sabato 2 maggio 2009

La fine di Delara

La vigilia del 1° maggio, giorno simbolo di libertà e dignità della persona in Occidente, Delara è stata giustiziata in Iran. Aveva 23 anni e a 17 anni si era accusata di omicidio, forse per difendere il fidanzato. Forse era innocente. Aveva già provato a togliersi la vita, ma glielo avevano impedito. Altri 150 minorenni restano nel braccio della morte in Iran. 8 sono stati giustiziati (ma davvero si dice così?) lo scorso anno.


Pare che la Shari'a preveda la pena di morte per apostasia, bestemmia, omicidio di un musulmano e adulterio. Alcuni passi del Corano giustificherebbero questa scelta. Li ho letti (vi segnalo anche il link in fondo alla pagina). Ho trovato molte maledizioni agli infedeli, contro cui il Musulmano deve lottare, ma nessun accenno all'omicidio, tanto meno di Stato. La mia conoscenza del Corano è praticamente nulla, ma mi viene da pensare che ancora una volta gli uomini (di fede?) abbiano fatto dire a Dio parole che non ha mai detto. Quanti anni ci vorranno perché cancelliamo le condanne a morte dalla bocca del dio che gli uomni hanno fabbricato? Perché non è solo un fatto di Islam, se nello Stato Pontificio vi sono state esecuzioni fino al 1870 e negli USA vi sno state esecuzioni di minorenni fino al 2005.


D'altra parte "Ci può essere una legittima diversità di opinione anche tra i Cattolici sul fare la guerra e sull’applicare la pena di morte, non però in alcun modo riguardo all’aborto e all’eutanasia". L'autore di quesa lettera del 2004 non è un anticlericale irriverente ma l'allora Cardinale Joseph Ratzinger.


Lo Spirito soffia dove vuole. Ma quanti secoli ci vorranno ancora perché ne sentiamo la voce?

6 commenti:

  1. Grazie per avermi indicato la lettera del Card. Ratzinger! Riassume in modo chiarissimo e completo molte questioni su cui mi mancava il link originale...

    Quanto alla giovane condannata a morte è decisamente una cosa davvero gravissima e speriamo che la legge islamica non si diffonda anche tra noi.
    Continuo comunque a essere con Ratzinger e con la Chiesa nel considerare aborto e eutanasia molto più gravi.

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  2. Grazie per avermi indicato la lettera del Card. Ratzinger! Riassume in modo chiarissimo e completo molte questioni su cui mi mancava il link originale...

    Quanto alla giovane condannata a morte è decisamente una cosa davvero gravissima e speriamo che la legge islamica non si diffonda anche tra noi.
    Continuo comunque a essere con Ratzinger e con la Chiesa nel considerare aborto e eutanasia molto più gravi.

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  3. In base a cosa aborto e eutanasia sarebbero più gravi di una condanna a morte?
    Nella condanna a morte non c'è solo l'atto dell'omicidio, ma la pretesa di giudicare sulla vita di un altro.
    E questa mi sembra un'aggravante... (mi sono distratto, ma forse lo Stato Pontificio ha rimosso la pagina evangelica della pagliuzza e della trave?)

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  4. In base a cosa aborto e eutanasia sarebbero più gravi di una condanna a morte?
    Nella condanna a morte non c'è solo l'atto dell'omicidio, ma la pretesa di giudicare sulla vita di un altro.
    E questa mi sembra un'aggravante... (mi sono distratto, ma forse lo Stato Pontificio ha rimosso la pagina evangelica della pagliuzza e della trave?)

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  5. E' il Catechismo, bellezza... Vedi:
    http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a5_it.htm#I.%20Il%20rispetto%20della%20vita%20umana
    Mi sembra che le parole chiave siano due: tradizione e, come giustamente dice Pepo, giudizio.
    La tradizione della Chiesa ammette la pena di morte, non ammette l'aborto. Per alcuni tanto basta.
    Con la pena di morte lo Stato pronuncia un giudizio contro un delitto; la Chiesa non approva il mezzo ma giustifica il fine ("legittima difesa", secondo il Catechismo). Permettendo di abortire lo Stato, al contrario, consegna alla libertà della madre la vita che porta dentro; condannandolo la Chiesa pronuncia il suo giudizio su quel gesto. Giudizio assoluto, che non consente giustificazioni di alcun tipo, «per il fatto stesso d'aver commesso il delitto», secondo il Catechismo. Non esiste nessuna esimente, fateci caso, neppure in caso di rischio per la salute, o la vita, della madre. La giustizia è ristabilita.
    Ecco i frutti della tradizione e della giustizia senza l'Amore.

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  6. E' il Catechismo, bellezza... Vedi:
    http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a5_it.htm#I.%20Il%20rispetto%20della%20vita%20umana
    Mi sembra che le parole chiave siano due: tradizione e, come giustamente dice Pepo, giudizio.
    La tradizione della Chiesa ammette la pena di morte, non ammette l'aborto. Per alcuni tanto basta.
    Con la pena di morte lo Stato pronuncia un giudizio contro un delitto; la Chiesa non approva il mezzo ma giustifica il fine ("legittima difesa", secondo il Catechismo). Permettendo di abortire lo Stato, al contrario, consegna alla libertà della madre la vita che porta dentro; condannandolo la Chiesa pronuncia il suo giudizio su quel gesto. Giudizio assoluto, che non consente giustificazioni di alcun tipo, «per il fatto stesso d'aver commesso il delitto», secondo il Catechismo. Non esiste nessuna esimente, fateci caso, neppure in caso di rischio per la salute, o la vita, della madre. La giustizia è ristabilita.
    Ecco i frutti della tradizione e della giustizia senza l'Amore.

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