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mercoledì 6 ottobre 2010

La Gelmini perde il ricorso contro la riforma della scuola

http://italianimbecilli.blogspot.com/2010/10/la-gelmini-perde-il-ricorso-la-riforma.html


se vivessimo in un Paese civile e libero, la notizia bomba da diffondere attraverso la tv di Stato sarebbe proprio questa: il Consiglio di Stato contesta la riduzione dell'orario degli istituti tecnci e professionali voluta dal ministro Gelmini. Invece il regime continua a nascondere la realtà agli italiani e a fornire numeri inventati e chiacchiere. E' la seconda volta che il Consiglio di Stato boccia la Gelmini e la 'riforma' della scuola. La prima volta è avvenuta l'anno scorso, quando i giudici contestarono i regolamenti del ministro che andavano oltre la delega del Parlamento.

Il progetto scriteriato del governo, declinato sul piano dell'istruzione pubblica, aveva previsto anche la riduzione degli orari negli istituti in oggetto, ne è conseguita una denuncia al Tar del Lazio da parte del mondo della scuola (docenti, genitori, Snals), una denuncia alla quale la Gelmini si era opposta, facendo appello al Consiglio di Stato. Ma il suo ricorso è stato respinto, bocciato dai giudici, per conseguenza le obiezioni dei docenti (e la decisione del Tar) sono state ritenute fondate. Ma certo! Come potrebbe essere diversamente? Riportiamo qui sotto parte della sentenza (scaricabile qui).




'...Considerato che l’appello cautelare non appare assistito da fumus boni iuris, tenuto conto anche del fatto che alla luce del sopravvenuto parere emesso dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione l’Amministrazione scolastica non potrebbe esimersi dal rideterminarsi sulla definizione dell’orario complessivo annuale delle lezioni delle seconde, terze e quarte classi degli istituti tecnici e delle seconde e terze classi degli istituti professionali...

P.Q.M.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) Respinge l'appello (Ricorso numero: 7723/2010)'.
Sempre in un Paese civile e libero, un siffatto governo - e nella fattispecie un simile ministro - dovrebbe dimettersi all'istante. Ma questo in Italia non avviene. Potremmo anche analizzarne i motivi, ma finiremmo per essere esageratamente prolissi. E' sufficiente ricordare agli italiani che il loro voto politico ha consentito a un piduista corruttore di prendere il potere con l'unico scopo di ripararsi dai guai giudiziari, fare leggi per sè e per gli amici mafiosi e attuare il piano criminale di Licio Gelli. Alla luce (torbida) di questo scopo, come potrebbe dimettersi questo governo? E come potrebbe dimettersi la Gelmini con un semplice 'vai a casa' scritto sui cartelli o urlato nelle piazze? L'abbiamo vista tutti, in varie occasioni, fare lo gnorri di fronte alle proteste e, di più, continuare imperterrita a sostenere una propaganda mirata al dissolvimento dell'istruzione pubblica, sciorinando cifre inventate, enunciando menzogne colossali, smanettando beatamente sul telefonino durante le interrogazioni parlamentari. Il menefreghismo di mussoliniana memoria è parte integrante della propaganda, del modus operandi di questo governo e dei suoi accoliti. E d'altra parte, si sa che 'certa gente' non si dimette mai, piuttosto si farebbe ammazzare.

In conclusione, solo una domanda: se neppure il Consiglio di Stato riesce a smuovere la Gelmini, cosa potrebbe occorrere per farla evaporare? Meditiamo?

venerdì 23 luglio 2010

Barbara Berlusconi






Un colpo davvero duro viene mollato a tutti i precari, ricercatori e dottorandi che credono ancora nella bonta’ delle istituzioni accademiche. Il dritto e rovescio lanciati da Don Verze’, sacerdote rettore dell’Universita’ Vita Salute San Raffaele, sono arrivati immediatamente dopo la proclamazione della laurea triennale di Barbara Belusconi, alla quale e’ stata offerta seduta stante una cattedra di una novella Facolta’ di Economia. La notizia ha naturalmente fatto indignare studenti e docenti, creando anche una



rapida mobilitazione sui social network. Mentre milioni di studenti perdono tempo e denaro contro il muro della gerontocrazia, colpiti mortalmente dai continui tagli all’istruzione, sembra che l’unica strada percorribile sia riservata a chi ha cognomi di pregio.
Arrivata a 26 anni al conseguimento della Laurea triennale, la studentessa Berlusconi lascia serie perplessita’ sulla sua validita’ intellettuale rispetto ai colleghi: non una pubblicazione in suo nome, ne’ particolari qualita’ che l’abbiano vista svettare sugli altri. Solamente una docente dell’Ateneo si e’ esposta pubblicamente per protestare contro questa decisione attraverso una lettera al prete rettore, amico di vecchia data del premier, spiegando quanto questa vicenda di servilismo sia umiliante per studenti, docenti e il mercato del lavoro tutto.

mercoledì 7 luglio 2010

Mary Star

Ma ve ne rendete conto???? E questa sarebbe la scuola di “qualità” tanto promessa???? Io ve lo dico, ai nostri figli bisognerà pensare di offrire un’alternativa seria, avvero…che ne dite di un’organizzazione clandestina di ripetizioni….la contro scuola….ma guarda che mi tocca pensare!!!!!!!!!! Mah!?!Q!!!


 


 


http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=108269


 


Scuola, stop del Tar Lazio alla Gelmini
Il ministro: solo richiesta informazioni


Sospesi fino al 19 luglio gli interventi sugli organici
I promotori del ricorso: a rischio l'inizio dell'anno scolastico


 


ROMA (26 giugno) - Una ordinanza del Tar del Lazio sospende i provvedimenti varati dal ministro Mariastella Gelmini in materia di organici della scuola. Con la decisione dei giudici sono congelate fino alla prossima udienza del 19 luglio tutte le operazioni sull'organico e i trasferimenti di personale.

L’ordinanza del Tar «è solo temporanea - ha commentato il ministero dell'Istruzione -. Il Miur fornirà al più presto ogni opportuno chiarimento e depositerà la documentazione necessaria al fine di dimostrare che il ricorso, enfatizzato da parte di alcuni sindacati e associazioni, è destituito di qualsiasi fondamento».

«I provvedimenti del Governo sulla scuola non solo distruggono la scuola pubblica con un taglio di 8 miliardi di euro, di 87.000 posti di insegnamento e di 45.000 posti di personale non insegnante, ma sono illegittimi», hanno commentato le associazioni che hanno promosso il ricorso al Tar. «La sospensione comporta che fino a quella data tutte le operazioni sull’organico e i relativi trasferimenti del personale perdente posto e quelle sulle iscrizioni sono congelate. La serie di illegittimità compiute dal Ministro, che - usando circolari come fossero leggi - ha forzato tempi e procedure della riforma al solo scopo di incassare i tagli di spesa , ha messo nel caos le scuole e mette a rischio l’inizio regolare del prossimo anno scolastico», hanno aggiunto.

Il danno derivante dalla operazione governativa è gravissimo - sostengno ancor ai promotori del ricorso -. I genitori hanno dovuto procedere all’iscrizione dei figli alle prime classi dei nuovi indirizzi per l’anno scolastico 2010/11 senza conoscere, fra l'altro, i programmi di studio. I Collegi dei docenti sono stati impossibilitati a definire un nuovo piano dell’offerta formativa ed è stato imposto ai Collegi l’adozione dei libri di testo entro il 31 maggio per le nuove classi prime senza che fossero definiti i nuovi programmi.

«I docenti - affermano ancora le associazioni che hanno presentato il ricorso - si troveranno trasferiti d'ufficio sulla base di un organico basato per il prossimo anno su classi di concorso "atipiche" ovvero di classi prodotte da una commistione fra le vecchie classi e quelle previste dal regolamento di revisione, rimasto congelato nel suo iter. In tal modo - conclude il Comitato alcune graduatorie verranno penalizzate dall'unificazione con altre».

L'ordinanza. I giudici amministrativi hanno accolto una richiesta presentatafra gli altri, dall'Associazione per la scuola della Repubblica, dal Comitato bolognese scuola e costituzione e da docenti, genitori e personale amministrativo. Il ricorso riguarda le circolari sugli organici che, secondo i legali di parte, sarebbero illegittime in quanto emanate prima che i Regolamenti sulla riforma della secondaria di secondo grado entrassero in vigore. Il Tar del Lazio per il momento non è ancora entrato nel merito ma disposto la sospensione dei provvedimenti impugnati ordinando al ministro di depositare nel termine di quindici giorni una «documentata relazione» per acquisire ulteriori elementi. Il 19 luglio è fissato una nuova udienza per decidere se confermare o meno la sospensione dei provvedimenti impugnati.

mercoledì 9 giugno 2010

Lettera a Tremonti

da http://metilparaben.blogspot.com/2010/06/lettera-tremonti-di-uninsegnante-di.html

"Ministro Tremonti,
lei mi obbliga a violare la legge. Mi piacerebbe incontrarla per dirglielo guardandola negli occhi. Lei sta obbligando la maggioranza dei docenti italiani a violare la legge. E’ esattamente quello che accade in moltissime scuole italiane. Cosa significa infatti ammassare più alunni di quanti un ‘ aula può contenerne, se non violare la legge? Sono ben tre le norme violate: la normativa antincendio, quella per la sicurezza negli edifici scolastici e quella igienico sanitaria. Molti sanno che lei ha tolto ben 8 miliardi all’istruzione pubblica. “C’erano tanti sprechi e siamo in tempi di crisi, bisogna razionalizzare”, saggia e incontrovertibile affermazione. Così ha giustificato la cosa. Di contro, però, le spese militari ricevono 25 miliardi di euro e leggo in questi giorni di un bonus di 19 mila euro a classe per le scuole private e leggo anche di un aumento di circa 200 euro mensili per i colelghi di religione, buon per loro, non sia mai, ma allora non bloccassero i nostri per i prossimi secoli.Mettiamoci d’accordo. C’è la crisi o no? Un giorno c’è, un giorno non c’è, un giorno è un “anatema psicologico delle sinistre” e l’altro giorno “dobbiamo fare sacrifici”. Ma non tutti, attenzione: gli statali. Io mi sono arrovellata nel tentativo di capire dove fossero quegli sprechi quando, nell’agosto 2008, ho saputo degli 8 miliardi da togliere alla scuola pubblica. Ma lei ha fugato i miei dubbi: lo spreco era studiare l’italiano, e quindi via due ore. Lo spreco era studiare la tecnologia moderna e quindi via un’ora. Questo alle medie. Escano prima i ragazzi: così hanno tempo per riflettere. Lo ha detto il ministro Gelmini. Lo spreco era recuperare i bambini con difficoltà (cosa frequentissima nei contesti dove vivo e ho scelto di insegnare io, e cioè nelle periferie), e quindi via le compresenze in talune ore di due maestri nelle elementari: a questo servivano, caro ministro. IL tutto eseguito con la furia di un boscaiolo cieco che ha distrutto chiome sane, piante rigogliose e qualche ramo secco, ma troppo pochi, in cambio della distruzione della nostra foresta amazzonica: il polmone del nostro futuro. Quelle due ore d’italiano e le compresenze servivano anche a coprire le assenze dei colleghi senza ricorrere a supplenze esterne. Inoltre : aumentiamo i ragazzi per classe: fino a 30, 33..ma sì. Realizziamo un bel parcheggio per ragazzi, non una scuola certamente. Del resto sono altre le fonti vere della formazione: la vita, la strada, la televisione, il computer. Per chi vuole studiare veramente ci sono le scuole private. Studiare cosa e come poi è da vedere. C’è un piccolo particolare: tutto ciò è anticostituzionale. La Costituzione riconosce alla scuola pubblica, statale, italiana il compito di formare e istruire gli italiani. Le private? Una scelta possibile, non obbligata. Non era un paradiso la scuola pubblica, prima di Tremonti, ma i problemi erano altri, non certo questi. Torniamo alle sue motivazioni: la gestione dei singoli istituti, troppi soldi, troppi. E quindi tagli anche a quella. “Facessero una colletta i genitori, e che sarà mai qualche centinaio di euro”. Alla voce vedi sopra. “Qualche centinaio di euro è nulla”, ma non c’era la crisi? Nella mia regione, in Sicilia, quel centinaio di euro serve per andare avanti. E dunque i tagli: nella scuola dove insegno io, una normale scuola media della periferia palermitana, ma potremmo generalizzare a tutte le scuole medie d’Italia, siamo quasi alla paralisi. Avete compiuto il miracolo: unire di colpo nord e sud nella omologazione verso il peggio. Dico quasi, perché poi, incredibilmente, docenti e dirigenti sono diventati bravi a fare i salti mortali e le capriole all’indietro. E forse questo lei lo sapeva: qual è l’unica classe di lavoratori in Italia che, nonostante tutto, continua a lavorare? La nostra. Nel senso che lei aveva ragione e che quindi, nonostante i tagli , riusciamo ad andare avanti? No: nel senso che per noi quelli che non devono subire le ricadute gravissime della sua scelta scellerata, ripeto, scellerata, non devono essere i ragazzi: e dunque si alza la saracinesca comunque e si fa l’appello tutte le mattine. Però sa cosa c’è? C’è che abbiamo anche sopportato e stiamo sopportando molto, ma l’illegalità di stato dentro una scuola no. Io non la sopporto e la denuncio. Tagliare completamente i fondi di gestione delle scuole ha comportato l’impossibilità di chiamare supplenti per coprire le assenze, adesso che non ci sono più quelle due ore che servivano a coprirle. E dunque le classi si dividono in altre classi. Giornalmente. I ragazzini si prendono la loro sedia e vagano nei corridoi in cerca di spazio. Perdendo ore di lezione. E allora: posso sopportare di lavorare meno, posso sopportare di farlo in una scuola ammuffita, con l’acqua che filtra, senza vetri (lei mi dirà : si rivolga all’amministrazione comunale), posso sopportare di non avere carta igienica per i ragazzi, sapone nei bagni, riscaldamenti a singhiozzo. In una mia classe di prima media ho 23 bambini, 4 di loro con gravissimi disagi sociali e disturbi comportamentali (sono figli di carcerati) , due con problemi di apprendimento e uno disabile grave. Io insegno arte: nelle mie ore non ho insegnante di sostegno, perché sono state tagliate le ore del sostegno, come tanti sanno. E allora mi dica lei quel ‘è il diritto all’istruzione negata del mio alunno disabile? Qual è il diritto all’attenzione precipua negata ai 4 bimbi con problemi sociali? E ai due che non riescono a leggere senza distrarsi? E ‘ una scuola di periferia, se non li aiuto io chi li aiuta? E il resto dei compagni? Non hanno diritto alla “normalità”? E poi viene la ministra Gelmini a parlar male dei docenti del sud, di come i nostri alunni sono in fondo alle classifiche delle prove di merito: ma in queste condizioni cosa vi aspettate? E’ già un mircolo se abbiamo le sedie nella mia scuola. L’inverno lo abbiamo trascorso con mussa e infissi rotti. “Si rivolga al Comun” dirà lei. Il suo sindaco di centrodestra ha tagliato anche lui tutti i finanziamenti alle scuole: sia per il funzionamento ordinario, sia per le manutenzioni. Non ci resta che Santa Rosalia. E in effetti ..manco la chiesa ci appoggia, noi sciagurati delle periferie, intenta com’è a salvaguardare le scuole private. Lei lo chiama razionamento e si riempe la bocca di frasi assurde sul come l’Italia stia reggendo la crisi. Mi scusi: ma che cavolo sta dicendo? Lo deve dire lei, una statistica o io? Ho 253 alunni, 253 famiglie cioè: un bel campione di famiglie di periferia, come ce ne sono a migliaia nella corona delle città. Forse ne so parlare meglio di lei degli effetti della crisi, sig. Ministro: niente fumo negli occhi ahimè. Perché nemmeno il contributo di 15 euro annui riescono più a pagare. Lo stato vissuto nelle classi italiane è disastroso. Io la chiamo illegalità. Io non posso adeguarmi. Non per me stessa, che alla fine noi docenti ci abituiamo a tutto, ma per loro. Non posso più tollerare che quei ragazzi siano il bersaglio vero delle nostre scelte. E’ questa l’illegalità Egregio ministro. L’’illegalità e il non rispetto della legge no. A Palermo no. Non in quel quartiere: la scuola non può tollerarlo perché è l’unico baluardo dello Stato. Porti solo la sua firma questo scempio: io non voglio rendermene complice. E non mi dica che sto facendo politica e un insegnante non può farla. Io ne ho più diritto di lei, che sia chiaro: io formo i cittadini di domani. Non lei. Lei passerà, per fortuna, ma i docenti italiani ci saranno sempre a insegnare cosa voglia dire rispettare le regole, rispettare la legge, cosa significhino parole come “comunità”, come “solidarietà”, come “eguaglianza”, come “fraternità”. Questa è politica, caro Tremonti, ed è il senso del mio mestiere. Glielo insegno di più io, non di certo tu che gli togli maestri, risorse e ruolo sociale. Da qualche mese mi rifiuto di accogliere ragazzi provenienti da classi divise oltre il numero consentito. E lo farò anche a fronte di ordini di servizio scritti. Venga qualcuno a obbligarmi. Venga pure. Io mi rifiuto. IL mio Dirigente mi dirà: dove li metto allora? Io la rivolgo a Lei questa domanda: dove li mettiamo? La rivolgo ai suoi elettori, che sono anche genitori: dove volete che li mettiamo i vostri figli? Di quei 25 miliardi alle spese militari destini nuovamente alla scuola pubblica gli 8 miliardi tolti. Oppure assegni i proventi del lotto per un anno alla messa in sicurezza degli edifici scolastici: sono questi per me i monumenti culturali dell’Italia che amo. La smetta di giocare con la vita e con l’istruzione dei nostri figli. Anzi, le dico di più, se posso: se ne vergogni. Mila Spicola Professoressa."

martedì 22 dicembre 2009

FP CGIL Nazionale
Conto annuale 2008:
I dati ufficiali ed i fantasiosi annunci del Ministro Brunetta su precariato e assenze
La Ragioneria dello Stato smentisce il Ministro


La Ragioneria Generale dello Stato ha pubblicato il Conto Annuale 2008, che censisce il personale del
pubblico impiego, fornendo dati su assenze, precariato, retribuzioni.
Al contrario di quanto sostenuto dal Ministro Brunetta, i precari nella p.a. superano le 200mila unità
(208.099 al 31/12/2008). Di queste solo 37.461 possedevano i requisiti per la stabilizzazione al 31/12/2008,
12.683 sono già state o verranno stabilizzate entro il 2009, 4.683 entro il 2011. Quindi ben 153.272
lavoratori precari sono fuori dal percorso di stabilizzazione, con buona pace del Ministro Brunetta che ha
tentato invano di convincerci del contrario.
Secondo la “sua” rilevazione, che censiva meno della metà degli enti nella p.a., Sicilia esclusa, sarebbero
stati oltre 26mila i dipendenti stabilizzati, e solo 15mila i dipendenti non stabilizzati in possesso dei requisiti.
In buona sostanza il precariato nella p.a., sempre secondo il Ministro, sarebbe talmente contenuto da non
giustificare i timori di licenziamenti di massa nel caso dello stop alle stabilizzazioni, da lui fortemente voluto.
Valutazioni positive, poi inspiegabilmente seguite da una proroga di 3 anni al percorso di stabilizzazione
predisposto dallo scorso Governo, proroga che ha semplicemente spostato il problema al 2012.
Alla prova dei dati ufficiali il Ministro viene sonoramente bocciato.
Altro dato interessante riguarda le assenze per malattia che, sebbene a fasi alterne, continuano ad
avvicinarsi a quelle del settore privato, con una riduzione di 1,6 giorni pro capite rispetto al 2007, e di 0,6
rispetto al 2006. Dati positivi e coerenti con la tendenza del settore registrata negli ultimi anni.
Ricordiamo al Ministro che il dato del 2008 non riguarda esclusivamente il suo operato, rappresentando un
dato strutturale che solo in parte può ritenersi dovuto alle decurtazioni per assenza in caso di malattia
introdotte nel Luglio del 2008.
Rifletta il Ministro, perché non sempre le vulgate corrispondono al vero, ed i dati trionfalistici falsati
dall'ideologia presto o tardi vengono smentiti. Il populismo non produce efficienza e non cancella i precari.
Chiediamo al Ministro se, una volta messo di fronte alle cifre ufficiali, intende trovare una soluzione di
sistema al dramma del precariato nella Pubblica Amministrazione, o se saremo ancora costretti a fare i conti
con mistificazioni e minimizzazioni paradossali ed irresponsabili.
Oppure anche la Ragioneria Generale è un covo di “mitizzatori di precari”?
Roma, 15 Dicembre 2009

giovedì 19 novembre 2009

Follia al potere

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=80943&sez=HOME_SCUOLA&ssez=SCUOLA


 


Non so quanto possa riuscire a sbrogliare, per i non addetti ai lavori, sta matassa ingarbugliata, visto che il linguaggio del mondo della scuola è sempre più lontano da quello comprensibile al buon senso comune.Ci provo per sommi capi:


I tagli previsti dalla finanziaria e il decreto Gelmini sulla scuola dello scorso anno, hanno provocato, inevitabilmente, un esubero di insegnanti, sia di ruolo che precari che, a settembre, si sono ritrovati, i primi a subire trasferimenti da un istituto all’altro per non perdere il posto o lo smembramento della propria cattedra su più scuole, anche di indirizzi diversi, i secondi a constatare l’impossibilità di essere assunti, come gli anni precedenti, per supplenze annuali (1/09-30/08 nella migliore ma rara ipotesi, 1/09-30/06 più frequentemente).


La Gelmini per arginare le proteste ha provato le seguenti soluzioni:


1)      Scoraggiare i trasferirmenti da una provincia (spesso del Sud) all’altra (spesso del Nord), pena l’immissione nelle graduatorie della nuova provincia richiesta “in coda” (cioè in fondo, perdendo il punteggio acquisito negli anni nella provincia d’arrivo), anziché “a pettine” (cioè tra un precario e l’altro della nuova graduatoria, secondo il proprio effettivo punteggio) Esempio: io ho 124 punti nella graduatoria ad esaurimento di Firenze. Se un insegnante di Bari decide di trasferirsi a Firenze per lavorare e ha maturato precedentemente 150 punti, mi supera in graduatoria, se l’inserimento è “a pettine”, viene invece retrocesso all’ultimo posto della graduatoria, nell’altro caso.


2)      Possibilità di inserimento in coda in altre tre province oltre quella prevalente


3)      Decreto salva precari,ieri convertito in legge al Senato(vedi l’articolo del Messaggero e tutta la stampa di oggi.)


 


Tra i primi due punti e il terzo,(oltre ad esser cominciato l’anno scolastico), si è verificata una spiacevole situazione. Il TAR del Lazio, il 30/11, ha contestato la proposta dell’inserimento in coda in caso di trasferimento, trovandolo incostituzionale e ha approvato il ricorso in atto a riguardo, chiedendo al Ministero di rimettere mano entro trenta giorni alle graduatorie per ripristinare la modalità “a pettine”.


http://www.gildavenezia.it/precari/norme_precari/2008/RM_200810809_SE.pdf


 


La ministra allora risponde col salva precari, in cui, oltre a stabilire corsie privilegiate per chi è rimasto a bocca asciutta quest’anno, prevede anche che, per questo biennio, (2009-2011, le graduatorie si aggiornano ogni due anni), i precari che si sono trasferiti resteranno, come previsto, in coda alle nuove graduatorie, ma, dopo, potranno essere ripristinati nella posizione che spetta loro secondo punteggio ( Il mio collega di 150 punti, che magari s’è sposato con un fiorentina, emigrando al Centro, sta due anni senza lavorare, ma dal 2011 mi passa avanti, com’è suo diritto, per aver maturato più punti di me.)


Tutto qui? No perché se il fantomatico inserito (un pericoloso “extra.graduatario”) l’anno scorso aveva avuto la supplenza annuale e quest’anno no, il salva precari dovrebbe garantirgli una precedenza sugli altri nelle supplenze temporanee (quelle di 15, 20, 30 giorni, quando un docente si ammala o si rompe una gamba per intendersi)


 


Se avete resistito fino ad ora BRAVI!


Solo un commento: la vicenda, ridotta all’osso dimostra quanto sia devastante l’assoluta inconsapevolezza di molta della nostra classe dirigente, riguardo i temi di cui è chiamata ad occuparsi (capisco, che tra un festino, un’orgia, e una pista di coca sia difficile concentrarsi però…).


Ci voleva molto a immaginare incostituzionale una sostanziale lesione al diritto dei cittadini sulla mobilità nel territorio nazionale? Voglio dire, come posso impedire di fatto ad un cittadino italiano (nemmeno uno dei tanto temuti “stranieri”..o per la Lega, molto influente, sembra sul ministro dell’Istruzione, un meridionale è uno straniero?) di scegliere in quale provincia vivere e lavorare, invalidando, nel passaggio da una all’altra i propri titoli e punteggi ( se ho insegnato a Catania per due anni, i miei punti come possono non vale re a Trento?)


Ci voleva molto a capire che questo pasticcio avrebbe reso aleatorie le graduatorie di settembre, mettendo a rischio le classi di cambiare i professori magari a metà anno, per effetto della sentenza del Lazio?


Quanto al salva precari: La precedenza garantita ai docenti disoccupati sulle supplenze brevi


1)      era una realtà praticamente di fatto ( chi di solito lavora sulle annuali, è in altro anche nelle graduatorie relative alle supplenze brevi, quindi…avrebbero comunque avuto precedenza)


2)      lavorare un mese qui un mese lì, difficilmente permette di maturare lo stesso punteggio e percepire lo stesso stipendio che spettano nel caso delle annuali.


 


Insomma nozze coi fichi secchi???? Resta di fatto una scuola senza fondi, una massa di docenti cronicizzati nel precariato, e tante dichiarazioni piene di parole vuote….


Chi ci ha capito qualcosa? Se c’è qualcuno che mi risponde lo propongo come candidato alla P Istruzione...peggio non può fare!!!!!!

mercoledì 26 agosto 2009

Dialetto o esperanto?

Avete letto le boutades estive della lega su scuola, dialetto e cultura locale? Si spazia dalla formazione dei docenti, che dovrebbe comprendere la conoscneza della cultura regionale della scuola dove si va ad insegnare, fino a proporre l'inserimento del dialetto come materia scolastic. ( lo annuncia un Bossi malconcio, bofonchiando di un testo di legge già pronto a tal uopo!)


Non vi invio i riferimenti ma la rete è piena, trovate tutti gli articoli in merito o, magari li avete già letti (scusate scrivo di corsa!)


Solo poche riflessioni:


1) Che senso ha proporre il dialetto in una scuola che progetta una riforma in senso limitatico di materie come latino, italiano, storia e filosofia, a vantaggio di materie scientifiche, triste buco nero nella prearazione dei nostri studenti?


2) In un Paese che parla poco e male lingue straniere (inglese, francese maccheronici, pochissime tracce di spagnolo o tedesco, ecc), ovvero le lingue della comunicazione globale di oggi (l'Europa ha colonizzato il mondo, quindi il mondo, o una sua buona parte, parla le lingue europee), ridurre e/o togliere il latino (è previsto per il nuovo liceo dello scientifico), signifa sacrificare una lingua morta, certo, ma universale, che ha permesso di comunicare per secoli a popoli i più diversi. per cosa...il Dilaetto?


3) Al posto di Shakespeare o tacito....la Bottega di Sghio?, L'Acqua cheta?


4) al cinese di S. Donnino che affolla le mie classi...che gli insegno...ad aspirare la c e tradurre "va'ia bischero", due volte a settimana?


5) nell'era di internet e' questa una proposta moderna? ha mai premiato questo atteggimento verso le spinte innovatrici della storia?


Boh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


 

lunedì 8 giugno 2009

battaglie di principio

Rispondo al commento di Enrico al mio post sul docente e il questionario sull'ora di religione.


Anche io non credo alle battaglie di principio: crocifisso si/no, chador o piercing in classe o no. Per un semplice motivo: la scuola, per me, è il luogo dove le opinioni si formano, non si "insegnano", è il teatro dove smontare ogni visione del mondo precostituita e mostrarne agli studenti origini, moventi, più o meno trasparenti, in pieno rispetto delle pisizione di utti, senza osannarne o condannarne nessuna, anche quella a me più lontana.


Io ho discusso con studenti che venivano al compito col gagliardetto di Mussolini ostentato sul banco, ho dato 8 a temi ben scritti, che contenevano l'esatto contrario di quello che penso su questioni per me cruciali, fede, politica, etica ecc., ho prestato libri di approfondimento a gente che praticava per moda forme di satanismo; se la classe è orientata a sinistra, difendo provocatoriamente tesi di destra e viceversa, e quando non posso farlo, per non cadere in totale incoerenza con me stessa, dichiaro il mio punto di vista, perchè mi sembra di proteggerli molto di più dal rischio di plagio da parte mia, se permetto loro di riconoscere il punto di vista dal quale parlo, piuttosto che presentare come "imparziale" ciò che dico.


Io credo che non si debba avere paura di pensare, mai,. né di discutere o distruggere una posizione, noj esistono tabù; ma vedo che sempre di più a scuola si scambia una strisciante forma di censura e autocensura sui temi scottanti, come rispetto delle opinioni degli altri. Meglio non dire un'opinione, per non condizionare chi mi ascolta? Ma un'opinione detta è discutibile, contestabile dai miei avversari, dovrebbero ringarzarmi per la possibilità di combatterla ad armi pari ...o no? Se, invece, non la dichiaro, resta lì, sicura di sé, inattaccabile da ogni confrontoi con l'altro e di solidifica, si ossifica e chi la smonta più.


Perché togliere un crocifisso dovrebbe rassicurare i non cristiani...piuttosto esponiamo accanto i simboli di tutti gli altri credi e usiamo le nostre ore per discuterne i significati, decostruirne i simboli, raccontarne la storia, evidenziare le strumentalizzazione politiche a loro riguardo e, poi, magari dopo dibattito, decidiamo insieme ai ragazzi se tenerli appesi  o no.


Io sono credente, ma non mi spaventa mettere in discussione la mia fede, la mia culutra religiosa, le mie posizioni, perchè dovrei temere che i miei ragazzi facessero altrettanto...ci arriveranno da soli a decidere in cosa credere. Io, insegnante, posso solo, metterli nelle migliori condizioni per trovare la LORO verità...perché se la verità (qualunque cosa sia) non è MIA, allora non è VERA per me.


Quindi quel prof forse non era un   grande insegnante ma, fosse stato mio collega, mi avrebbe interessato disuctere con lui e i suoi studenti di quel questionario, farne occasione di riflessione per tutti, magari lo spunto di un progetto sperimentale della scuola che, insieme ai docenti di religioni, si occupasse di come inserire la riflessione sul sacro e il dibattito relativo ad esso, nel curriculum dei ragazzi, coinvolgendo proprio i non fruitori dell'ora di religione...Chissà, magari, l'anno dopo, l'avrebbero affollata in molti di più...anche solo per vedere che ne sarebbe stato dei loro consigli e punti di vista...

venerdì 5 giugno 2009

Libertà vò cercando!

Cesena, insegnante sospeso per aver distribuito questionario su ora di religione


  

CESENA (1 giugno) - Un insegnante di Matematica e Fisica del Liceo scientifico “Righi” di Cesena è stato sospeso per due mesi dal lavoro (a stipendio dimezzato) dall'Ufficio scolastico provinciale, dopo aver distribuito ai suoi alunni un questionario sull'ora di religione. Lo riferisce il Corriere di Romagna, precisando che, secondo il docente, l'80% dei 70 alunni di tre classi a cui era stato sottoposto il questionario preferirebbe materie alternative alla Religione (questo il quesito posto), qualora fossero comprese nell' offerta formativa.

Un collega dell'insegnante, però non ha gradito l'iniziativa e ha presentato un esposto in seguito al quale è partita l ispezione, finita con la sospensione dal 20 maggio scorso.

Il sondaggio
infatti, sarebbe stato ritenuto invasivo di un terreno estraneo alle competenze del docente. All'insegnante - che fa parte dei Cobas - sarebbe poi stata attribuita anche un'iniziativa ritenuta «estranea ai suoi compiti professionali», come l'impiego di materiale della scuola per affiggere in bacheca vignette solidali con i Palestinesi durante i bombardamenti a Gaza, nello scorso gennaio. Contro il provvedimento disciplinare l'insegnante farà ricorso al giudice del Lavoro.

giovedì 14 maggio 2009

la matematica non è un'opinione

"In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere, per ciascun anno, il 20 per cento delle unità cessate nell'anno precedente." articolo 66 punto 7 della riforma Gelmini (vedi i tagli x regione).


ad esempio in 3 generazioni lavorative rimarrebbe solo un centoventicinquesimo dei professori attuali, in 4 generazioni 1/625 e cosi via. Chissá cosa avrá voluto dire...




venerdì 5 dicembre 2008

Mancano i soldi per la pubblica istruzione ma...

La Conferenza Episcopale Italiana (Cei) si è detta preoccupata oggi riguardo il destino
delle scuole pubbliche non statali, riguardo tagli previsti dalla finanziaria 2009, e ha esortato
il governo a mettere in atto gli impegni assunti riguardo lo stanziamento di fondi da destinare
agli istituti paritari.

"Siamo preoccupati, come emerso anche di recente da diverse voci del mondo cattolico,
per il destino delle scuole pubbliche non statali", ha detto la Cei in una nota. "Tuttavia, pur
consapevoli del momento economico e sociale che il Paese sta attraversando, confidiamo
negli impegni che il governo ha assunto pubblicamente", ha aggiunto.

L'ufficio legislativo del gruppo del Pdl in Senato ha tuttavia precisato a Reuters, in risposta alle
preoccupazioni sollevate dai vescovi, che i fondi per le scuole private verranno ripristinati con
un emendamento che prevede lo stanziamento di 120 milioni per il 2009.


Il taglio originario era di circa 130 milioni di euro.


(da fonte Reuters ,ripresa dai principali quotidiani)


O come è che per questi si trovano su 2 piedi 120 milioni?

Ma se si facesse un bel decreto che abolisse l'istruzione obbligatoria non statale, dal momento che l'istruzione dovrebbe essere un diritto costituzionale garantito comunque per tutti dalla Repubblica?

giovedì 13 novembre 2008

Questa è bellina...

berlusconi e la ricerca
... non a caso ho taggato anche con "referendum"

italianfree blogger










A riguardo di truffolo... vi segnalo questo sito
http://www.notspeakinginmyname.com/
ecco cosa dicono di sé:

"La nostra e' una richiesta civile al nostro Presidente del Consiglio (di tutti gli italiani): La smetta di imbarazzarci.

Ci siamo imbarazzati per la battuta di Silvio Berlusconi su Barack Obama, in una conferenza stampa con giornalisti provenienti da tutto il mondo. Ci siamo imbarazzati quando il ministro finlandese  ha ufficialmente reclamato con il governo Italiano, chiamando il console italiano in Finlandia, per essere stata fatta oggetto di altra battuta di Berlusconi, che dichiaro' di aver usato le sue doti di seduttore (?) per ottenere un miglioramento dei rapporti di scambio a favore dell'Italia nella comunita' europea. Ci siamo VERGOGNATI quando durante una conferenza stampa con Vladimir Putin, ad una domanda diretta a Putin da una giornalista russa, Berlusconi ha mimato di imbracciare un fucile e sparare. Lo sai che negli ultimi 3 anni sono stati assassinati circa 15 giornalisti in Russia? Non si conoscono i mandanti degli omicidi ma non erano giornalisti che appoggiavano le politiche del presidente russo. Berlusconi avra' pensato ad una trovata divertente, ma era fuori luogo e drammatica, vista la situazione in Russia. Come Presidente del Consiglio che rappresenta tutti gli italiani, devi necessariamente riflettere prima di fare le corna durante lo scatto della fotografia ufficiale al summit dei leader piu' potenti d'occidente.

La nostra richiesta, fatta in modo civile, e': Presidente del Consiglio Berlusconi, la smetta di fare cose imbarazzanti che inevitabilmente finiscono per imbarazzare alcuni dei cittadini italiani che lei rappresenta in Italia e nel mondo.
Ci domandiamo  perche' non sia possibile che il nostro Presidente si conformi alle regole del buon senso istituzionale e della diplomazia, come tutti gli altri capi di stato, presidenti e governatori che ricoprono un ruolo istituzionale di tale portata.

E' un mio diritto comunicare un disagio verso chi mi rappresenta ed e' un fondamento della democrazia.

Il governo Berlusconi e' stato eletto dalla maggioranza relativa degli italiani, quindi ha il diritto di governare e il suo operato verra' giudicato al termine del suo mandato. Questo non e' un sito con valenza politica.

Inoltre, proprio per evitare di trascendere nella maleducazione e nelle inevitabili risse verbali, nessuno ha la possibilita' ,sul sito, di aggiungere commenti diversi dal messaggio che si vuole mandare. Non chiamiamo nessuno coglione, semplicemente non ci riconosciamo in nessuna delle cose ora descritte e che il nostro Presidente del Consiglio, che ci rappresenta in Italie a nel mondo, continua a dire e a fare."

mercoledì 5 novembre 2008

Le falsità e le mezze verità sul sistema di istruzione in Italia

Le falsità e le mezze verità sul sistema di istruzione in Italia
Documento approvato all’unanimità, su proposta del suo Presidente Prof. Massimo Marrelli, dalla Consulta del Polo delle Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II nella riunione di martedì 28 ottobre 2008


Uno stralcio:

Quanto si spende in proporzione al PIL?



  • La proporzione di tutta la spesa in istruzione sul PIL in Italia è pari al 4,9%, la media OCSE è pari al 6,2%; l'Italia è diciassettesima di 24 paesi in questa graduatoria. Tanto va detto per coloro che sostengono che da noi si spende più della media europea.

  • Per l'Università tale valore è pari allo 0,9 % del PIL mentre la media OCSE si attesta al 1,4%

  • Se si vuole ulteriormente analizzare il dato aggregato si osserva che questa percentuale per le materne è pari all'0,5% pari alla media europea, per le primarie e medie inferiori 2,1% contro il 2,5% della media e per le superiori è pari al 1,3% di nuovo uguale alla media. Per le Università, si è detto. Si osservi però che la durata istituzionalmente prevista degli studi dalle materne al diploma di scuola superiore è da noi maggiore della durata media degli studi nei paesi OCSE


Quanto si spende in Istruzione sul totale della Spesa Pubblica.



  • In Italia si spende il 9% della spesa pubblica in Istruzione; nei paesi OCSE il 12,4%.

  • In particolare per l'Università si spende solo il 1,6% del totale della spesa pubblica contro il 3,1% dei paesi OCSE. Se si tiene conto che la percentuale del totale della spesa pubblica sul PIL è una delle più alte dei paesi OCSE e quindi va ridotta, ci si chiede è proprio l'istruzione dove bisogna tagliare?


Per il resto...
http://www.innovazionediritto.unina.it/archivionewsletter/0808/evid_01a.html

mercoledì 22 ottobre 2008

Università davvero in pericolo!

Spero che vi sia giunta all'orecchio la notizia della grande manifestazione in difesa della scuola e dell'Università di martedì scorso (40000-60000 persone solo a Firenze). Era da un po' che non tornavo in piazza, ma credo che stavolta sia proprio necessario mobilitarci.


In particolare per quanto riguarda l'Università e gli enti di ricerca pubblica, la legge 133 (già approvata alla chetichella in estate, coglioni noi...), mi pare rischi di essere proprio un "salto di qualità", non sono i "soliti" tagli... Nello specifico (cito da dica133)


1) riduzione del turn-over al 20% per le Università (su 5 che vanno in pensione 1 solo verrà assunto) nel periodo 2009-2013 con la seguente riduzione di finanziamento (-64 milioni-euro nel 2009, -190 milioni-euro nel 2010, -316 milioni-euro nel 2011, -417 milioni-euro nel 2012, -455 milioni-euro nel 2013).


2)  Il finanziamento dell’abolizione dell¹ICI sulla prima casa per le famiglie con redditi alti si basa tra gli altri sul decreto legge n. 93/2008 che ridurrà ogni anno (fino al 2013) di 467 MILIONI DI EURO il fondo statale di finanziamento ordinario delle università.


Sommando i soli tagli all¹università provenienti da ICI e turn-over si ha che nel quinquennio 2009-2013 ci sarà una riduzione di quasi 4 miliardi di euro (circa 8.000 miliardi delle vecchie lire!!).


3) Nella legge n. 133/08 viene inserita una norma che concede la possibilità alle università italiane di trasformarsi in fondazioni private. Sono del tutto evidenti i rischi per l¹autonomia degli atenei e dei docenti oltre che per quei settori e ambiti di ricerca che non sono appetibili sul piano economico. Di fatto il combinato disposto ­ taglio indiscriminato delle risorse e possibilità di trasformazione in fondazione privata ­ rischia di modificare il sistema universitario nazionale in un sistema di formazione estremamente
debole e con accessi differenziati in base al censo.


4) Concreto e prossimo rischio di licenzialmento per i precari. Infatti l’articolo 49 della legge 133/2008 non permette l’utilizzo del medesimo lavoratore con più tipologie contrattuali per periodi di servizio superiori al triennio nell’arco del quinquennio ultimo e il 37-bis inserito nel ddl 1441 in iter d¹approvazione parlamentare blocca la procedura delle stabilizzazioni. Come dire: lavoro precario non più, lavoro a tempo determinato mai più.


Oltre alla petizione che trovate sul sito che vi ho segnalato (fatto dai precari di Scienze Politiche di Firenze), non posso non ricordarvi


- la manifestazione nazionale per la scuola a Roma il 30.10 p.v.


- la manifestazione nazionale per l'Università e la ricerca a Roma il 14.11 p.v.


Temo che non riusciremo a fermarli, ma almeno credo ci si debba provare...

martedì 21 ottobre 2008

Gelmini la Brunetta

Ebbene sì, al fin giungo anch'io ad unirmi a questo covo di sovversivi (mi farà sentire un po' più giovane...)
Con un indubbio tocco di originalità vorrei dare anch'io qualche spunto di riflessione circa la riforma della scuola alla quale vedo che avete dedicato già qualche post.
Dunque, reduce da una serata di resistenza presso la Casa della Cultura di via Forlanini, vorrei sottolineare un aspetto del famoso decreto Brunetta che forse è passato inosservato ma al cui confronto secondo me la storia del maestro unico della Gelmini l'è roba da bambini.

Dunque, innanzi tutto ricordo che nella Costituzione (art. 77) sta scritto che:


"Il Governo NON può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.
Quando, in casi straordinari di necessità e d'urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni
."

mentre ultimamente questi decreti legge sono la norma (e non mi sembra che, ad esempio, il maestro unico del decreto Gelmini risponda a requisiti di urgente necessità).
Ma lasciamo pure fare questo aspetto...

Il fatto è che nel succitato Decreto Brunetta, al comma 4 dell'art. 64 (Disposizioni in materia di organizzazione scolastica), sta scritto:


"Per l'attuazione del piano di cui al comma 3, con uno o più regolamenti da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto ed in modo da assicurare comunque la puntuale attuazione del piano di cui al comma 3, in relazione agli interventi annuali ivi previsti, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui al citato decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, anche modificando le disposizioni legislative vigenti, si provvede ad una revisione dell'attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico, attenendosi ai seguenti criteri:

    a. razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell'impiego dei docenti;

    b. ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali;

    c. revisione dei criteri vigenti in materia di formazione delle classi;

    d. rimodulazione dell'attuale organizzazione didattica della scuola primaria;

    e. revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA, finalizzata ad una razionalizzazione degli stessi;

    f. ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, previsto dalla vigente normativa
."

Ovvero, una legge già di per sé approvata per decreto, prevede che, relativamente a tutto ciò che concerne il sistema scolastico (non so cosa resti del sistema scolastico al di fuori di quanto previsto dai punti a, b, c, d, e, f del succitato comma), il governo possa modificare il tutto "con uno o più regolamenti da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore... anche modificando le disposizioni legislative vigenti": ossia, la scuola può essere stravolta tramite dei semplici regolamenti del governo, al di fuori di qualunque discussione parlamentare...

Vien voglia di citare ancora il buon Calamandrei che sempre l'11 febbraio 1950 affermava:


"La scuola, come la vedo io, è un organo "costituzionale". Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. Come voi sapete (tutti voi avrete letto la nostra Costituzione), nella seconda parte della Costituzione, quella che si intitola "l'ordinamento dello Stato", sono descritti quegli organi attraverso i quali si esprime la volontà del popolo. Quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi. Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l'organismo costituzionale e l'organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell'organismo umano hanno la funzione di creare il sangue [...].
La scuola, organo centrale della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente. La formazione della classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, di quella classe cioè che siede in Parlamento e discute e parla (e magari urla) che è al vertice degli organi più propriamente politici, ma anche classe dirigente nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No. Nel nostro pensiero di democrazia, la classe dirigente deve essere aperta e sempre rinnovata dall'afflusso verso l'alto degli elementi migliori di tutte le classi, di tutte le categorie. Ogni classe, ogni categoria deve avere la possibilità di liberare verso l'alto i suoi elementi migliori, perché ciascuno di essi possa temporaneamente, transitoriamente, per quel breve istante di vita che la sorte concede a ciascuno di noi, contribuire a portare il suo lavoro, le sue migliori qualità personali al progresso della società [...].
A questo deve servire la democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità (applausi). Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale. La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico, perché solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali
."

Povera scuola: "organo costituzionale, organo centrale della democrazia", in balia di regolamenti del governo di turno...

Sono stato un po' lungo? Beh... è il mio primo intervento ma direi che mi son rifatto... almeno a quantità di parole!

P.S. 1 - sembra, tra l'altro, che questa pratica di delegificazione in base a cui la legge stessa demanda la sua funzione a regolamenti dell'esecutivo sia stata ereditata dal buon Bassanini del governo di centrosinistrorsa memoria (non sempre è tutta colpa di Silvio...)

P.S. 2 - sembra anche che, quando si fece la riforma scolastica che introdusse il "modulo" con la riforma dei programmi e i 3 insegnanti nelle elementari, se ne cominciò a parlare nella prima metà degli anni '80 e la cosa andò a regime solo negli anni '90; indubbiamente da questo punto di vista il Berlusca è molto più efficiente: in pochi mesi sistema tutto!

sabato 18 ottobre 2008

Novità sulla scuola...

« "Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura.


Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece cha alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo apertamente trasformare le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tenere d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi, ve l'ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico.


Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico" »


Piero Calamandrei, Scuola Democratica, 20 marzo 1950. Discorso pronunciato al III Congresso dell’ Associazione a difesa della Scuola nazionale (Adsn), a Roma l’11 febbraio 1950.


Servono commenti?

Giù le mani dalla scuola

Cari amici del Blog! Finalmente riesco a riconnettermi (in più di un senso….) e…ma quanto avete scritto!!!!!!!!!!! Bravi!!!!!!!!!!!!!!!!! Sto per inondarvi di considerazioni sul caos per niente calmo in cui è piombata la scuola in questi giorni. Quindi, se  ripeto qualcosa di già scritto, perdonatemi, appena mi metto in pari a leggere i vostri articoli rispondo. Per ora….sopportatemi!!!!!!!


Intanto due informazioni riepilogative.


 


Decreto legge 25/giugno


http://www.camera.it/parlam/leggi/decreti/08112d.htm


 


Legge 133/08 6 agosto 2008


 http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm


 


Decreto legge 137/08 28/08/08 (Gelmini)


http://www.governo.it/Governo/Provvedimenti/testo_


 


Durante l’estate il governo, ovvero in questo caso Brunetta Tremonti e Gelmini, ha messo mano attraverso una serie di decreti leggi vari provvedimenti volti a risanare il bilancio italiano attraverso una  campagna contro gli sprechi e gli abusi (la polemica sui “fannulloni”) del servizio pubblico. 


 Per quanto attiene alla scuola, questo ha significato un piano di tagli molto ingenti decisi nel testo della finanziaria, (si parla di circa 8 miliardi), implicanti una stretta sul personale ATA (assistente tecnico amministrativo)  e Docente.


Il piano finanziario si è poi gemellato con quello che viene ormai chiamato “decreto Gelmini”, attualmente sul tavolo del Senato in attesa di approvazione, volto alla  riforma (ma il termine è discutibile) della scuola pubblica e dell’università. I cambiamenti preannunciati in questi testi di legge sembrano ispirati allo spirito di contenimento della spesa incoraggiato da Tremonti.


 


Il maestro unico alle elementari


Aumento del numero minimo degli studenti per istituto (accorpamenti degli istituti al di sotto)


Ridefinizione dei criteri di formazioni delle classi


L’aumento del numero massimo e minimo (E MINIMO!) degli alunni per classe


Blocco del turn over (cioè delle assunzioni dei precari)


Ridefinizione delle classi di concorso in funzione di una maggiore flessibilità del corpo docente


La possibilità di trasformazione degli atenei universitari in Fondazioni private


 


Certo anche molto altro, tra cui ad esempio: nuovi criteri di valutazione del comportamento degli studenti (bocciatura per il 5 in condotta), nuove norme in materia di scelta dei libri di testo volti a contenere le spese delle famiglie negli anni.


Vorrei commentare però solo alcuni aspetti di questa manovra articolata, la cui comprensione in toto non è facile, soprattutto per gli scenari nuovi che apre.


 


1.        Dopo tanti disastrosi tentativi, da destra e da sinistra, di riformare la scuola italiana, oggi assistiamo ad una novità: un progetto di riorganizzazione del sistema scolastico ispirato a criteri non pedagogici ma economici, unicamente economici: è Tremonti a indicare quanto e cosa tagliare, la quantità/la qualità


2.        Si procede per decreto legge palesando il  rifiuto di ogni contrattazione o problematizzazione della proposta fatta


3.        Lo spirito dei tagli rifugge ogni criterio qualitativo o meritocratico. Si taglia, attenzione, non posti in esubero, ma posti che risulteranno vacanti grazie all’accorpamento delle classi. Avremo classi più numerose e docenti di ruolo rimasti chiamati a coprire i buchi rimasti, con un evidente peggioramento della qualità del servizio offerto.


4.        Il maestro unico impiegato per 24 ore settimanali metterà e forte rischio il tempo pieno. Il ministro smentisce ma se si fanno sue conti…. Certo un maestro su tre resterà a disposizione per il pomeriggio, dati i tagli sul personale ma…con che criterio si scelgono i maestri del mattino e quelli del pomeriggio? Se le attività del maestro unico si svolgono la mattina il pomeriggio cosa diventa? Dopo scuola? Baby parking?


5.        Si parla di una globale riduzione del monte orario scolastico, nella scuola di Primo e di Secondo grado. Mi chiedo: a parte il fatto che un Paese dovrebbe puntare a tenere i figli a scuola più che meno, come reagiranno  tante famiglie  di fronte al problema di gestire la presenza del figlio a casa nel pomeriggio? Certo il governo ama e sostiene la famiglia modello presepe, ma qualcuno ha spiegato  loro che oggi il lavoro femminile non è più (ammesso che lo sia mai stato) un vezzo da casalinghe annoiate ma una scelta consapevole e per molte donne una vera necessità e che in aumento sono le disgregazioni dei nuclei familiari per i motivi più vari?


6.        Si parla di una scuola mangia soldi: bisogna risparmiare? Io nella pubblica ci lavoro e credetemi….non è una sala da tè del Lions. Mancano strutture, laboratori, computer, docenti (SIIIIIIIIIIIIIIIIIII QUELLIIIIIIIIIIIIIIIIIII), tecnici di laboratorio, materiali bibliografici, sostegno ai diversamente abili, fondi per le attività di recupero, e via dicendo….Su cosa di grazia risparmiare?


7.        Sui precari direte voi? Già anch’io, da giovane precaria,  lo so: se non c’è posto si cambia lavoro. A parte le difficoltà oggettive di questo. Tira via per persone come me, entrate a loro consapevole rischio e pericolo nella scuola, sapendo che avrebbe anche potuto essere una causa persa e pronte, quindi a reinventarsi….(anche se mi trema la mano nello scrivere sta frase). Ma la scuola campa da anni su precari definiti storici, perché ormai da 10, 20, anni in cattedra tutti i primi settembre, licenziati, a volte il 23 dicembre, per essere riassunti i 7 gennaio(::::), sfruttati perché meno costosi (I contratti annuali, scadono quasi sempre il 30 giugno. Quindi perché assumere, il supplente è più conveniente). Carne da lavoro. Dice la Gelmini non licenzieremo nessuno, il contratto pubblico non lo permette. Il precario , anche quando ha 55 anni e insegna da una vita e magari anche molto, molto bene, non occorre licenziarlo, basta non riassumerlo e tanti saluti.


8.        Si sostiene da parte della maggioranza che la strada di una progressiva privatizzazione del mondo della scuola e dell’università porterà ad un sistema più efficiente e produttivo. Non sono contro a priori ma….dov’è il privato in Italia? Chi sono i privati in Italia? Esiste un mercato libero in Italia? Quale pluralità nell’offerta formativa può esserci in Italia? La Chiesa e….? Berlusconi e…?


9.        Certo mi direte: ci sono tanti prof che non fanno il loro dovere, che rubano lo stipendio, che mandano i falsi certificati di malattia, certo! Ne conosco anche qualcuno…ma resteranno a scuola, sono di ruolo e nessun provvedimento di verifica della qualità della loro professionalità verrà messo in atto. Anche le SSIS  vengono chiuse. Se c’era una speranza che in Italia si affermasse l’idea che insegnare è una professione con competenze specifiche, didattiche, comunicative, relazionali oltre che culturali, adesso è affondata.


10.     Ultimo (ma ne avrei altre da dire….) Si deve tutti risparmiare no? Noi tagliamo i fondi alla pubblica istruzione ma manteniamo contingenti militari all’estero nel sostenere posizioni internazionali di dubbio valore etico. Spediamo l’esercito nel Sud ma tagliamo i fondi a chi,  a scuola, coltiva la  cultura della legalità, dell’integrazione, della pace. Meglio i muscoli dei libri? Forse…


11.     La Gelmini tuonerebbe a questo punto: Il primo punto del mio decreto rende obbligatoria la storia civica! A parte il fatto che la si insegna da sempre…che senso ha in un contesto in cui si propongono classi differenziali per immigrati, e si prospettano classi di 35 allievi ciascuna, per tenere buone le quali, certo che mi serve il 5 in condotta  e possibilmente anche di più (un mio collega filgovernativo trattandomi da idiota mi suggeriva la possibilità di utilizzare moderne tecnologie tipo….il microfono!!!!!!!!!!!!)


 


Chiudo, ma solo per il momento. Un’ultima riflessione.


 Il mondo della scuola si è svegliato (durerà?) in questi giorni. Gli studenti si sono per una volta ricordati che i prof non sono solo i protagonisti di You tube, ma anche  e spesso per la maggioranza, checchè se ne dica a giro,  i loro principali interlocutori nel mondo dell’istruzione, con capacità, competenze, dedizione, passione per loro, prima ancora che per le loro materie. SI occupa, si parla insieme, INSIEME, non solo CONTRO, ma anche PER.


Allora vi prego, visto che tutti o molti di noi abbiamo figli, o li avremo e apparteniamo a quella società civile che a scuola è cresciuta, nel bene e nel male. Sosteneteci. Come? Andando oltre il luogo comune, del prof fannullone..incontrateci, aiutateci a proporre, fatevi sentire senza giustizialismi emotivamente appaganti ma sterili. La scuola è nostra, è il nostro futuro, è il punto da cui ripartire. Giù le mani dalla scuola!


 

giovedì 11 settembre 2008

i giovani

Ora che ho compiuto 35 anni e che mi sento oltre il mezzo del cammin della mia vita, voglio raccontarvi qualcosa che mi è successo pochi giorni fa.


Era una bella giornata e, da sopra un colle vicino Firenze, una mia pseudo nipote di 17 anni mi chiede, indicando una cupola verde:
-cos'è quella?
-è la sinagoga di Firenze
-ah, questi musulmani che vogliono prendere campo non li sopporto proprio!

Ira mi colse, ma mi trattenni e le spiegai che la sinagoga è il tempio ebraico, mentre i musulmani hanno la moschea, e che...
-vabbeh, musulmani, ebrei, sono la stessa cosa!

Ara sarebbe stata la giusta fine, un bel sacrificio nel tempio era quello che ci voleva; come si fa, così giovani, a non conoscere e ad avere il coraggio di arrabbiarsi in quel modo?! Ignoranza e rabbia che vanno di corsa insieme... Questa è la dimostrazione che la scuola non va bene; non servirebbe tanto per evitare di far fare delle figure del genere a dei giovani così, basterebbe far veder loro dei bei film... non dico "Schindler's List", ma anche film più "semplici" tipo "Concorrenza sleale", che ho visto di recente ed ho molto apprezzato...
Visto che il mio cognome è tra i più tipici, se non il più tipico dei cognomi ebraici, non mi sono esentato da farle notare almeno che bella figura di merda avesse fatto!
A proposito, chioso:

Ura: Unione delle Repubbliche Arabe, non è uno scherzo, esiste davvero...