domenica 1 febbraio 2009

La Regola, i lefebvriani e il relativismo

Il ritorno sulla scena della cupa congrega lefebvriana un pregio ce l'ha: ci rammenta di quanta ottusità e di quale durezza fosse intrisa la Regola, non solo religiosa, contro la quale divampò negli anni Sessanta la rivoluzione dei costumi e delle idee. La Chiesa giovannea, decidendo di essere parte viva e attiva di una società in tumulto, fece parte a pieno titolo, generosamente, di quella stagione di liberazione: non per caso Papa Ratzinger, che è un influente intellettuale di destra, è così reticente nel ricordare il Vaticano II. Noi che siamo cresciuti in quel clima, nel progressivo allentarsi di ogni vecchia norma, di ogni rigidità etica, oggi non siamo così stupidi da non accorgerci che il prezzo da pagare è stato il disordine, spesso anche privato. Ma riudire, quarant' anni dopo, la presunzione e la menzogna della Norma, risentire le voci arroganti di questi maestrini della Tradizione, riprovare il brivido raggelante di quel fanatismo, ci aiuta ad amare di più la nostra faticosa, sudata libertà, la generosità del dubbio e il rispetto dell' imperfezione. Ciò che i nuovi reazionari chiamano "relativismo" (che monsignor Lefebvre per primo denunciò come vizio satanico) è solo una maniera malevola di definire la libertà. -


 Michele Serra, Repubblica, 31 gennaio 2009  


 


Leggendo questo commento mi venivano in mente due contraddizioni legate alla revoca della scomunica ai lefebvriani:


1) un gesto che dovrebbe essere ecumenico (la revoca della scomunica agli "eretici") avviene proprio nei confronti dei più fieri (e non pentiti) avversari dell'ecumensimo


2) accettare gente così nella Chiesa mi pare richieda una dose di relativismo più che sufficiente a riammettere teologi dela liberazione, Kung, Sobrino, etc


Anche dal punto di vista razionale, il Cattolicesimo geometrico e tetragono della Chiesa ratzingeriana mi pare davvero non regga. Quanto dovremo aspettare per andare oltre o, semplicemente, ripartire dal Concilio (il cui recente anniversario non so se è stato neppure celebrato dallo Stato Pontificio)?

4 commenti:

  1. Segnalo un intervento al riguardo del mitico Mazzinghi Zeta.
    Meno male che, come un tempo c'era Israele e il "resto di Israele", oggi e sempre ci sarà una Chiesa ufficiale (lo Stato Pontificio di mosselliana citazione) e il "resto della Chiesa"...

    P.S. - segnalo tutto il sito del gruppo Villa Guicciardini, ci sono interventi interessanti.

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  2. Segnalo un intervento al riguardo del mitico Mazzinghi Zeta.
    Meno male che, come un tempo c'era Israele e il "resto di Israele", oggi e sempre ci sarà una Chiesa ufficiale (lo Stato Pontificio di mosselliana citazione) e il "resto della Chiesa"...

    P.S. - segnalo tutto il sito del gruppo Villa Guicciardini, ci sono interventi interessanti.

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  3. La mia prima reazione alla notizia è stata: ma ne sentivamo proprio il bisogno?. Forse, anzi di sicuro sarò banale, ma non posso fare a meno di pensare a masse di credenti che aspettano di essere di nuovo "ammessi" dentro il recinto: divorziati...omosessuali (in attesa o meno di poviane guarigioni....?), i cui crimini contro l'umanità mi sembrano un tantino minori che negare l'Olocausto.... Quando mi indignavo di fornte al funerlae religioso di Pinochet e le esequie negate a Welby mi fu fatto notare "nella Chiesa c'è posto per carismi e sfumature diverse?" Sono daltonica o ne vedo sempre meno?

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