martedì 29 settembre 2009

Povera Italia

da Il Fatto Quotidiano di oggi

Liberate il ladro
“Quest’anno  – rivela  il pm  Greco -  una banca  milanese si accorge che un suo funzionario ha rubato in  tre  mesi  22  milioni  euro  da  conti  dei  clienti  e  li ha trasferiti all’estero. I vertici dell’istituto, allora, lo chiudono in una stanza, gli sequestrano il telefonino e chiamano la polizia giudiziaria: “Abbiamo preso in quasi flagranza un nostro dipendente infedele, venite ad arrestarlo”. La Polizia giudiziaria arriva e che fa? Lo libera: in Italia, per appropriazione indebita e truffa, anche pluriaggravate, non si può arrestare. Siamo l’unico paese al mondo in cui l’amministratore o il dirigente che ruba non può finire in carcere, né prima né dopo il processo (anche perché la prescrizione scatta dopo 7anni e mezzo). Per questo, in casi simili, alcuni pm di Milano han preso a contestare il furto aggravato che, essendo previsto per i ladri di strada, prevede pene altissime, fino a 20 anni, con prescrizione ‘lunga’. Non so se  questa impostazione giuridica reggerà.  Ma, se potessimo di nuovo considerare le banche come servizi pubblici, potremmo contestare il peculato, che ha pene più alte e prescrizioni più lunghe”.

2 commenti:

  1. A me queste cose fanno veramente incazzare!

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  2. La truffa e l'appropriazione indebita sono punite con il carcere fino a 3 anni (Art. 640 e 643 C.P.). Ovviamente dopo la condanna in tribunale. La custodia cautelare (cioè l'arresto) prima del giudizio, per quanto so, è consentita se c'è pericolo di fuga, inquinamento delle prove o reiterazione del reato.
    Di cosa stiamo parlando? Il problema mi pare essenzialmente quello della lentezza dei processi, a causa della quale, molti innocenti trascorrono ingiustamente anni in carcere e molti colpevoli beneficiano ingiustamente della prescrizione.
    Non si tratta di "arrestare" di più, ma di avere una giustizia efficiente.
    Con buona pace degli amici dipietristi, il giustizialismo a tutti i costi è una delle poche cose che "mi fanno incazzare" (per citare Johanson) più della disonestà.

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