mercoledì 11 novembre 2009

Miserabili e grandi artisti

http://www.onetivu.it/10/11/2009/paolini-liberta-e-partecipazione/


Spero che l'abbiate visto! lunedì su La7 il mitico Marco Paolini ha dato spettacolo con uno dei suoi recital, "Miserabili. Io e Margaret Thatcher", questa volta sulle trasformazioni economiche globali dell'era Thatcher, accompagnato dal gruppo, interessantissimo, dei Mercanti di Liquori. Testi e tecnica di quest'attore...da fuori classe, l'ambientazione, un porto, quello di Taranto, il pubblico, poco, al freddo, ma affascinato, forse anche dalla scoperta che fare fatica, magari per ascoltare qualcosa che vale, fa sentire meglio che una tazza di tè caldo davanti al Grande Fratello. Il finale: un dibattito con gli spettatori che, microfoni alla mano, sono stati invitati a dire la loro. E, ovviamente, il tono degli interventi era quello italico, le lamentele, l'evocare la giustizia tradita, il pianto greco sui mali del governo che non ci ascolta, condito da storie di umana e profonda sofferenza (morti e/o malati sul lavoro, l'amianto, la mafia, le porcherie nazionali!)


Paolini? Batte la mano sulla spalla? Compiange? Condivide? No! Con profondo rispetto ma implacabile, correndo il rischio di sembrare duro e "predicatore"...dice più o meno questo


" Lo sentite il peso creato dai vostri sfoghi?" (e in effetti l'aria s'era fatta opprimente, come se ognuno dentro ragionasse su brutture e sull'impotenza di cancellarle, cercando uno sterile conforto nel piangere in compagnia). E aggiunge che questo atteggiamento è frutto di un rassegnato e, sì "miserabile", realismo, nel senso deleterio del termine: credere alla realtà così com'è senza più "speranza" di cambiarla. Perché, dice Paolini, (più o meno), "la paura, non fai niente e lei cresce cresce, la speranza costa fatica, va costruita"; ai realisti, quindi non resta che cercare sollievo nello sfogo liberatorio ma...perchè non...agire, progettare, tentare alternative?. Certo, aggiunge l'attore, se guardi il quadro tutto insieme hai perso in partenza, non puoi risolvere i  mali del mondo, dal surriscaldamento globale, alla fame, alla corruzione e a barbablù. Ma "se fai manutenzione" della realtà che abiti, il tuo lavoro, la tua città, se ti prendi cura nel piccolo, cercando soluzioni, condivise con gli altri, il vicino di casa, di banco, di tornio, d'ufficio forse a poco a poco il clima cambia, la fiducia torna, in cosa? in sé, nel sudore delle proprie mani, nelle idee del nostro cervello, nella possiblità di migliorare, e il tessuto si ricostruisce: L'era Thatcher  ci ha trasformati in individui, uomini, donne, famiglie, e orticelli recintati, ( la mania anglosassone delle enclosures!), forse nel cambio ci abbiam perso la "società", uno spazio condiviso con altri da me, con cui costruire.


e i titoli di coda: Gaber, ovviamente a ricordare che libertà è partecipazione!


popolo del blog! non vi sembra che anche noi (io per prima, se guardate il mio ultimo post) siamo a forte rischio di deleterio realismo? Lamentarsi è più facile che "sognare" alternative? Ci sfido a singolar tenzone! Andiamo oltre la denuncia.


Guardatevi lo spettacolo se vi capita.


 


 


 

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