sabato 10 aprile 2010

La Chiesa e gli scandali

Stamani ho letto la lettera inviata da Ratzinger come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1985, con cui rifutava la richiesta di riduzione allo stato laicale di un sacerdote americano implicato in eventi di pedofilia, chedendo più tempo per l'analisi del caso.


Peccato che il sacerdote n questione fosse già stato condannato nel 1978 per atti osceni su minori ed avesse già trascorso, dal 1978 al 1981, tre anni in libertà vigilata. E che la richiesta di riduzione allo stato laicale, da parte dello stesso sacerdote e del suo vesovo, fosse del 1981. Qui la ricostruzione degli eventi fatta dalla Associated Press


Il punto chiave mi sembra la motivazione addotta dall'allora Cardinale Ratzinger per evitare che all'interessato fossero revocati gli incarichi di sacerdote. Pur riconoscendo la gravità dei fatti, egli ritiene di dover considerare i danni che sarebbero derivati alla comunità dei fedeli dalla rimozione del sacerdote, anche in considerazione della sua giovane età (38 anni). Infatti la rimozione navvenne poi 2 anni dopo, a 40 anni.


Il tema insomma è quello dello scandalo. Lo "scandalo" generato dal sollevare un sacerdote dal suo ruolo per pedofilia, peraltro rispondendo ad una richiesta sua e del suo vescovo, sarebbe stato un danno più grande che mantenerlo nel suo ruolo pastorale, con le inevitabili conseguenze (il sacerdote ha poi avuto altre condanne per pedofilia in seguito).


Meglio il silenzio dello scandalo., affinché i fedeli non vengano "confusi". Di questo, al di là di tutto, la Chiesa non può non rispondere. E su questa, che è stata una delle caratteristiche dell'agire delle gerarchie ecclesiastiche da sempre, non può non riflettere. E credo meglio farebbe a farlo, seriamente e col Vangelo in mano, invece di gridare al complotto.

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