri articoli rispondo. Per ora….sopportatemi!!!!!!!


Intanto due informazioni riepilogative.


 


Decreto legge 25/giugno


http://www.camera.it/parlam/leggi/decreti/08112d.htm


 


Legge 133/08 6 agosto 2008


 http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm


 


Decreto legge 137/08 28/08/08 (Gelmini)


http://www.governo.it/Governo/Provvedimenti/testo_


 


Durante l’estate il governo, ovvero in questo caso Brunetta Tremonti e Gelmini, ha messo mano attraverso una serie di decreti leggi vari provvedimenti volti a risanare il bilancio italiano attraverso una  campagna contro gli sprechi e gli abusi (la polemica sui “fannulloni”) del servizio pubblico. 


 Per quanto attiene alla scuola, questo ha significato un piano di tagli molto ingenti decisi nel testo della finanziaria, (si parla di circa 8 miliardi), implicanti una stretta sul personale ATA (assistente tecnico amministrativo)  e Docente.


Il piano finanziario si è poi gemellato con quello che viene ormai chiamato “decreto Gelmini”, attualmente sul tavolo del Senato in attesa di approvazione, volto alla  riforma (ma il termine è discutibile) della scuola pubblica e dell’università. I cambiamenti preannunciati in questi testi di legge sembrano ispirati allo spirito di contenimento della spesa incoraggiato da Tremonti.


 


Il maestro unico alle elementari


Aumento del numero minimo degli studenti per istituto (accorpamenti degli istituti al di sotto)


Ridefinizione dei criteri di formazioni delle classi


L’aumento del numero massimo e minimo (E MINIMO!) degli alunni per classe


Blocco del turn over (cioè delle assunzioni dei precari)


Ridefinizione delle classi di concorso in funzione di una maggiore flessibilità del corpo docente


La possibilità di trasformazione degli atenei universitari in Fondazioni private


 


Certo anche molto altro, tra cui ad esempio: nuovi criteri di valutazione del comportamento degli studenti (bocciatura per il 5 in condotta), nuove norme in materia di scelta dei libri di testo volti a contenere le spese delle famiglie negli anni.


Vorrei commentare però solo alcuni aspetti di questa manovra articolata, la cui comprensione in toto non è facile, soprattutto per gli scenari nuovi che apre.


 


1.        Dopo tanti disastrosi tentativi, da destra e da sinistra, di riformare la scuola italiana, oggi assistiamo ad una novità: un progetto di riorganizzazione del sistema scolastico ispirato a criteri non pedagogici ma economici, unicamente economici: è Tremonti a indicare quanto e cosa tagliare, la quantità/la qualità


2.        Si procede per decreto legge palesando il  rifiuto di ogni contrattazione o problematizzazione della proposta fatta


3.        Lo spirito dei tagli rifugge ogni criterio qualitativo o meritocratico. Si taglia, attenzione, non posti in esubero, ma posti che risulteranno vacanti grazie all’accorpamento delle classi. Avremo classi più numerose e docenti di ruolo rimasti chiamati a coprire i buchi rimasti, con un evidente peggioramento della qualità del servizio offerto.


4.        Il maestro unico impiegato per 24 ore settimanali metterà e forte rischio il tempo pieno. Il ministro smentisce ma se si fanno sue conti…. Certo un maestro su tre resterà a disposizione per il pomeriggio, dati i tagli sul personale ma…con che criterio si scelgono i maestri del mattino e quelli del pomeriggio? Se le attività del maestro unico si svolgono la mattina il pomeriggio cosa diventa? Dopo scuola? Baby parking?


5.        Si parla di una globale riduzione del monte orario scolastico, nella scuola di Primo e di Secondo grado. Mi chiedo: a parte il fatto che un Paese dovrebbe puntare a tenere i figli a scuola più che meno, come reagiranno  tante famiglie  di fronte al problema di gestire la presenza del figlio a casa nel pomeriggio? Certo il governo ama e sostiene la famiglia modello presepe, ma qualcuno ha spiegato  loro che oggi il lavoro femminile non è più (ammesso che lo sia mai stato) un vezzo da casalinghe annoiate ma una scelta consapevole e per molte donne una vera necessità e che in aumento sono le disgregazioni dei nuclei familiari per i motivi più vari?


6.        Si parla di una scuola mangia soldi: bisogna risparmiare? Io nella pubblica ci lavoro e credetemi….non è una sala da tè del Lions. Mancano strutture, laboratori, computer, docenti (SIIIIIIIIIIIIIIIIIII QUELLIIIIIIIIIIIIIIIIIII), tecnici di laboratorio, materiali bibliografici, sostegno ai diversamente abili, fondi per le attività di recupero, e via dicendo….Su cosa di grazia risparmiare?


7.        Sui precari direte voi? Già anch’io, da giovane precaria,  lo so: se non c’è posto si cambia lavoro. A parte le difficoltà oggettive di questo. Tira via per persone come me, entrate a loro consapevole rischio e pericolo nella scuola, sapendo che avrebbe anche potuto essere una causa persa e pronte, quindi a reinventarsi….(anche se mi trema la mano nello scrivere sta frase). Ma la scuola campa da anni su precari definiti storici, perché ormai da 10, 20, anni in cattedra tutti i primi settembre, licenziati, a volte il 23 dicembre, per essere riassunti i 7 gennaio(::::), sfruttati perché meno costosi (I contratti annuali, scadono quasi sempre il 30 giugno. Quindi perché assumere, il supplente è più conveniente). Carne da lavoro. Dice la Gelmini non licenzieremo nessuno, il contratto pubblico non lo permette. Il precario , anche quando ha 55 anni e insegna da una vita e magari anche molto, molto bene, non occorre licenziarlo, basta non riassumerlo e tanti saluti.


8.        Si sostiene da parte della maggioranza che la strada di una progressiva privatizzazione del mondo della scuola e dell’università porterà ad un sistema più efficiente e produttivo. Non sono contro a priori ma….dov’è il privato in Italia? Chi sono i privati in Italia? Esiste un mercato libero in Italia? Quale pluralità nell’offerta formativa può esserci in Italia? La Chiesa e….? Berlusconi e…?


9.        Certo mi direte: ci sono tanti prof che non fanno il loro dovere, che rubano lo stipendio, che mandano i falsi certificati di malattia, certo! Ne conosco anche qualcuno…ma resteranno a scuola, sono di ruolo e nessun provvedimento di verifica della qualità della loro professionalità verrà messo in atto. Anche le SSIS  vengono chiuse. Se c’era una speranza che in Italia si affermasse l’idea che insegnare è una professione con competenze specifiche, didattiche, comunicative, relazionali oltre che culturali, adesso è affondata.


10.     Ultimo (ma ne avrei altre da dire….) Si deve tutti risparmiare no? Noi tagliamo i fondi alla pubblica istruzione ma manteniamo contingenti militari all’estero nel sostenere posizioni internazionali di dubbio valore etico. Spediamo l’esercito nel Sud ma tagliamo i fondi a chi,  a scuola, coltiva la  cultura della legalità, dell’integrazione, della pace. Meglio i muscoli dei libri? Forse…


11.     La Gelmini tuonerebbe a questo punto: Il primo punto del mio decreto rende obbligatoria la storia civica! A parte il fatto che la si insegna da sempre…che senso ha in un contesto in cui si propongono classi differenziali per immigrati, e si prospettano classi di 35 allievi ciascuna, per tenere buone le quali, certo che mi serve il 5 in condotta  e possibilmente anche di più (un mio collega filgovernativo trattandomi da idiota mi suggeriva la possibilità di utilizzare moderne tecnologie tipo….il microfono!!!!!!!!!!!!)


 


Chiudo, ma solo per il momento. Un’ultima riflessione.


 Il mondo della scuola si è svegliato (durerà?) in questi giorni. Gli studenti si sono per una volta ricordati che i prof non sono solo i protagonisti di You tube, ma anche  e spesso per la maggioranza, checchè se ne dica a giro,  i loro principali interlocutori nel mondo dell’istruzione, con capacità, competenze, dedizione, passione per loro, prima ancora che per le loro materie. SI occupa, si parla insieme, INSIEME, non solo CONTRO, ma anche PER.


Allora vi prego, visto che tutti o molti di noi abbiamo figli, o li avremo e apparteniamo a quella società civile che a scuola è cresciuta, nel bene e nel male. Sosteneteci. Come? Andando oltre il luogo comune, del prof fannullone..incontrateci, aiutateci a proporre, fatevi sentire senza giustizialismi emotivamente appaganti ma sterili. La scuola è nostra, è il nostro futuro, è il punto da cui ripartire. Giù le mani dalla scuola!


 

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