Grazie al rapporto dell’ Agenzia Europea di Sicurezza Alimentare (AESA) i nostri infiltrati sono riusciti a produrre un bellissimo rapporto , un po’ lunghino per cui vi traduco le ultime righe del riassunto.
“l’impatto possibile della coltura della patata EH92-527-1 sull’ambiente è stato esaminato nella valutazione della notificazione C/SE/96/3501…in conclusione le informazioni disponibili sulla patata EH92-527-1 apportano le risposte necessarie alle domande sollevate dagli stati membri e stimiamo che sia poco probabile che la patata EH92-527-1 abbia, nel quadro delle sue utilizzazioni previste un effetto indesiderabile sulla salute umana e sull’ambiente”
Beh ora vi metto il link della valutazione della notificazione C/SE/96/3501, leggete la mezza pagina di conclusione alla fine del documento…
D.6 Conclusioni OA:
• Le informazioni riportate nello SNIF si riferiscono ad analisi condotte dal notificante i cui risultati non sono stati riportati nella documentazione resa disponibile al pubblico. Inoltre, non è ben chiaro come si intende mettere in atto le IPS che il notificante ha fornito per mantenere separate le filiere coinvolte nella produzione di prodotti derivati dalle patate GM. Questo non ha consentito di effettuare una completa analisi dei rischi connessi all’utilizzo del prodotto sulla salute animale e sull’ambiente.
• L’utilizzo dei prodotti nell’alimentazione animale comporta rischi dovuti al possibile trasferimento genetico orizzontale del transgene alla flora microbica e alla possibilità che nuove sostanze che possano risultare tossiche vengano espresse per i seguenti motivi: o la presenza nell’inserto del gene di resistenza agli antibiotici aminoglicosidici nptII e le mutazioni individuate in tale sequenza;
- la presenza di una ORF4 corrispondente per 50 amminoacidi al gene ble codificante per la resistenza alla bleomicina; o i possibili effetti pleiotropici che possono derivare dalla trasformazione genetica;
- i riarrangiamenti presenti nell’inserto e la presenza di pezzi di DNA all’interno delle sequenze fiancheggianti la cui identità non è stata ben chiarita; Il rischio verrebbe aggravato dal possibile inquinamento della catena alimentare umana, caso che non si può escludere visto che in passato prodotti GM destinati all’alimentazione animali sono stati rinvenuti nei prodotti ad uso alimentare umano.
• Sarebbe opportuno verificare i potenziali effetti indesiderati sull’espressione di altri geni della pianta dovuti alla tecnica di trasformazione, confrontando i profili di espressione di mRNA e di sintesi proteica delle piante GM con i corrispettivi isogenici.
• La coesistenza tra colture di patata GM, tradizionali e biologiche risulta alquanto difficile. I mezzi di propagazione e disseminazione della pianta e, la capacità di persistere nel terreno per anni renderebbero difficoltoso il contenimento delle piante GM.
• Tenuto conto del fatto che non è stato fornito uno studio fitosocilogico delle piante selvatiche compatibili, non è stato possibile quantificare il rischio connesso al trasferimento genetico verticale. Viste le caratteristiche dell’inserto e le modificazioni metaboliche che derivano o potrebbero derivare dalla trasformazione genetica tale rischio è considerato potenzialmente elevato.
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