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sabato 28 aprile 2012

Programma ideale del partito ideale basato sulla riduzione delle diseguaglianze e delle ingiustizie


Qualcuno vuole aiutarmi ad aggiungere o modificare qualcosa?
  • riduzione degli stipendi dei dirigenti pubblici ad un max di 150.000 euro l'anno, comprese le partecipate
  • pensioni d'oro ricondotte all'equivalente del sistema contributivo od a 5.000 euro al mese
  • 2 camere con 150 parlamentari ciascuna
  • abolizione dei privilegi pensionistici e non a parlamentari e politici
  • abolizione di ogni contribuzione statale alla Chiesa cattolica ed a tutte le religioni
  • abolizione dell'8 per mille, resta il 5 per mille da devolvere ad associazioni o religioni
  • riduzione dello stipendio dei parlamentari a 5.000 euro al mese più concessione abitazione a Roma per il periodo del mandato
  • massimo 2 mandati per parlamentari ed ogni altra carica politica
  • patrimoniale dello 0,5% sui patrimoni superiori ai 2 milioni di euro, 1% sopra i 5 milioni, 1,5% sopra i 10...
  • potenziamento delle energie rinnovabili
  • abolizione delle accise
  • Riduzione delle spese militari, con blocco delle commesse per i cacciabombardieri
  • ...

lunedì 11 ottobre 2010

Esenzioni fiscali concesse alla Chiesa, la Ue processa l’Italia-brevi cenni

di Rita Pianese


Lo Stato italiano è soggetto ad un’indagine formale dell’Ue per aiuti di stato incompatibili con le norme sulla concorrenza,  dovuta alle esenzioni fiscali concesse alla Chiesa.

Si mette in moto un’indagine approfondita sui privilegi fiscali attribuiti agli enti ecclesiastici in settori-ospedali, scuole private, alberghi e una serie di altre strutture commerciali- in cui la Chiesa gode di un’esenzione totale dell’ICI e di uno sconto pari al 50% dal pagamento sull’Ires.

La procedura per aiuti di stato sarà aperta a metà ottobre dalla Commissione europea e,  alla luce delle informazioni a disposizione della stessa, non si può escludere che tali misure costituiscano un aiuto di stato; l’indagine si impernierà su tre fronti: il mancato pagamento dell’ICI, l’art.149 comma 4 del testo unico delle imposte sui redditi (che conferisce la qualifica di enti non commerciali a quelli ecclesiastici), e lo sconto del 50% dell’Ires concesso agli enti della Chiesa operanti nei settori della sanità e dell’istruzione.

 Innanzitutto, prima di procedere alla disamina della questione,  è opportuno dar conto del corretto inquadramento costituzionale delle esenzioni.

 L’esenzione consiste in una norma eccezionale che sottrae a tassazione beni e persone che secondo regola dovrebbero essere tassati. Essa è costituzionalmente legittima se il fine a cui è preordinata è degno di tutela: cultura, beneficenza, risparmio(…),va chiarito poi che la Chiesa, se usufruisce di tali agevolazioni, lo fa in maniera identica alle altre confessioni religiose e agli altri enti non commerciali, e non in virtù di uno stato preferenziale che potrebbe avvantaggiarla rispetto alle une o agli altri.

Ai fini di una più chiara comprensione della vicenda è opportuno specificare che le esenzioni all’ICI sono previste dalla legge istitutiva dell’imposta.

Il decreto legislativo n.504/1992, infatti, prevede una serie di esenzioni tra cui, volendo semplificare, sono previste quelle per i fabbricati destinati all’esercizio del culto, e quelle per i fabbricati appartenenti ad enti non commerciali e destinati a particolari finalità ritenute meritevoli di tutela da parte del legislatore.

Ebbene, mentre per i fabbricati destinati all’esercizio del culto l’esenzione non presenta problemi interpretativi, nel caso di cui sopra, è l’ultima previsione ad essere al centro dell’attenzione poiché in essa possono essere ricompresi enti ecclesiastici le cui attività esercitate necessitano di un corretto inquadramento.

 È una questione da valutare bene, la Chiesa deve pagare giustamente le tasse, evitando di affittare alloggi al centro storico a 1000 euro al mese godendo dei privilegi fiscali. Bisogna distinguere i luoghi di culto, quelli deputati all’assistenza e alle opere caritatevoli, dalle attività, che pur essendo del Vaticano, producono reddito.


Tali esoneri  garantiscono alle strutture cattoliche un risparmio di due miliardi di euro annuali e un vantaggio notevole sulla concorrenza laica. Va indubbiamente valutata la situazione e va fatta una seria riflessione sull’argomento.

Dal punto di vista della concorrenza vi è un’evidente disparità.

È necessario pertanto un approfondimento accurato su beni immobili e proventi al fine di non creare squilibri tra i cittadini ed evitare le disuguaglianze.

Le vicende di cui si discute erano già state portate a Bruxelles, nel 2008, a seguito di formale richiesta di alcuni esponenti politici italiani, e nel 2010, ma la Commissione aveva in entrambe le circostanze archiviato il caso.  

Oggi invece siamo in una situazione diametricalmente opposta; sarà infatti difficile per l’Italia scampare alla condanna poiché “l’esistenza dell’aiuto e resa chiara dal minor gettito per l’erario” e la norma viola la concorrenza “in quanto i beneficiari degli sconti ICI sembrano effettivamente essere in concorrenza con altri operatori nel settore turistico-alberghiero e della sanità”.

Entro 18 mesi sarà Bruxelles a decidere se assolvere o condannare il nostro Paese e conseguentemente porre fine a tali privilegi.

venerdì 4 giugno 2010

Che si taglia a Firenze?

http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/arte_e_cultura/2010/31-maggio-2010/tremonti-taglia-cultura-ecco-chi-rischia-toscana-1703111942274.shtml


Leggetevi l'articolo per scoprire la :


soppressione dell'ETI; la probabile chiusura del Museo di Storia della scienza e del nuovo museo galileiano di prossima apertura, la riduzione di fondi alla fondazione Spadolini, Gabinetto Viessieux  ecc.


Il patrimonio di una città non solo i suoi monumenti ma anche i luoghi storici di incontro, studio, eventi, pubblicazioni, che, ceerto non "producono" niente se non idee, merce di questi tempi piuttosto in disgrazia. Arginare la crisi è arginare l'impoverimento dei portafogli, e questo è importante senza dubbio. Ma c'è una povertà intellettuale che può essere altrettanto pericolosa di quella materiale, se non di più.Attenzione a non buttare il bambino con l'acqua sporca!


 

domenica 30 maggio 2010

Le critiche di un’estremista alla manovra finanziaria

"Condivido l'esigenza di una manovra che imponga sacrifici a tutti, ma non sono d'accordo con i tagli indiscriminati alla cultura, specie se la lista degli istituti tagliati dal finanziamento pubblico contiene eccellenze italiane riconosciute nel mondo".


Sarà Di Pietro? Sarà Bersani? No, è Sandro Bondi


Cioè: il Ministro alla Cultura non ha preventivamente approvato la cancellazione degli enti culturali decisa dalla manovra. E uno si chiede: sulla base di quali informazioni sarà stato fatto l'elenco?


Altro che Repubblica delle banane...

martedì 28 aprile 2009

Tra soldi e macerie....


http://www.gandhiedizioni.com/files/tag-f-35-joint-strike-fighter.html


Oltre 14 miliardi di euro per il caccia F-35
mentre mancano i soldi per i terremotati



Per i terremotati dell’Abruzzo sarebbero necessari 130 milioni nei prossimi sei mesi. Dove trovare questi fondi. La risposta è più semplice di quanto sembri: basterebbe bloccare l’enorme stanziamento che sta per essere destinato all’acquisizione del caccia statunitense F-35 Lightning II (Joint Strike Fighter) della Lockeed Martin.


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F-35 Joint Strike Fighter


Manlio Dinucci




Per i terremotati dell’Abruzzo il governo ha messo a disposizione 100 milioni di euro, ma ce ne vorranno molti di più: solo per le esigenze del ministero dell'interno, si dovranno trovare 130 milioni nei prossimi sei mesi. E, se si vorrà veramente ricostruire, occorreranno stanziamenti ben maggiori. Dove trovare questi fondi, in una fase di crisi come quella attuale, senza dover con ciò tagliare ulteriormente le spese sociali (scuola, sanità, ecc.)? La risposta è più semplice di quanto sembri: basterebbe bloccare l’enorme stanziamento che sta per essere destinato all’acquisizione del caccia statunitense F-35 Lightning II (Joint Strike Fighter) della Lockeed Martin.

La commissione difesa della camera ha già dato parere favorevole all’acquisizione del caccia e quella del senato lo farà entro il 16 aprile. Nel budget 2009 del ministero della difesa è già previsto uno stanziamento di 47 milioni di euro per l’F-35. E’ solo un piccolo anticipo: per partecipare al programma, l’Italia si è impegnata a versare oltre un miliardo di euro. Ma sono ancora spiccioli, di fronte alla spesa che il parlamento sta per approvare: 12,9 miliardi di euro per l’acquisto di 131 caccia, più 605 milioni per le strutture di assemblaggio e manutenzione. Complessivamente, 14,5 miliardi di euro. Saranno pagati a rate di circa un miliardo l’anno tra il 2009 e il 2026. Ma, come avviene per tutti i sistemi d’arma, il caccia verrà a costare più del previsto e, una volta prodotto, dovrà essere ulteriormente ammodernato. E’ quindi certo che l’esborso totale (di denaro pubblico) sarà molto maggiore di quello preventivato. Va inoltre considerato che l’aeronautica sta acquistando 121 caccia Eurofighter Typhoon, il cui costo supera gli 8 miliardi di euro. La partecipazione dell’Italia al programma del Joint Strike Fighter, ribattezzato F-35 Lightning (fulmine), costituisce un perfetto esempio di politica bipartisan. Il primo memorandum d’intesa è stato firmato al Pentagono, nel 1998, dal governo D’Alema; il secondo, nel 2002, dal governo Berlusconi; il terzo, nel 2007, dal governo Prodi. E nel 2009 è di nuovo un governo presieduto da Berlusconi a deliberare l’acquisto dei 131 caccia che, a onor del vero, era già stato deciso dal governo Prodi nel 2006 (v. il manifesto, 25-10-2006). Si capisce quindi perché, quando
il governo ha annunciato l’acquisto di 131 F-35, l’«opposizione» (PD e IdV) non si sia opposta.
L’Italia partecipa al programma dell’F-35 come partner di secondo livello: ciò significa che contribuisce allo sviluppo e alla costruzione del caccia. Vi sono impegnate oltre 20 industrie, cioè la maggioranza di quelle del complesso militare, tra cui Alenia Aeronautica, Galileo Avionica, Selex Communications, Datamat e Otomelara di Finmeccanica e altre non-Finmeccanica, come Aerea e Piaggio. Negli stabilimenti Alenia in Campania e Puglia, e successivamente in quelli piemontesi, verranno prodotte oltre 1.200 ali dell’F-35. Presso l’aeroporto militare di Cameri (Novara) sarà realizzata una linea di assemblaggio e collaudo dei caccia destinati ai paesi europei, che verrà poi trasformata in centro di manutenzione, revisione, riparazione e modifica. Dalla catena di montaggio italiana usciranno probabilmente anche i 25 caccia acquistati da Israele, cui se ne potranno aggiungere altri 50. Il governo lo presenta come un grande affare per l’Italia: non dice però che, mentre i miliardi dei contratti per l’F-35 entrano nelle casse di aziende private, i miliardi per l’acquisto dei caccia escono dalle casse pubbliche. Questa attività, secondo il governo, creerà subito 600 posti di lavoro e una «spinta occupazionale» che potrebbe tradursi in 10mila posti di lavoro. Una bella prospettiva quella di puntare, per far crescere l’occupazione, su uno dei più micidiali sistemi d’arma.
L’F-35 è un caccia di quinta generazione, prodotto in tre varianti: a decollo/atterraggio convenzionale, per le portaerei, e a decollo corto/atterraggio verticale. L’Italia ne acquisterà 69 della prima variante e 62 della terza, che saranno usati anche per la portaerei Cavour. I caccia a decollo corto/atterraggio verticale, spiega la Lockheed, sono i più adatti a «essere dispiegati più vicino alla costa o al fronte, accorciando la distanza e il tempo per colpire l’obiettivo». Grazie alla capacità stealth, l’F-35 Lightning «come un fulmine colpirà il nemico con forza distruttiva e inaspettatamente». Un aereo, dunque, destinato alle guerre di aggressione, a provocare distruzioni peggiori di quelle del terremoto dell’Abruzzo. Ma per le vittime non ci saranno funerali di stato, né telecamere a mostrarli.


venerdì 5 dicembre 2008

Mancano i soldi per la pubblica istruzione ma...

La Conferenza Episcopale Italiana (Cei) si è detta preoccupata oggi riguardo il destino
delle scuole pubbliche non statali, riguardo tagli previsti dalla finanziaria 2009, e ha esortato
il governo a mettere in atto gli impegni assunti riguardo lo stanziamento di fondi da destinare
agli istituti paritari.

"Siamo preoccupati, come emerso anche di recente da diverse voci del mondo cattolico,
per il destino delle scuole pubbliche non statali", ha detto la Cei in una nota. "Tuttavia, pur
consapevoli del momento economico e sociale che il Paese sta attraversando, confidiamo
negli impegni che il governo ha assunto pubblicamente", ha aggiunto.

L'ufficio legislativo del gruppo del Pdl in Senato ha tuttavia precisato a Reuters, in risposta alle
preoccupazioni sollevate dai vescovi, che i fondi per le scuole private verranno ripristinati con
un emendamento che prevede lo stanziamento di 120 milioni per il 2009.


Il taglio originario era di circa 130 milioni di euro.


(da fonte Reuters ,ripresa dai principali quotidiani)


O come è che per questi si trovano su 2 piedi 120 milioni?

Ma se si facesse un bel decreto che abolisse l'istruzione obbligatoria non statale, dal momento che l'istruzione dovrebbe essere un diritto costituzionale garantito comunque per tutti dalla Repubblica?

lunedì 11 agosto 2008

Social housing

Giusto per fare un po'di contro-informazione, un bell'articolo del Manifesto.


In sintesi, come salvare i palazzinari usando i soldi destinati agli sfrattati... e la chiamano edilizia popolare... ganzo!


http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/07-Agosto-2008/art9.html (link attivo)

mercoledì 2 luglio 2008

mercoledì 25 giugno 2008

DECRETO ANTI-FANNULLONI

Soprassedendo sul titolo del decreto che non mi pare affatto distensivo dei rapporti civili di un paese civile quale dovrebbe essere il nostro, ma anzi non fa altro che incrementare il clima di attrito tra cittadini, in realtà nient'altro che "guerra tra poveri", così da distogliere l'attenzione su quali sono i problemi veri...
volevo far notare che nella Pubblica Amministrazione, specie in quelle di grosse dimensioni, quindi (per esperienze riportate da parte di persone che ne sono realmente venute in contatto) soprattutto Ministeri e grossi Comuni,

C'E'  UN EFFETTIVA POSSIBILITA' DI IMBATTERSI IN DIPENDENTI PUBBLICI CHE NON SVOLGONO LE LORO MANSIONI CON IL DOVUTO ZELO, RICHIESTO DALLE NORMATIVE CHE REGOLANO IL PUBBLICO IMPIEGO.


PERO'...

devo anche dire che, per altrettante esperienze riportate da amici e conoscenti, anche nel mondo del lavoro "privato" sento gente lamentarsi di avere colleghi che "fanno finta", che lavorano male, che mirano all'apparire e non al "fare", stessa cosa che succede anche dove lavoro io, Ente Pubblico di medie/piccole dimensioni.
E' vero che la pubblica amministrazione è pagata dai cittadini, ma da qui a dire che questa "piaga" minaccia il bilancio pubblico ed è da contrapporre all'efficienza del privato, ce n'è!

ANZI,

è dimostrato che quando alcune funzioni pubbliche sono state delegate a soggetti privati, siamo passati dall'efficienza efficace all'inefficienza inefficace (vedi il programma "Report" sulle cooperative che gestiscono i rifiuti), volta a far cassa ma con servizi scadenti, quindi efficace solo a chi ne è a capo.

ENTRANDO NELLO SPECIFICO (e concludo) in tema di PIAGHE

Nel mio ente lo stipendio medio è di 1100 euro al mese, siamo fermi da 4 anni e nel frattempo, alla richiesta di uno "step" economico che costava all'amministrazione 35mila euro per un totale di circa 150 persone (neanche 20 euro al mese), la stessa amministrazione ha risposto "picche", anche se per se'  ha disposto un aumento di 60mila euro per 4 dirigenti (la media è presto fatta, 15mila a dirigente), motivandola col fatto che ci sono state nuove attribuzioni, l'impegno è aumentato e, nel frattempo,... L'ORGANICO E' DIMINUITO!
Come dire: c'era da fare di più, le persone erano meno, siamo stati bravi ad organizzare, ci spetta l'aumento, ma per chi ha poi fatto il lavoro "sporco"... NISBA!

"emozioni"?
...chiamateci se vuoi... FANNULLONI!

sabato 21 giugno 2008

Sanità e Finanziaria 2

Un approfondimento più preciso (Fonte Il Sole 24 Ore) sui progetti sulla Sanità contenuti in Finanziaria.


Per la cronaca, pare che il progetto di reintroduzione dei ticket sia stato per il momento smentito. Mi sembra ancora il meno, visto il disegno generale...


Una piccola nota "geriatrica" sui controlli che, si dice, saranno effettuati sul 100% (!) delle cartelle di pazienti ultra75enni sottoposti ad intervento cardiochirurgico. Ci stiamo avvicinando al  razionamento delle risorse sanitarie sulla base dell'età? (Tra parentesi gli ultra75enni sono, a occhio e croce, 2/3 dei pazienti cardiochirurgici).