lunedì 11 ottobre 2010

Esenzioni fiscali concesse alla Chiesa, la Ue processa l’Italia-brevi cenni

di Rita Pianese


Lo Stato italiano è soggetto ad un’indagine formale dell’Ue per aiuti di stato incompatibili con le norme sulla concorrenza,  dovuta alle esenzioni fiscali concesse alla Chiesa.

Si mette in moto un’indagine approfondita sui privilegi fiscali attribuiti agli enti ecclesiastici in settori-ospedali, scuole private, alberghi e una serie di altre strutture commerciali- in cui la Chiesa gode di un’esenzione totale dell’ICI e di uno sconto pari al 50% dal pagamento sull’Ires.

La procedura per aiuti di stato sarà aperta a metà ottobre dalla Commissione europea e,  alla luce delle informazioni a disposizione della stessa, non si può escludere che tali misure costituiscano un aiuto di stato; l’indagine si impernierà su tre fronti: il mancato pagamento dell’ICI, l’art.149 comma 4 del testo unico delle imposte sui redditi (che conferisce la qualifica di enti non commerciali a quelli ecclesiastici), e lo sconto del 50% dell’Ires concesso agli enti della Chiesa operanti nei settori della sanità e dell’istruzione.

 Innanzitutto, prima di procedere alla disamina della questione,  è opportuno dar conto del corretto inquadramento costituzionale delle esenzioni.

 L’esenzione consiste in una norma eccezionale che sottrae a tassazione beni e persone che secondo regola dovrebbero essere tassati. Essa è costituzionalmente legittima se il fine a cui è preordinata è degno di tutela: cultura, beneficenza, risparmio(…),va chiarito poi che la Chiesa, se usufruisce di tali agevolazioni, lo fa in maniera identica alle altre confessioni religiose e agli altri enti non commerciali, e non in virtù di uno stato preferenziale che potrebbe avvantaggiarla rispetto alle une o agli altri.

Ai fini di una più chiara comprensione della vicenda è opportuno specificare che le esenzioni all’ICI sono previste dalla legge istitutiva dell’imposta.

Il decreto legislativo n.504/1992, infatti, prevede una serie di esenzioni tra cui, volendo semplificare, sono previste quelle per i fabbricati destinati all’esercizio del culto, e quelle per i fabbricati appartenenti ad enti non commerciali e destinati a particolari finalità ritenute meritevoli di tutela da parte del legislatore.

Ebbene, mentre per i fabbricati destinati all’esercizio del culto l’esenzione non presenta problemi interpretativi, nel caso di cui sopra, è l’ultima previsione ad essere al centro dell’attenzione poiché in essa possono essere ricompresi enti ecclesiastici le cui attività esercitate necessitano di un corretto inquadramento.

 È una questione da valutare bene, la Chiesa deve pagare giustamente le tasse, evitando di affittare alloggi al centro storico a 1000 euro al mese godendo dei privilegi fiscali. Bisogna distinguere i luoghi di culto, quelli deputati all’assistenza e alle opere caritatevoli, dalle attività, che pur essendo del Vaticano, producono reddito.


Tali esoneri  garantiscono alle strutture cattoliche un risparmio di due miliardi di euro annuali e un vantaggio notevole sulla concorrenza laica. Va indubbiamente valutata la situazione e va fatta una seria riflessione sull’argomento.

Dal punto di vista della concorrenza vi è un’evidente disparità.

È necessario pertanto un approfondimento accurato su beni immobili e proventi al fine di non creare squilibri tra i cittadini ed evitare le disuguaglianze.

Le vicende di cui si discute erano già state portate a Bruxelles, nel 2008, a seguito di formale richiesta di alcuni esponenti politici italiani, e nel 2010, ma la Commissione aveva in entrambe le circostanze archiviato il caso.  

Oggi invece siamo in una situazione diametricalmente opposta; sarà infatti difficile per l’Italia scampare alla condanna poiché “l’esistenza dell’aiuto e resa chiara dal minor gettito per l’erario” e la norma viola la concorrenza “in quanto i beneficiari degli sconti ICI sembrano effettivamente essere in concorrenza con altri operatori nel settore turistico-alberghiero e della sanità”.

Entro 18 mesi sarà Bruxelles a decidere se assolvere o condannare il nostro Paese e conseguentemente porre fine a tali privilegi.

mercoledì 6 ottobre 2010

La Gelmini perde il ricorso contro la riforma della scuola

http://italianimbecilli.blogspot.com/2010/10/la-gelmini-perde-il-ricorso-la-riforma.html


se vivessimo in un Paese civile e libero, la notizia bomba da diffondere attraverso la tv di Stato sarebbe proprio questa: il Consiglio di Stato contesta la riduzione dell'orario degli istituti tecnci e professionali voluta dal ministro Gelmini. Invece il regime continua a nascondere la realtà agli italiani e a fornire numeri inventati e chiacchiere. E' la seconda volta che il Consiglio di Stato boccia la Gelmini e la 'riforma' della scuola. La prima volta è avvenuta l'anno scorso, quando i giudici contestarono i regolamenti del ministro che andavano oltre la delega del Parlamento.

Il progetto scriteriato del governo, declinato sul piano dell'istruzione pubblica, aveva previsto anche la riduzione degli orari negli istituti in oggetto, ne è conseguita una denuncia al Tar del Lazio da parte del mondo della scuola (docenti, genitori, Snals), una denuncia alla quale la Gelmini si era opposta, facendo appello al Consiglio di Stato. Ma il suo ricorso è stato respinto, bocciato dai giudici, per conseguenza le obiezioni dei docenti (e la decisione del Tar) sono state ritenute fondate. Ma certo! Come potrebbe essere diversamente? Riportiamo qui sotto parte della sentenza (scaricabile qui).




'...Considerato che l’appello cautelare non appare assistito da fumus boni iuris, tenuto conto anche del fatto che alla luce del sopravvenuto parere emesso dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione l’Amministrazione scolastica non potrebbe esimersi dal rideterminarsi sulla definizione dell’orario complessivo annuale delle lezioni delle seconde, terze e quarte classi degli istituti tecnici e delle seconde e terze classi degli istituti professionali...

P.Q.M.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) Respinge l'appello (Ricorso numero: 7723/2010)'.
Sempre in un Paese civile e libero, un siffatto governo - e nella fattispecie un simile ministro - dovrebbe dimettersi all'istante. Ma questo in Italia non avviene. Potremmo anche analizzarne i motivi, ma finiremmo per essere esageratamente prolissi. E' sufficiente ricordare agli italiani che il loro voto politico ha consentito a un piduista corruttore di prendere il potere con l'unico scopo di ripararsi dai guai giudiziari, fare leggi per sè e per gli amici mafiosi e attuare il piano criminale di Licio Gelli. Alla luce (torbida) di questo scopo, come potrebbe dimettersi questo governo? E come potrebbe dimettersi la Gelmini con un semplice 'vai a casa' scritto sui cartelli o urlato nelle piazze? L'abbiamo vista tutti, in varie occasioni, fare lo gnorri di fronte alle proteste e, di più, continuare imperterrita a sostenere una propaganda mirata al dissolvimento dell'istruzione pubblica, sciorinando cifre inventate, enunciando menzogne colossali, smanettando beatamente sul telefonino durante le interrogazioni parlamentari. Il menefreghismo di mussoliniana memoria è parte integrante della propaganda, del modus operandi di questo governo e dei suoi accoliti. E d'altra parte, si sa che 'certa gente' non si dimette mai, piuttosto si farebbe ammazzare.

In conclusione, solo una domanda: se neppure il Consiglio di Stato riesce a smuovere la Gelmini, cosa potrebbe occorrere per farla evaporare? Meditiamo?

giovedì 30 settembre 2010

Testo integrale del discoso di Di Pietro sulla fiducia a Berlusconi

A parte che il Parlamento è "il luogo più alto dove si svolge il dibattito politico e in quella sede deve ritenersi ampia la dimensione del diritto di critica politica" (sic!) per cui non si paventa comunque la possibilità di una querela a Di Pietro da parte di Berlusconi, dopo le affermazioni fatte verso quest'ultimo in aula durante le dichiarazioni di voto per la fiducia al Governo di ieri; ma ho voluto riportare il testo integrale del discorso di Di Pietro per far notare che con tutte le "accuse" che gli ha fatto (che ho voluto sottolineare), se anche una sola di queste fosse falsa, il vostro presidente del consiglio dovrebbe comunque intentare una causa al segretario dell'Italia dei Valori, non credete?

Con il rischio poi di riperdere e dover pure pagare le spese, come è già successo nel 2005 nel processo Berlusconi Vs Travaglio/Luttazzi per l'intervista del 2001 durante il programma Rai Satyricon (clicca qui per la sentenza, che contiene anche la trascrizione dell'intervista). sentenza Berlusconi Vs Travaglio-Luttazzi







Testo integrale


Sig. presidente del Consiglio,



Lei è uno spregiudicato illusionista, anzi un pregiudicato illusionista che, anche oggi, ha raccontato un sacco di frottole agli italiani, descrivendo un’Italia che non c’è e proponendo azioni del Governo del tutto inesistenti e lontane dalla realtà.


Fuori da qui c’è un Paese reale che sta morendo di fame, di legalità e di democrazia e Lei è venuto qui in Parlamento a suonarci l’arpa della felicità come fece il suo predecessore Nerone mentre Roma bruciava.




Quella stessa Roma che anche oggi i barbari padani vogliono mandare al rogo, insieme alla bandiera e all’Unità d’Italia.



Sono sedici anni che racconta le stesse frottole, ma le uniche cose che ha saputo fare finora sono una miriade di leggi e provvedimenti per risolvere i suoi guai giudiziari o per sistemare i suoi affari personali.



Al massimo, ha pensato a qualche altro suo amico della cricca, assicurando a lui prebende illecite e impunità parlamentari, proprio come prevede il vangelo della P2, Cosentino, Dell’Utri e compagnia bella docet!



Anzi, no! Un’altra cosa lei è stato ed è bravissimo a fare, e lo ha dimostrato ancora una volta in questi giorni: comprare il consenso dei suoi alleati ed anche dei suoi avversari. I primi pagandoli letteralmente con moneta sonante, con incarichi istituzionali, con candidature e ricandidature di favore; i secondi ricattandoli con sistematiche azioni di dossieraggio e di killeraggio politico di cui lei è maestro.



Sì, perché Lei, sig. Berlusconi è un vero “maestro”: intendo dire un maestro della massoneria deviata, un piduista di primo e lungo corso, un precursore della collusione e della corruzione di Stato.



Anzi di più. Lei è l’inventore di una forma di corruzione di nuovo conio, più moderna e progredita: cambiare le leggi in modo da non far risultare più reato quel che prima lo era e in modo da non rendere più punibili coloro che prima potevano essere condannati.



Questa mattina, Lei si è gonfiato il petto ricordando un nobile principio liberale: “Ad ognuno deve essere consentito fare tutto tranne ciò che è vietato”.



Certo, ma chi, in Europa, ha scritto con il proprio sangue questo tassello di democrazia liberale non pensava affatto che un giorno si sarebbe trovato davanti ad un signorotto locale che avrebbe dichiarato “non vietato” tutto ciò che gli pareva e piaceva a lui e che non era la legge a governare il sistema ma doveva essere Lui a governare la legge.



Lei, sig. Berlusconi, non è un presidente del Consiglio ma è uno “stupratore della democrazia” che, dopo lo stupro, si è fatto una legge, anzi una ventina di leggi ad personam per non rispondere di stupro!



Lei non è, come alcuni l’hanno definito, uno dei tanti tentacoli della piovra.



Lei è la testa della piovra politica che in questi ultimi vent’anni si è appropriata delle istituzioni in modo antidemocratico e criminale per piegarle agli interessi personali suoi e dei suoi complici della setta massonica deviata di cui fa parte.



Lei, oggi, ci ha parlato della volontà del Governo di implementare la lotta alla corruzione, all’evasione fiscale, alla criminalità economica delle cricche.



E che fa si arresta da solo? O ha deciso di prendersi a schiaffi tutte le mattine appena si alza e si guarda allo specchio?



Lei si è impossessato e controlla il sistema bancario e finanziario del Paese.



Lei controlla le nomine degli organi di controllo che dovrebbero controllare il suo operato.



Lei fa il ministro dello Sviluppo Economico e, come tale, prende decisioni a favore del maggior imprenditore italiano, cioè Lei (e dico maggior imprenditore, non migliore come maggiore e non migliore è l’imprenditoria mafiosa).



A Lei non interessa nulla del bene comune perché si è messo a fare politica solo per sfuggire alla giustizia per i misfatti che ha commesso.



Non lo dico solo io. Lo ha detto pure il direttore generale delle sue aziende, Fedele Confalonieri, ammettendo pubblicamente che “se Berlusconi non fosse entrato in politica noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera”.



Lei si è impossessato dell’informazione pubblica e privata e la manipola in modo scientifico e criminale.



Un esempio? La casa di Montecarlo venduta da Alleanza nazionale. Lei e i suoi amici dell’informazione avete fatto finta di scandalizzarvi nell’apprendere che, dietro quella compravendita, c’è una società off-shore situata in un paradiso fiscale.



Ma si guardi allo specchio, imputato Berlusconi: Lei di società off-shore ne ha fatte ben 64 proprio per nascondere i proventi dei suoi reati societari e fiscali e per pagare tangenti ai politici e ai magistrati e lo ha fatto ricorrendo a quell’avvocato inglese David Mills, condannato per essere stato, a sua volta, da lei corrotto per mentire ai giudici e così permetterle di ottenere un’assoluzione comprata a suon di bigliettoni.



Già! Perché la magistratura che Lei ha corrotto: quella a Lei piace.



Invece, non le piace quella che vuole giudicarla per i suoi misfatti, tanto è vero che ora, al primo punto del suo ”vero programma”, quello di cui oggi non ha parlato, c’è la reiterazione del Lodo Alfano, cioè proprio di quella legge che deve assicurarle l’impunità per un reato gravissimo che lei ha commesso: la corruzione di giudici e testimoni.


Solo per questo fatto, Lei non meriterebbe un minuto in più di rappresentare il Governo italiano e se ancora riesce a starci è solo perché compra i voti ricattando quei parlamentari che si rassegnano a vivere vigliaccamente senza onore o senza coraggio!


Questo è il ritratto che noi dell’Italia dei Valori abbiamo di Lei, sig. Berlusconi!



E Lei, oggi, viene a chiederci la fiducia?



Lo chieda, ma non a noi.



Lo chieda a quelli che ha comprato o ricattato.



Lo chieda ai parlamentari di Futuro e Libertà che finalmente si sono resi conto con chi avevano e hanno a che fare ma non trovano, o non hanno ancora trovato, il coraggio di dissociarsi dal macigno immorale che Lei rappresenta.



Lo chieda al presidente Fini che nel suo discorso estivo a Mirabello ha detto esattamente (ed anzi di più) delle cose che sto dicendo io e ancora indugia a staccare la spina, passando, suo malgrado, da vittima a complice delle sue malefatte!



Lo chieda a tutta quella pletora di disperati che in questi giorni ha convocato a casa sua per offrire loro prebende o per minacciare imbarazzanti rivelazioni e che ora , abbagliati da improvvisa ricchezza o intimoriti dai dossieraggi che Lei ha architettato e commissionato, hanno deciso di vendere la loro anima e il loro onore dandole una fiducia che non merita!



Non lo chieda a noi che siamo stati primi a smascherare le sue reali e criminali intenzioni.

sabato 25 settembre 2010

pro vivisezione

Che palle con questo antivivisezionismo!
Se uccidendo 100 maiali, 100 gatti e 100 cani salvo la vita anche ad un solo bambino... non va bene?! Cerchiamo di discernere, ci sono dei casi in cui non è possibile fare altrimenti ed occorre testare dei prodotti su esseri viventi; intendo che se si tratta di prodotti farmaceutici e ciò è utile a salvare la vita di qualche essere umano...:
io distingo tra esseri umani ed esseri viventi!

C'è gente che evita come la peste e salta il barbone della strada per andare ad accudire il gattino abbandonato. Va bene così!?

Sono d'accordo che c'è modo e modo di applicare la vivisezione, ma chi è contro la vivisezione è contro la vivisezione, non contro il modo di applicarla...

Sarò cinico, ma lasciatemi pensarla diversamente dalle masse, se così è veramente.

venerdì 23 luglio 2010

Barbara Berlusconi






Un colpo davvero duro viene mollato a tutti i precari, ricercatori e dottorandi che credono ancora nella bonta’ delle istituzioni accademiche. Il dritto e rovescio lanciati da Don Verze’, sacerdote rettore dell’Universita’ Vita Salute San Raffaele, sono arrivati immediatamente dopo la proclamazione della laurea triennale di Barbara Belusconi, alla quale e’ stata offerta seduta stante una cattedra di una novella Facolta’ di Economia. La notizia ha naturalmente fatto indignare studenti e docenti, creando anche una



rapida mobilitazione sui social network. Mentre milioni di studenti perdono tempo e denaro contro il muro della gerontocrazia, colpiti mortalmente dai continui tagli all’istruzione, sembra che l’unica strada percorribile sia riservata a chi ha cognomi di pregio.
Arrivata a 26 anni al conseguimento della Laurea triennale, la studentessa Berlusconi lascia serie perplessita’ sulla sua validita’ intellettuale rispetto ai colleghi: non una pubblicazione in suo nome, ne’ particolari qualita’ che l’abbiano vista svettare sugli altri. Solamente una docente dell’Ateneo si e’ esposta pubblicamente per protestare contro questa decisione attraverso una lettera al prete rettore, amico di vecchia data del premier, spiegando quanto questa vicenda di servilismo sia umiliante per studenti, docenti e il mercato del lavoro tutto.

mercoledì 7 luglio 2010

Mary Star

Ma ve ne rendete conto???? E questa sarebbe la scuola di “qualità” tanto promessa???? Io ve lo dico, ai nostri figli bisognerà pensare di offrire un’alternativa seria, avvero…che ne dite di un’organizzazione clandestina di ripetizioni….la contro scuola….ma guarda che mi tocca pensare!!!!!!!!!! Mah!?!Q!!!


 


 


http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=108269


 


Scuola, stop del Tar Lazio alla Gelmini
Il ministro: solo richiesta informazioni


Sospesi fino al 19 luglio gli interventi sugli organici
I promotori del ricorso: a rischio l'inizio dell'anno scolastico


 


ROMA (26 giugno) - Una ordinanza del Tar del Lazio sospende i provvedimenti varati dal ministro Mariastella Gelmini in materia di organici della scuola. Con la decisione dei giudici sono congelate fino alla prossima udienza del 19 luglio tutte le operazioni sull'organico e i trasferimenti di personale.

L’ordinanza del Tar «è solo temporanea - ha commentato il ministero dell'Istruzione -. Il Miur fornirà al più presto ogni opportuno chiarimento e depositerà la documentazione necessaria al fine di dimostrare che il ricorso, enfatizzato da parte di alcuni sindacati e associazioni, è destituito di qualsiasi fondamento».

«I provvedimenti del Governo sulla scuola non solo distruggono la scuola pubblica con un taglio di 8 miliardi di euro, di 87.000 posti di insegnamento e di 45.000 posti di personale non insegnante, ma sono illegittimi», hanno commentato le associazioni che hanno promosso il ricorso al Tar. «La sospensione comporta che fino a quella data tutte le operazioni sull’organico e i relativi trasferimenti del personale perdente posto e quelle sulle iscrizioni sono congelate. La serie di illegittimità compiute dal Ministro, che - usando circolari come fossero leggi - ha forzato tempi e procedure della riforma al solo scopo di incassare i tagli di spesa , ha messo nel caos le scuole e mette a rischio l’inizio regolare del prossimo anno scolastico», hanno aggiunto.

Il danno derivante dalla operazione governativa è gravissimo - sostengno ancor ai promotori del ricorso -. I genitori hanno dovuto procedere all’iscrizione dei figli alle prime classi dei nuovi indirizzi per l’anno scolastico 2010/11 senza conoscere, fra l'altro, i programmi di studio. I Collegi dei docenti sono stati impossibilitati a definire un nuovo piano dell’offerta formativa ed è stato imposto ai Collegi l’adozione dei libri di testo entro il 31 maggio per le nuove classi prime senza che fossero definiti i nuovi programmi.

«I docenti - affermano ancora le associazioni che hanno presentato il ricorso - si troveranno trasferiti d'ufficio sulla base di un organico basato per il prossimo anno su classi di concorso "atipiche" ovvero di classi prodotte da una commistione fra le vecchie classi e quelle previste dal regolamento di revisione, rimasto congelato nel suo iter. In tal modo - conclude il Comitato alcune graduatorie verranno penalizzate dall'unificazione con altre».

L'ordinanza. I giudici amministrativi hanno accolto una richiesta presentatafra gli altri, dall'Associazione per la scuola della Repubblica, dal Comitato bolognese scuola e costituzione e da docenti, genitori e personale amministrativo. Il ricorso riguarda le circolari sugli organici che, secondo i legali di parte, sarebbero illegittime in quanto emanate prima che i Regolamenti sulla riforma della secondaria di secondo grado entrassero in vigore. Il Tar del Lazio per il momento non è ancora entrato nel merito ma disposto la sospensione dei provvedimenti impugnati ordinando al ministro di depositare nel termine di quindici giorni una «documentata relazione» per acquisire ulteriori elementi. Il 19 luglio è fissato una nuova udienza per decidere se confermare o meno la sospensione dei provvedimenti impugnati.