venerdì 25 settembre 2009

Condoni e sinistra

da G I U S TA M E N T E di Bruno Tinti
(il fatto quotidiano di oggi)

Condoni,
indietro a sinistra

Periodicamente la sinistra ti fa incazzare. Ultima
occasione: lo scudo fiscale.
Tutti i partiti della sinistra si sono indignati per via
dell’emendamento che assicura l’amnistia agli evasori
fiscali e ai falsificatori di bilancio. Non sto a ripetere le
frasi grondanti di retorica pronunciate da esponenti di
vertice e peones vari perché ci incazza ancora di più.
Il fatto è che la sinistra dimentica che i condoni (lo scudo
fiscale è un condono) dal 73 al 95 li hanno fatti Governi
presieduti da democristiani e, l’ultimo, da Dini, con il suo
appoggio determinante. E pare un po’ strano che ci
siano condoni buoni e condoni cattivi.
Ma soprattutto la sinistra dimentica che non ha titolo
per indignarsi dell’impunità per i reati tributari e il falso
in bilancio agganciata allo scudo fiscale; per l’ottima
ragione che questa impunità preesiste allo scudo fiscale
e trova la sua origine in due leggi fatte apposta per non
perseguire questi reati. La prima, la legge che “punisce” i
reati tributari (L. 74/2000), è stata emanata da un
Governo presieduto da D’Alema (Ministro delle Finanze
Visco); e il Parlamento (a maggioranza di sinistra) l’ha
stravolta al punto che ormai di processi per reati
tributari non se ne fanno più. Perché? Per tante ragioni
troppo tecniche per spiegarle qui. Una per tutte: perché
ci sono soglie di punibilità altissime: un’evasione di
100.000 euro all’anno (per ogni imposta, quindi 100.000
per Irpef e 100.000 per Iva) non è penalmente rilevante;
avete capito bene: ricavi non dichiarati per circa un
quarto di milione all’anno non meritano un processo
penale. La seconda, la legge sul falso in bilancio (L.
61/2002) è stata fatta dal governo Berlusconi per le note
ragioni (serviva per cavarlo dai guai nei processi a suo
carico); solo che poi, una volta conseguito lo scopo, la
legge è rimasta lì e si è applicata a tutti gli altri
falsificatori di bilancio italiani. Così, dal 2002, anche di
processi per falso in bilancio non se ne fanno più.
Quando, dal maggio 2006 al maggio 2008, il
Governo Prodi ha avuto la concreta possibilità
di modificare e abrogare queste leggi, s’è guardato
bene dal farlo. E sì che in quel governo c’era gente
che, nella precedente legislatura, si era stracciata le
vesti, aveva fatto sit in fuori del Parlamento e
proclamato che, se fosse tornata al governo, per
prima cosa avrebbe abrogato le leggi vergogna. Come
è finita lo sappiamo tutti. E, se Berlusconi e soci oggi
fanno un condono degno del “cartello di Medellìn”
(lo ha detto Anna Finocchiaro), la colpa è
dell’insipiente opposizione che è rimasta insipiente
anche quando era maggioranza.
Sicché, quando oggi la sinistra recita il consueto
copione e fa finta di ignorare che questi reati non
sono perseguiti da anni per via di leggi fatte apposta
per assicurare l’impunità a questo genere di
delinquenti; e che lei stessa le ha emanate o nulla ha
fatto, pur potendo, per abrogarle; ecco, come ho
detto, è una cosa che fa incazzare.

2 commenti:

  1. Opposizione? Quale opposizione? E comunque si tratta di una sinistra per modo di dire...
    Che schifo!

    RispondiElimina
  2. Opposizione? Quale opposizione? E comunque si tratta di una sinistra per modo di dire...
    Che schifo!

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