mercoledì 28 aprile 2010

Sfogo di mamma

Appello a tutti i genitori che scrivono sul blog!


Ma come si fa a proteggere le testoline dei nostri bambini dal sovvertimento generale di ogni etica privata. pubblica, civile possibile?


Mi spiego. Il linciaggio collettivo contro l’attuale classe dirigente corrotta, pasticciona, mediamente drogata e collusa con la mafia e dedita a trasgressioni sessuali del terzo tipo è consolatorio e ottima valvola di sfogo. Però. Però. Però. Nasconde una trappola: la pericolosa sensazione di essere al riparo da ogni accusa, immacolati censori delle pecche altrui, quindi senza alcuna responsabilità.


Ma la mancanza di trasparenza, l’avidità, la ricerca di scappatoie, la fatica di tenere la schiena dritta di fronte alle lusinghe dei nostri istinti più bassi è osservabile in ogni strato della società, e vabbè, sì, forse il pesce puzza dalla testa, ma se marcisce marcisce tutto. E poi, in uno stato democratico è il popolo il vero depositario ed emissario del potere, i suoi rappresentanti ne riflettono le caratteristiche, e per ottenerne il voto fanno leva sui suoi desideri e valori.Basta gridare al complotto, gli “altri” siamo noi.


Il problema è che abbiamo lentamente sdoganato e legittimato una serie di comportamenti “gelatinosi”, divenuti sempre più costume collettivo, ma che hanno richiesto tanti sì individuali per diventare normali. Farsi raccomandare, violare la legge, accettare tangenti e via dicendo sono la punta dell’iceberg, sorretto da mille microscopici compromessi cui indulgiamo quotidianamente, fin dagli anni più “innocenti”della nostra vita. Mio figlio è piccolo ma ha già scoperto il fascino del vincere facile, magari barando o godendo di favoritismi; i miei studenti sanno perfettamente giustificare, anche con veemenza, il senso di copiare un compito o di falsare un risultato scolastico, sportivo e via dicendo (“via prf, lo fanno tutti!”).


E io? Boh non mi sento né santa né immacolata ma mi accorgo di avere ricevuto fin da piccola un messaggio talmente chiaro da ogni ambiente che mi ha educato, da provare oggi un istintiva repulsione di fronte alle possibilità di aggiustarmi la vita con mezzi poco corretti. Attenzione non voglio fare la morale a nessuno, mi fa paura il fanatismo morale, tanto. Ma mi chiedo se oggi sappiamo dare ai nostri figli lo stesso sprone a giocare pulito che ho avuto io.


Esempio: al liceo tutta la mia classe, me compresa, copiò il compito di matematica da una classe gemella che aveva la stessa prof e che aveva svolto il compito prima di noi.(qualcuno che legge forse ricorda…). Presi 9, tutti prendemmo 9 e ci fu annullato il compito per evidente truffa. Ma quello che non mi scorderò mai sono gli occhi e le parole cella prof che senza farla troppo lunga e barbosa ci disse: Un risultato ottenuto barando non è un risultato” della serie, che ci sia scritto 8 , 9 4, su un foglio niente cambia il fatto che tu lo sai cosa sei, lo sai che la matematica non la sai da 9, lo sai che non hai vinto. E allora dov’è il merito, il gusto, il senso?.


Da prof mi sono trovata dall’altra parte della barricata nella stessa situazione. Bè un’intero consiglio di classe è stato messo in croce da genitori irritati perché una mia collega si permise di scrivere una nota disciplinare causa il furto dalla sua borsetta del testo di un compito ad opera degli studenti “son ragazzi” dissero i genitori, “l’abbiamo fatto tutti avete esagerato”.


Cosa rispondiamo ai nostri figli quando si comportano scorrettamente? Cosa traspare dai nostri discorsi, i nostri comportamenti, le nostre battute, i commenti alle notizie e via dicendo?


Come glielo spiegate voi ai vostri figli il senso dell’onestà?


Attendo consigli fiduciosa…


 


 

5 commenti:

  1. mah..bella domanda.. io a mia figlia cerco di insegnarle che una successo ottenuto onestamente è una grande soddisfazione, una cosa di cui andar fieri e che dentro di lei in ogni caso, in ogni situazione sa cosa ha fatto bene e cosa no. Le insegno anche, che non vengono sempre premiate le persone oneste, delle volte tutto" passa sotto l'uscio" come diciamo quì e non avrai un giusto merito, ma rimane il senso di giustizia dentro..

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  2. Anch'io, in tutte le salse possibili! Il problema è che mi sembra di andare tanto contro corrente, tanto che a volte sospetto di essere esagerata, troppo intransigente. Basta un pomeriggio ai giardini in mezzo a mamme e nonni che non si scompongono nemmeno se i bambini li mandano a quel paese a voce stentorea, per sentirsi un'aliena se pretendi che il tuo impari a comportarsi diversamente. Sembra che abbiamo paura di chiedere ai bamibini di fare un pò di fatica, di affrontare il loro dispiacere o le loro proteste e così, gliele diamo vinte, perché è più facile per noi gestirli...comprarli.  Loro ci annusano quando non siamo autentici e imparano più dal non detto che da tante belle parole cui non seguono i fatti...Faticaccia!!!!

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  3. grand rentrèe della sandrina! ;)bisogna resistere alla tentazione di cederein casa mia, la grande (quella di quasi 9 anni) ha già degli istinti rivoluzionari in stile adolescenziale (e anche quella di 6, a ruota) perché siamo i "quasi" (forse) unici genitori che le diciamo "no" ad un sacco di richieste, che a volte ci sembrano veramente precoci.e siamo continuamente a dire: "gli altri genitori facciano quello che vogliono, per noi è no"a volte siamo costretti a cedere per la "pax" (vedi nintendo ds), per poi pentircene (prima la Rebe leggeva un monte, ora ha quasi disimparato).bisogna resistere alla tentazione di cedere

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  4.  sono assolutamente d'accordo. A testa bassa contro le illusioni del consumo facile e a tutti i costi. Non so se avete notato la sfilza ininterrotta da Natale a Pasqua di sollecitazioni pubblicitarie per bambini: Pietro, il mio mimmo, ha addirittura trovato in un giornaletto un catalogo dove scegliere i regali da chiedere a babbo Natale, (che cosultava ogni mattina con scrupolo ossessivo per tutto dicembre) e ha, inutilmente, sbavato dietro all' happy fania della Kinder e al Pasqualone, mega sacchetto di sorprese per ogni occasione, religiosa e non. Quando noi tuoniamo contro sto delirio lui, candido, mi risponde: Ma mamma a me piacciono tanto i giocattoli! (topino...). E lì io non so come fargli capire che nel desiderare non c'è niente ma proprio niente di male, che non voglio colpevolizzarlo con facili moralismi ("lo sai che ci sono bambini che muoiono di fame..." e amenità del genere), ma che tappare la propria inquietudine con oggetti superflui che spengano apparentemente la sete di nuovo non è la strada per essere davvero contenti.  Forse la vera forza è fare qualcosa insieme con loro, noi, i nostri e i loro amici, fargli toccare con mano che vivere belle esperienze è più appagante che avere tante cose inutili, che essere è meglio che avere. Io, ora, sto rilanciando in casa un mega riordino degli armadi con lo scopo di selezionare giocattoli in buone condizioni da regalare ad altri bambini, e  cerco di trasformarlo in un gioco da fare tutti insieme...chissà... Non cederemo!!!

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  5. sì, ma se nascono equilibrati e con il senso del limite, poi è più diretto il passaggio (ok, forse non "vien da sè"...) ad onesti cittadini

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